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Spluga della Preta - Wikipedia

Spluga della Preta

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

La Spluga della Preta è un abisso carsico che raggiunge una profondità esplorata di 985 metri. Si trova nel comune di Sant'Anna d'Alfaedo vicino alla sommità del Corno d'Aquilio a nord. L'imbocco della Spluga fa parte delle zone delle pialde ultimo lembo della provincia di Verona che si incunea in quella di Trento. La profondità attualmente esplorata è di 985 metri nel suo punto più basso con cunicoli ancora inesplorati.

[modifica] La storia della scoperta e dell'esplorazione

Le prime tracce scritte dell'esistenza della Spluga si trovano nel 1901 in una pubblicazione di un insegnante di Ala nella sottostante Valdadige, don Giovanni Cosser dal titolo Brevi notizie sui Monti Lessini, ne usò il termine dato dai trentini: bus de Pealda. Da sottolineare che in quei tempi fra Ala e Sant'Anna vi era il confine di stato, un confine aperto fissato solo nel 1750 con linee certe. Era conosciuta anche in precedenza, ma prima dell'utilizzo come alpeggio della valle retrostante il Corno d'Aquilio e il Corno Mozzo la zona era scarsamente antropizzata e visitata. Vi sono comunque tracce preistoriche. Il Cosser nel suo studio fece la prima valutazione errata della profondità del camino di entrata. La stimò in 500 metri basandosi su valutazioni empiriche. Poco dopo, nel 1904, il Prefetto di Verona Conte Sormani Moretti ne ripeté la descrizione senza valutarne la profondità.

La prima stima corretta della profondità del primo camino si ha nel 1909 in una pubblicazione del CAI: 129 metri. Si dovette attendere fino al 1925 per avere la prima spedizione scientifica che iniziò ad esplorare i cunicoli. Ed inizio una continua serie di fermate e ripartenze che stimarono ed esplorarono cunicoli e sale sempre più profondi Ritennero, sbagliando, di aver raggiunto quota - 637

La ricerca di nuove vie nella Spluga riprese solo nel 1954 in una spedizione organizzata non localmente. Fu la Societa' Adriatica di Scienze Naturali di Trieste che ripercorse l'itinerario del 1925 e 1926 stimando la profindità a -594 metri. Dopo questa spedizione riprese l'esplorazione da parte di gruppi locali, come il G.E.S. Falchi, il gruppo speleologico veronese in collaborazione con gruppi italiani e stranieri. In cinque spedizioni, avendo come priorità sia l'aspetto sportivo di ricercare nuove profondità sia l'aspetto scientifico di studio degli ecosistemi sotteranei, si raggiunse il 10 luglio 1963 la Sala Nera che rimase il fondo dell'abisso per una decina di anni a circa 900 metri di profondità.

Nella ricerca di quegli anni diventano importanti i Cargnel, Mario e Lorenzo padre e figlio, che da provetti fotografi portarono in superficie immagini dei cunicoli e delle sale della Spluga. Nelle spedizioni oramai annuali diventò altresì importante anche la ricerca ed il recupero di rocce e vita sotterranee.

Fu in quegli anni che le esplorazioni dell'abisso raggiunsero le quote più profonde esplorate al mondo, poi superate in una ricerca di esplorazione a collaborazione internazionale da altri abissi nel mondo.

Il 20 luglio 1964 vi fu l'unica perdita umana nell'esplorazione della Spluga. Morì Marisa Bolla Castellani, moglie del capospedizione Luigi Castellani. La cronistoria fatta sul sito del FIE si trova al link sottostante. Nel periodo 1970 1975 si arrivò con una serie di spedizioni all'attuale punto conosciuto più basso a 985 metri di profondità dall'imbocco. Da allora grosse spedizioni non furono più organizzate, salvo una con una forte impronta ecologica. Dal 1988 al 1992 l'operazione Corno d'Aquilio ebbe come obiettivo di procedere alla pulizia dell'abisso, di dare un completamento organico ai rilievi scientifici anche di flora e fauna, di effettuare foto e riprese cinematografiche e di fare precisi rilievi metrici dei percorsi dell'abisso.

Da oltre 30 anni è uno degli abissi più frequentati al mondo per la rilevazione precisa dei percorsi e conseguentemente della messa in stato di sicurezza. Negli ultimi anni ci sono state spedizioni provenienti da più paesi, in uno scambio delle relative conoscenze speleologiche.

Attualmente l'abisso con la maggiore profondità conosciuta è la grotta Krubera in Abkazia in Georgia, scoperta nel 1960. Il punto più profondo è a -2.080 metri dall'ingresso.

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