Santuario della Madonna della Corona
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Il santuario della Madonna della Corona è sul confine fra Caprino Veronese e Ferrara di Monte Baldo, in un incavo scavato nella roccia. Tuttavia appartiene alla val d'Adige e come culto alla Lessinia e al vicentino.
[modifica] La storia
È vicino a Spiazzi dove era un romitaggio nel XV secolo. Divenne santuario nel 1625 quando i cavalieri di Malta fecero rifabbricare la chiesa. Nel 1899 venne ingrandito e abbellito con una facciata gotica. All'inizio il santuario era noto col nome di Santa Maria di Montebaldo. Mentre una volta vi si accedeva solamente attraverso una salita di gradini dalla valdadige oggi è raggiungibile anche via strada. Vi si venera una statuetta della Madonna che regge in grembo il Cristo morto. La leggenda dice che l'immagine dell'Addolorata sia miracolosamente apparsa nel 1522, al tempo dell'occupazione turca di Rodi dove essa sarebbe stata in precedenza custodita. La piccola scultura in pietra dipinta è, in effetti, del primo Quattrocento, ma fu donata, certamente come ex-voto da Ludovico di Castelbarco, nel 1432. Il materiale è della zona e la forma deriva dallo stile Vesperbild d'oltralpe.
[modifica] La devozione
La devozione alla Madonna della Corona è documentata in molte località della diocesi di Verona e Vicenza e particolarmente nelle parrocchie dalla Lessinia. Nella parrocchiale di Sant'Anna d'Alfaedo un quadro descrive il trasporto della Madonna della Corona da Rodi alle rocce del Monte Baldo. Da tutta la Lessinia partivano e partono pellegrinaggi romei di un giorno, dal vicentino di due giorni, con un tragitto particolare. Non si percorre l'alta Lessinia con le sue strade lunghe e tortuose, ma ci si innesta con una ripida mulattiera che porta alla conca dei Parpari e si innesta nella montagna veronese dietro i corni attraverso San Giorgo di Bosco Chiesanuova, Podesteria di Erbezzo e dal Passo delle Fittanze si scende attraverso il passo della Liana a Fosse ultimo paese della Lessinia prospiciente il Monte Baldo. È tradizione offrire un dolce tipico ai pellegrini vicentini al passi delle Fittanze,