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Acquedotto storico di Genova - Wikipedia

Acquedotto storico di Genova

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

L'acquedotto storico di Genova parte dal comune di Bargagli, in alta Valbisagno, attraversando per intero i quartieri di Molassana, Staglieno, Circonvallazione a monte fino a Castelletto, per finire alla Ripa (o Sottoripa), in prossimita del porto antico, oggi attrazione turistica, un tempo primo frammento del grande porto.

Oggi l'acquedotto si configura come uno stupendo percorso pedonale lungo ventotto chilometri, in un suggestivo scenario.

[modifica] La storia dell'acquedotto

La Valbisagno sin dall' epoca romana ha "donato" l'acqua alla città di Genova, bisognosa di questo essenziale elemento per la vita degli abitanti, per l'attività di molini e opifici, per il rifornimento delle navi, che sceglievano l'approdo al Molo, per l'approvigionamento idrico.

Proprio a Molassana duemila anni fa, avvenne la prima captazione di acque dal Bisagno, tra il Giro del Fullo e le ripide di Monte Montanasco.
Una cascata formava il "Lago Dragonarius" e il primo nucleo del quartiere era situato su un isolotto al suo interno, di proprietà del Vescovo (fatto di cui rimane traccia nella toponomastica di Via Isola del Vescovo, appunto).

Sotto le insegne
di san Giorgio


Croce di San Giorgio

Dal lago il prezioso liquido veniva convogliato in fossati e portato a Sant'Andrea, con un percorso di sette chilomentri.

Lo sviluppo del porto e dell'abitato indussero, nei secoli, i governanti a ricercare più copiose sorgenti in altura.

La storia vera e propria dell' Acquedotto così come lo si conosce oggi ha inizio qui. Attorno al 1050 viene scelto il sito del Veilino, sopra la necropoli di Staglieno, con la necessità di opere murarie a sostegno dei canali.
Gli amministratori si affrettarono, in quella occasione, ad intrecciare il bisogno della funzionalità e del trasporto di ingenti quantità di acqua con l'arte, dando vita ad opere di architettura ancora presenti nel capoluogo ligure.

Così la storia della via genovese dell'acqua è anche quella di ponti eccezionali e arcate superbe inserite successivamente nel panorama urbanistico della Valbisagno e del centro storico. Le testimoniante si ritrovano nei ponti e nelle arcate (Cavassolo, Rio Torbido, Geirato, Ronco, Trensasco, Cicala, Preli, Veilino, Sant'Antonino, Briscata, Casamavari, Burlando, Manin, Palestro, Caffaro, Castelletto, Acquasola, Sarzano, Caricamento, Mandraccio).

La storia dell'Acquedotto è il racconto di una civiltà che ha espresso grandissimi architetti e ingegneri come Claudio Storace, Matteo Vinzoni, Carlo Barabino. I portici di Sottoripa sono costruiti sulle arcate dell'acquedotto che portava acqua alle navi. Palazzo della Provincia, della Prefettura, Porta di Vacca, Fontana di Piazza Sarzano, Mura dell'Acquasola e Campo Pisano, sono pezzi storici di Genova, realizzati su strutture del condotto.

Verso il 1300 l'inizio dell'acquedotto si sposta a monte presso Trensasco.
La penuria idrica porta nel 1491, alla creazione del Magistrato delle Acque, che redige una specie di piano regolatore volto all'incremento delle risorse prima sul tratto esistente, poi con il prolungamento da Trensasco alla Presa di Bargagli, deciso nel 1623 e attuato in pochi anni.

Appena entrato in funzione, nel 1641, il giro del Geirato presenta gravi problemi di stabilità. Attorno al 1650 G.B.Costanzo propone l'abbandono del giro. Il 16 gennaio 1660 il Magistrato delibera la costruzione del Ponte Sifone del Geirato.

Le vicende di questa opera appaiono incredibili, si apre una discussione tra architetti che dura centododici anni fino al 1772. In soli cinque anni il ponte con le sue ardite arcate è costruito. Ma solo nel 1793, dopo innumerevoli problemi dovuti alla scarsa tenuta delle tubature alla pressione, l'acqua del Geirato può finalmente giungere a Genova.

Nel 1825 sotto la direzione di Carlo Barabino si coptano anche le acque del Rio Torbido. Per più di cento anni il ponte sifone rifornisce Genova, poi le necessità maggiori di acqua della neonata Grande Genova spostano gli interessi verso l'alta Val Polcevera è l'acqua del Gorzente.

[modifica] L'acquedotto storico: evoluzione

La trasformazione della strada dell'acqua abbandonata in struttura ambientale diviene il sogno di sportivi amanti della natura, dell'aria pulita. Università, associazioni, comitati, promuovono iniziative per il recupero. Nel 2001 in occasione del G8 a Genova i progetti sono inseriti nelle priorità dall'Amministrazione Comunale.

Nel 2004, anno di Genova Capitale europea della Cultura, viene ristrutturato il ponte sifone del Veilino (anch'esso opera di Barabino). Si sta ora provvedendo alla ristrutturazione del lotto del Geirato, che ha la caratteristica strategica di collegare i percorsi interrotti tra Prato e Staglieno.

Oggi il canale in pietra dove scorreva l'acqua è il camminamento per un itinerario escursionistico frequentatissimo dalle famiglie genovesi e ancora sconosciuto alla grande massa dei turisti. Il completamento della sua ristrutturazione è un tassello importante per l'allargamento del turismo nel capoluogo ligure al turismo di tipo escursionistico, da cui trarrebbe beneficio lo stupendo e spesso sottovalutato entroterra genovese.

La possibilità di una promenade-parco a mezza costa tra la vallata e il parco dei Forti di Genova(che toccano e attraversano una parte della Val Bisagno) arricchisce la prospettiva di crescita della città e della Provincia ed è una necessità dal punto di vista storico-culturale dato il valore e la bellezza dell'opera.

L'8 ottobre 2006 si è svolta la prima grande Festa dell'Acquedotto in cui i volontari delle diverse associazioni si sono adoperati per ripulire tratti significativi del percorso e le aree limitrofe, coinvolgendo la cittadinanza con gite e stand gastronomici, nella speranza che la tradizione si ripeta ogni prima domenica di Ottobre, di anno in anno.

[modifica] Bibliografia

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