Ugo di Provenza
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Ugo di provenza (?-947) re della marca provenzale, viene chiamato in Italia nel (926) da Ermengarda, moglie dell'allora Re d'Italia Rodolfo di Borgona e vedova del marchese d'Ivrea. Il re scoperto l'intrigo esce di senno e viene riportato in Borgogna. Nel 926 quindi, Ugo viene proclamato re d'Italia. Nel 932, rimasto vedovo, viene chiamato a Roma da Marozia, senatrice ed esponente della potente famiglia di origine longobarda dei Tuscolo. Sceso a Roma,il matrimonio vine officiato da Papa Giovanni XI, figlio di Marozia e del defunto Papa Sergio III. I due sposi prendono possesso di castel s'antangelo e pongo il loro talamo nuziale presso la tomba dell'imperatore Adriano. Nello stesso anno, a causa di una lite scoppiata tra Ugo e il figlio di secondo letto di Marozia, Alberico II di Spoleto (il quale aveva sobillato il popolino dell'urbe), l'imperatore è costretto a fuggire da Roma e a riparare a Pavia. Nel 933 Ugo cerca di porre sotto assedio la città perduta ma senza riuscirvi. Nel 936 ritenta cercando di riconciliarsi col figliastro dandogli in sposa la figlia Alda, avuta dal primo matrimonio con Ermengarda. Subdorando l'inganno, Alberico accetta la donna ma non invita Ugo al matrimonio. Nel 941 scende per la terza volta nell'urbe ma anche questo tentativo non da gli esiti sperati.Nello stesso anno si associa al trono il figlio Lotario, avuto con la nuova moglie, vedova di Rodolfo II di Borgogna. A questo punto un nuovo contendente gli contesta la corona,il marchese Berengario d'Ivrea insieme al figlio Adalberto. Nel 941, Ugo ritorna in Lombardia riuscendo a pacificarsi con i conti che gli si erano ribellati. Berengario dovette quindi riparare in germania, presso Ottone I della casata di Sassonia. Nel 944 gli giunge la voce che i conti lombardi stanno di nuovo sollevandosi contro Ugo e ritorna col figlio in Italia. Lotario gli muove incontro chiedendogli di lasciargli la corona e, il marchese d'Ivrea, non sentendosi abbastanza forte glie lo concese. Stanco e malato, Ugo fà ritorno in provenza dove vi muore ad Arles nel 947, tra le braccia di una contadina dopo una indigestione di fichi secchi.