Corpo volontari della libertà
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Il Corpo volontari della libertà è stato il primo corpo di partigiani ufficialmente riconosciuto sia dagli Alleati che dal Governo italiano.
Si sviluppò nel periodo appena seguente alla cacciata dei fascisti che, alleati con i nazisti rimasti, avevano creato la repubblica di Salò.
Non riuscì ad assolvere la funzione che aveva portato alla sua costituzione ovvero l'organizzare sotto un unico comando le forze antifasciste presenti soprattutto nell'Italia settentrionale, ma restò comunque per molto tempo il gruppo di partigiani di riferimento.
Come quasi tutti gli appartenenti ai gruppi partigiani, i suoi seguaci non esitarono a commettere atti di vera e propria rappresaglia nei confronti di rivali politici. Come motivazione adducevano la rabbia per le migliaia di vittime causate dal regime che loro combattevano. Nonostante atti di questo genere non furono mai apertamente condannati dai potenti dell'epoca, anche loro amareggiati per le gravissime perdite sociali e morali del ventennio fascista.
Memorabile é stato, nelle ultime fasi della guerra partigiana, l'episodio della Resistenza nel quale il comando generale militare del Corpo Volontari della Libertà insediò il proprio quartier generale nel Convento delle suore di Riparazione, corso Magenta 50 a Milano, col permesso della Superiora Rosa Chiarina Scolari.