Desiderio (re)
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Desiderio ( ? - dopo il 774) fu l'ultimo re dei Longobardi. Noto anche come Daufer o Dauferius; Didier in francese e Desiderius in Latino.
Nato a Brescia, fu dapprima duca di Tuscia e di Istria, e nel dicembre 756 succedette ad Astolfo al trono dei Longobardi, in contrapposizione al predecessore di Astolfo, Rachis, che aveva lasciato il suo ritiro di Montecassino nel tentativo di recuperare il trono. Riuscì ad avere la meglio su Rachis grazie al favore del papa Stefano III, cui aveva promesso, in cambio dell'appoggio, la restituizione allo Stato della Chiesa di alcune città dell' Esarcato e della Pentapoli. Alla morte di Stefano, non mantenne le promesse fatte, e i conseguenti attriti con la Chiesa furono appianati solo nel 763 grazie ad appositi accordi. Fin dall'inizio cercò di coinsolidare il potere del regno, in opposizione ai duchi di Spoleto e di Benevento, e di arginare l'influenza dei Franchi sul papato. Dopo la morte di Pipino il Breve nel 768 riuscì ad imparentarsi con Carlo Magno e Carlomanno dando loro in spose le sue figlie, rispettivamente Ermengarda e Gerberga. Un'altra figlia, Adelgerga, di cui era stato precettore Paolo Diacono si unì in matrimonio con il duca di Benevento, Arechi, e infine un'altra figlia, Liutberga, sposò Tassilone, duca di Baviera. Questa politica di alleanze matrioniali, destinata a fallire, trovava fin dall'inizio l'opposzione del papa Stefano IV, che si opponeva al matrimonio di Ermengarda con Carlo Magno.
Il primo duro colpo alla sua politica di alleanze dinastiche fu sferrato dalla morte di Carlomanno, la cui vedova Gerberga tornò presso il padre a Pavia. Desiderio riconobbe i figli di Gerberga come legittimi eredi.
Nel 771 Desiderio attaccò i territori della Chiesa e invase la Pentapoli, perché il papato si era rifiutato di incoronare i nipoti, figli di Gerberga. Accampatosi nei pressi di San Pietro, appoggiò il partito longobardo capeggiato da Paolo Afiarta, e condannò a morte il capo del partito opposto, il primicerio Cristoforo. Le ambasciate papali e longobarte di incontrarono a Thionville, e Carlo Magno prese le parti del papa. In reazione alla politica aggressiva di Desiderio, Carlo Magno, rimasto unico re dei Franchi, ripudiò Ermengarda; e questo fu il colpo definitivo che mandò a monte la sua politica di alleanze dinastiche.
Nel frattempo morì Stefano IV, cui succedette Adriano I, che si sbarazzò di Afiarta ed appoggiò il partito di Cristoforo. Alla fine del 772, sotto la minaccia di un'altra calata di Desiderio, Adriano scomunicò il re longobardo e chiese l'aiuto di Carlo Magno. Desiderio e il figlio Adelchi, a lui associato al regno fin dal 759, non riuscirono a fermare l'esercito franco a Susa, guidato dal re franco e da suo zio Bernardo. Ritiratosi a Pavia, subì per un anno l'assedio da parte di Carlo, ma poi sconfitto fu mandato assieme alla moglie Ansa in Francia, in un monastero, a Liegi o forse a Corbie. Con lui finì il regno longobardo in Italia, durato 205 anni.
Desiderio appare nei romanzi del periodo carolongio. Desiderio appare come personaggio nella tragedia Adelchi di Alessandro Manzoni; in essa il re viene caratterizzato da ardore vendicativo, in contrapposizione con la superiore sensibilità del figlio Adelchi.
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