Giancarlo Fusco
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Giancarlo Fusco (La Spezia, 1915 - Roma, 17 settembre 1984) è stato scrittore e giornalista.
[modifica] Biografia
Fusco ha condotto una vita irrequieta e movimentata, durante la quale ha praticato mestieri di ogni tipo, alcuni forse immaginari, dall'attore cinematografico al boxeur (in realtà da ragazzo sognava di diventare un famoso pugile, ma nell'unico incontro ufficiale che combatté nella sua vita, finì male perdendo tutti i denti). Da giovanissimo scappò anche di casa per inseguire una ballerina di varietà e per l'occasione s'improvvisò perfino ballerino. All'età di 26 anni, è sul fronte greco-albanese nel genio telegrafisti; alla fine guerra diviene un protagonista della vita notturna versiliese: ballerino e brillante narratore delle proprie avventure.
Inizia a lavorare come giornalista scrivendo per La Gazzetta di Livorno; Manlio Cancogni lo fece entrare nel gruppo dei collaboratori de Il Mondo, dove iniziò a frequentare le migliori penne del momento, per poi passare per le redazioni dell' Europeo, del Giorno, ove tenne la celebre Colonna, e dell' Espresso, facendosi ammirare sempre più per i suoi irresistibili racconti. Personaggio eccentrico, amava, tra l'altro, far credere di essere appartenuto ad ambienti della mala marsigliese, ma in realtà era semplicemente affascinato di Marsiglia e delle atmosfere rese dalle opere di Baudelaire e Rimbaud e dai film di Gabin e di Duvivier.
Maestro del giornalismo di cronaca e costume, ha scritto molti libri, una commedia con Enzo Biagi, ha fatto anche tanta radio e diverse sceneggiature cinematografiche, lavorando con Carmelo Bene, Mario Monicelli e Vittorio Gassman : è stato un ironico, delizioso scrittore e un grande narratore orale.
Il suo amico Andrea Camilleri lo descrisse come un genio dell’affabulazione e della battuta, un uomo senza padroni, uno spirito anticonformista per eccellenza: "La pietà di Fusco lo porta a scegliere tra le tigri con meno denti e più spelacchiate" disse.
Morì nel 1984 al policlinico A.Gemelli di Roma, dopo un'operazione al cervello invaso da un tumore che da mesi lo faceva soffrire. Stava per essere sepolto in una fossa comune,senza esequie, ma gli amici più cari riuscirono a organizzargli il funerale nella "Chiesa degli artisti" a Piazza del popolo.
La sorella Franca e la nipote Cinzia vollero poi ripetere il funerale a Forte dei Marmi dove è sepolto.
[modifica] Le opere
Fusco è stato uno scrittore molto prolifico ed eclettico.
Ha scritto tra l'altro La Guerra d' Albania, Le Rose del Ventennio, Duri a Marsiglia e una rievocazione del mondo delle case chiuse intitolata Quando l'Italia tollerava.
Il romanzo Gli Indesiderabili nasce dalla voglia di raccontare la vera sorte dei piccoli mafiosi italo-americani, ben diversa da quella di Lucky Luciano, graziato per meriti di guerra e rimpatriato nel 1946 a Napoli, dove visse tra donne, cavalli e alberghi di lusso. Quasi tutti gli anonimi piccoli boss, rigettati in Italia a centinaia in quegli anni dagli Usa che li dichiararono indesiderabili, erano diversamente destinati a vite grame e solitarie. Come Frank Frigenti, appunto, che vive estorcendo qualche migliaia di lire a giornalisti creduloni o rassegnati - compreso lo stesso Fusco - con la promessa di una valigia piena di carte esplosive o documenti compromettenti. O come Lu Grisafi, altro indesiderabile, che viene salvato dall'indigenza da un maresciallo dei carabinieri che gli procura un posto di guardiano in una masseria. A questi uomini Fusco dedica i capitoli del suo libro, probabilmente alternando l'abile trasposizione della realtà all'altrettanto abile operazione di raccontare eventi forse mai vissuti. Il confine tra la fantasia e la realtà è estremamente labile, del resto in linea con la "doppia vita" dell'autore: una vita diurna fatta di duro lavoro e molteplici soddisfazioni e una vita losca, oscura, vissuta tra i nights della Versilia prima e del milanese poi.