Teoria generale dei sistemi
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Noi abbiamo la tendenza a ripetere modelli interattivi di comportamento pregressi e talora assai precoci rispetto al nostro sviluppo, adeguandoli ai ruoli richiesti e rinforzati dall'ambiente. Ogni individuo, possedendo dei confini tra dentro (inside) e fuori (outside), è di per sé un sistema; un insieme di individui è un sistema, una organizzazione e la cultura di una organizzazione sono sistemi. Ne discende che una grossa organizzazione (una impresa, una istituzione) comunica con modalità simili a quelle di un individuo e ne possono essere letti il comportamento e l'ideoaffettività con i medesimi strumenti che riserviamo allo studio ed al cambiamento dell'individuo che comunica. Di questo era consapevole lo psichiatra e fondatore della analisi transazionale, Eric Berne, quando dalla monade si spostò alla diade e quindi ai gruppi e ai sistemi, già nel 1963, con il volume Structure and Dynamics of Organizations and Groups. "Pensare in termini di sistemi gioca un ruolo dominante in un ampio intervallo di settori che va dalle imprese industriali e dagli armamenti sino ai temi più misteriosi della scienza pura…" Così scriveva già nel 1967 Ludwig von Bertalanffy nella introduzione al suo fondamentale volume Teoria Generale dei Sistemi. Pensare in termini di sistemi è divenuto da allora un vero e proprio approccio epistemologico comune alle scienze fisiche, biomediche, psicosociali. Ogni disciplina che si interessi di interazioni va pensata o ri-pensata in termini di sistemi. Alla teoria dei sistemi si fa riferimento per la profonda influenza che essa, dalla seconda metà del secolo scorso, ha avuto ed ha su qualunque teoria della comunicazione: in primis alludiamo agli insegnamenti di Gregory Bateson e alla Scuola di Palo Alto (che hanno dato origine alla metodologia della psicoterapia sistemica); alla analisi transazionale (si veda il citato Eric Berne). Le più accreditate teorie della comunicazione, sviluppate storicamente in discipline differenti dalla seconda metà del secolo scorso, si basano su una comune epistemologia scientifica ed, affrontando la comunicazione all'interno di aggregati e tra aggregati (umani e non), afferiscono naturalmente alla teoria dei Sistemi. Torniamo ai Sistemi. Prendiamo degli elementi qualsiasi (uomini, cellule, moduli elettronici, città ecc.) e notiamo la loro contiguità, vicinanza che pare raggrupparli in insiemi.
Nell'insieme, il complesso osservabile di elementi può essere considerato la somma di elementi ciascuno dei quali va considerato autonomo, indipendente dagli altri. Non è che un insieme, un complesso di elementi ma non abbiamo informazioni in più rispetto alla informazione di un "insieme". Nel caso del sistema invece vi è una informazione in più che descrive come alcuni di quegli elementi siano in relazione tra loro. Che cosa è dunque un sistema? Un sistema può essere definito come un complesso di elementi interagenti E' dunque l'interazione che ci consente di differenziare un sistema. L' interazione non è una cosa-in-sé come una sedia o un cavallo. L'interazione va dedotta ed è virtuale. Se osservo dalla finestra un insieme di persone che camminano sul marciapiedi questo è un insieme e basta: se noto che un elemento è in relazione ad un altro (tra la folla un uomo ed un bambino si parlano o sono mano nella mano) noi abbiamo identificato un sistema grazie ad una relazione tra elementi. Avremo bisogno di osservare altri comportamenti (interazioni) per stabilire se quel sistema-a-due (diade) sia una diade padre-figlio o una altra diade (zio-nipote, fratello grande-fratello piccolo, rapitore-rapito ecc). Se quella diade si sta spostando nella folla noi siamo in grado di enuclearli dalla massa quasi avessero un confine invisibile che li circonda. E' il confine di sistema.