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Equi - Wikipedia

Equi

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

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Gli Equi nel Lazio
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Gli Equi nel Lazio

Gli Equi (Lat. Aequi) erano una antica popolazione del nord est del Latium, in Italia, il cui nome si presenta costantemente nella prima decade di Livio come ostile a Roma nei primi tre secoli dell'esistenza della città.

Occupavano l'estensione superiori delle valli dell'Anio (Aniene, del Tolenus (Turano) e dell'Himella (il torrente L'Aia, in provincia di Rieti); questi ultimi sono torrenti di montagna che corrono verso nord per unirsi al Nar (Nera). Il loro centro principale sarebbe stato preso dai Romani verso il 484 a.C. (Diodoro xi 40) e di nuovo circa novanta anni più tardi (id. xiv 106), ma non sono stati sottomessi definitivamente che alla fine della Seconda guerra sannita (Livio ix. 45, fx. i; Diodoro xx 101), quando sembra che abbiano ricevuto una forma limitata di libertà (Cicerone Off. I. n, 35).

Tutto ciò che sappiamo della loro successiva situazione politica è che dopo la guerra sociale le popolazioni di Cliternia e Nersae (quest'ultima oggi nel comune di Pescorocchiano) sembrano unite in una res publica Aequiculorum, che era un municipium di tipo ordinario (C.I.L. ix. p. 388). Le colonie latine di Alba Fucens (304 a.C.) e Carsioli (298 a.C.) dovevano aver diffuso l'uso del Latino (o qualcosa che passava come tale) per tutto il distretto; attraverso questo passava l'itinerario principale (e per un certo tempo l'unico) (via Valeria) che recava a Luceria ed al sud.

Della lingua parlata dagli Equi prima della conquista romana non abbiamo annotazione; ma poiché i Marsi, che vivevano subito ad est, parlavano nel III secolo a.C. un dialetto molto analogo al Latino e poiché gli Ernici, i loro vicini a sud-ovest, facevano lo stesso, non abbiamo basi per separare qualcuna di queste tribù dal gruppo dei Latini. Se potessimo essere sicuri dell'origine della q nel loro nome e del rapporto fra la forma più corta e quella più lunga (nota che la i di Aequiculus è lunga -- Virgilio, Aen. vii. 744 -- il che sembra collegarla con il locative del aequum "una pianura", in modo che significhi "gli abitanti nella pianura"; ma in periodo storico certamente hanno vissuto principalmente nelle colline), dovremmo sapere se dovevano essere raggruppati con i dialetti con del q o con i dialetti del p, cioè, con da una parte con il Latino, che ha conservato un originale q o dall'altra con il dialetto di Velitrae, comunemente denominato Volsco (e i Volsci erano costanti alleati degli Equi), in cui, come nei dialetti Iguvini e Sanniti, un q originale è cambiato in p.

Non c'è evidenza decisiva per mostrare se il q Latino di aequus rappresenti una q indoeuropea come nel Latino quis, cioè l'Umbro-Volsco pis, o un indoeuropeo k + u come in equus, Umbro ekvo -. L'aggettivo derivativo Aequicus potrebbe essere preso per metterli con i Volsci piuttosto che con i Sabini, ma non è chiaro se questo aggettivo sia mai stato usato come un reale etnico; il nome della tribù è sempre Aequi, o Aequicoli.

Alla fine del periodo repubblicano gli Equi appaiono, sotto il nome di Aequiculi o di Aequicoli, organizzati come un municipium, il cui territorio sembra che abbia compreso la parte superiore della valle del Salto, ancora conosciuta come Cicolano. È probabile, tuttavia, che abbiano continuato a vivere nei loro villaggi come prima. Di questi Nersae presso Nesce, una frazione di Pescorocchiano, era il più considerevole. Le mura poligonali che esistono in considerevole quantità nel distretto, rappresentano una notevole testimonianza della loro cultura.


N. B. il testo originale inglese è derivato dall'edizione, di pubblico dominio, 1911 dell'Enciclopedia Britannica.

Nel 1984 rinvenimenti della civiltà degli Equi, sono stati trovati nel territorio del Cicolano, nella frazione di Corvaro. Il Tumulo degli Equicoli, in località Montariolo nella piana di Corvaro ne è la testimonianza.

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