The Lady of Shalott
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"The Lady of Shalott" è un poema romantico scritto dal poeta inglese Alfred Tennyson (1809-1892). Come altri poemi iniziali dell'autore - "Sir Lancelot and Queen Guinevere" e "Galahad" - questo rielabora il soggetto arturiano basato su fonti medievali e introduce alcuni temi che si realizzeranno con maggiore compiutezza in "Idylls of the King" dove viene raccontata la leggenda di Elaine.
[modifica] Descrizione
Il poema, del quale Tennyson scrisse due versioni, una nel 1833, composta di venti strofe, e una nel 1842 di diciannove strofe, è basato probabilmente su una storia di Thomas Malory: "La Morte d'Arthur", riguardante Elaine di Astolat, una donna che si innamora di Lancillotto, ma muore di dolore non potendo essere corrisposta. In ogni caso lo stesso Tennyson affermò che il poema era basato su una novella italiana del tredicesimo secolo intitolata "Donna di Scalotta", incentrata sulla morte della ragazza e sulla sua accettazione a Camelot piuttosto che sul suo isolamento nella torre e sulla sua decisione di partecipare al mondo esterno, due elementi non menzionati nella "Donna di Scalotta". La donna del poema di Tennyson vive in una torre sull'isola di Shalott, in un fiume vicino a Camelot. E' vittima di una maledizione: è destinata a morire non appena avrà guardato verso Camelot. Così guarda all'esterno attraverso uno specchio, e tesse ciò che vede in una tela magica. Sebbene sia tentata dall'osservare la vita reale che c'è fuori dalla sua finestra, sa che se lo facesse andrebbe incontro alla fine della propria vita. Un giorno, tuttavia, vedendo Lancillotto attraverso il suo specchio, capisce come non era mai successo prima quanto è stanca della sua esistenza, destinata com'è a guardare il mondo solamente attraverso ombre e riflessi.
![]() «On burnish'd hooves his war-horse trode;
From underneath his helmet flow'd |
![]() «Con zoccoli bruniti passava il suo cavallo;
Da sotto il suo elmo fluirono |
La Dama di Shalott soccombe così alla tentazione e guarda direttamente fuori mentre Lancillotto cavalca sotto la torre cantando, e i suoi occhi si appoggiano su Camelot.
![]() «Out flew the web and floated wide
The mirror crack'd from side to side; |
![]() «La tela volò fuori e fluttuò spiegata
Lo specchio si crepò da lato a lato; |
A questo punto lascia la torre, trova una barca sopra la quale scrive il suo nome, e si lascia trasportare verso Camelot lungo il fiume, cantando una canzone triste e spegnendosi cantando. Arriva raggelata dalla morte, e tra i cavalieri e le dame che la vedono c'è Lancillotto:
![]() «"Who is this? And what is here?"
And in the lighted palace near |
![]() «"Chi è? E che c'è qui?"
E nel vicino palazzo illuminato |
"In un senso più generale, è facile dire che il fascino preraffaellita riguardo al ciclo arturiano è rintracciabile fino al lavoro di Tennyson" (Zanzucchi). Il biografo di Tennyson Leonèe Ormonde riscontra che il materiale arturiano è "introdotto come un valido substrato per lo studio dell'artista e dei pericoli dell'isolamento personale". Qualcuno considera "The Lady of Shalott" un'opera rappresentativa del dilemma che si presenta ad artisti, scrittori e musicisti: Creare un lavoro sul mondo e per celebrare il mondo, oppure godere del mondo semplicemente vivendolo.
[modifica] Trasposizioni pittoriche
La storia della Dama di Shalott era particolarmente popolare tra gli artisti del movimento preraffaellita, che condividevano gli interessi di Tennyson nei confronti del ciclo arturiano; molti esponenti della pittura preraffaellita produssero dipinti basati su episodi del poema. L'edizione Moxon del 1857 dei lavori di Tennyson fu illustrata da William Holman Hunt e Dante Gabriel Rossetti. Hunt raffigurò il momento in cui la Dama si volta a guardare Lancillotto. Rossetti rappresentò la contemplazione di Lancillotto del suo "viso grazioso".
Nessuna delle illustrazioni piacque a Tennyson, che criticò Hunt per aver raffigurato la Dama aggrovigliata dai fili della sua tela, un passaggio che non era descritto nel poema. Hunt spiegò che voleva riassumere l'intero poema in una singola immagine, e che l'essere intrappolata dai fili suggeriva l'idea del bizzarro destino che aveva colpito la donna. La scena affascinò Hunt, che ritornò alla composizione in momenti diversi della sua vita, fino a dipingerne una versione in ampia scala poco prima della sua morte. Questa evocazione, accuratamente concepita, della Dama intrappolata all'interno dei cerchi perfetti della sua realtà femminile, è un'illustrazione rappresentativa della mitologia dell'arte della tessitura. Nel 1888 il poema ispirò John William Waterhouse a dipingere la Dama di Shalott alla deriva nella sua imbarcazione funebre. Egli dipinse anche una variante della composizione di Hunt.