Angioplastica
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Questa voce è solo un abbozzo (stub) del Progetto Medicina. Se puoi, contribuisci adesso a migliorarla secondo le convenzioni del Progetto Medicina. Per l'elenco completo degli stub di medicina, vedi la relativa categoria.
angioplastica è una metodica mini-invasiva che consente di dilatare un restringimento del lume di un vaso sanguigno (stenosi) per mezzo di uno speciale catetere a palloncino che viene introdotto mediante puntura di un'arteria, generalmente l'arteria femorale comune, portato fino al vaso stenotico e successivamente gonfiato in corrispondenza della stenosi, in modo da ripristinare il normale diametro del vaso e permettere un incremento del flusso sanguigno.
Modi e tempi (pressione del palloncino, tempo di gonfiaggio, etc.) dipendono dall'entità della stenosi e dal tipo di vaso interessato.
I risultati dell'angioplastica (successo tecnico e durata dello stesso) dipendono da numerosi fattori: sede ed entità della stenosi sono quelli più rilevanti; deve inoltre essere considerata la composizione della placca che determina la stenosi (infatti placche con maggiore componente di calcio sono più "resistenti" alla dilatazione). In alcuni casi tuttavia il risultato è poco durevole nel tempo e deve essere ripetuto o integrato da altra metodica. L'angioplastica determina una "lesione controllata" nella placca che causa la stenosi, danneggiandola. Il danno fisico causato alla placca è alla base di alcune complicanze della procedura (dissezione del vaso, embolia periferica) che possono essere risolte per via endovascolare (posizionamento di stent, fibrinolisi periferica) o possono necessitare di trattamento chirurgico.
Virtualmente ogni vaso stenotico può essere sottoposto ad angioplastica: le applicazioni più comuni sono nel campo della cardiologia interventistica (angioplastica delle arterie coronarie) e nel trattamento delle lesioni stenotiche delle arterie degli arti inferiori (claudicatio); il trattamento delle stenosi carotidee, molto utilizzato in passato è stato progressivamente abbandonato in favore di trattamenti più stabili e meno gravati da complicanze (la lesione controllata della placca carotidea secondaria ad angioplastica può causare la migrazione distale di frammenti di trombo e quindi essere responsabile dell'insorgenza di TIA o ictus).