Castrazione
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La castrazione è la pratica che consiste nell'asportare o rendere inattivi gli organi riproduttivi (generalmente testicoli e ovaie) di uomini o animali. Generalmente praticata per via chirurgica, può essere praticata anche con farmaci (castrazione chimica) o radiazioni.
Oggi la castrazione umana è fermamente condannata. Le forme di sterilizzazione umana praticate in età contemporanea non sono assimilabili alla castrazione né la castrazione umana (a differenza di quanto avviene con gli animali) viene impiegata come tecnica di sterilizzazione.
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[modifica] Castrazione animale
La castrazione è pratica assai diffusa in ambito veterinario per produrre esemplari con particolari caratteristiche caratteriali (bue) e che diano carni più tenere (cappone) o per avere esemplari (di animali domestici o infestanti) che non siano in grado di riprodursi. Attualmente, in Italia, la castrazione a carico delle strutture pubbliche (ASL Sez. Veterinaria) di cani e gatti vaganti è il principale strumento di contenimento del randagismo, in rispetto alle leggi vigenti sulla tutela degli animali da affezione.
[modifica] Castrazione umana
Oltre che come forma di punizione corporale e tortura in alcune culture la castrazione umana veniva praticata al fine di originare eunuchi o castrati.
[modifica] Cina
[modifica] Impero ottomano
Gli eunuchi erano posti a guardia dell'harem.
[modifica] Europa
In Europa la castrazione di fanciulli di circa otto - dieci anni, e comunque prima che il bambino subisse la 'muta della voce', era praticata per ottenere cantanti adulti con voci di timbro femminile. Veniva praticata una profonda incisione all'ano, dalla quale erano tirati fuori il cordone e i testicoli. Ad operare venivano chiamati, soprattutto, i norcini e i barbieri.
Nel XX secolo è stata praticata in diversi paesi su soggetti considerati al di sotto della media, da un punto di vista fisico o intellettivo, al fine di impedir loro la procreazione e con l'intento di migliorare il patrimonio genetico della specie.
