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Quino - Wikipedia

Quino

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Joaquín Salvador Lavado più conosciuto come Quino (Mendoza17 luglio 1932) è un autore di fumetti argentino.

Indice

[modifica] Infanzia e adolescenza

Nacque il 17 luglio 1932 (anche se all'anagrafe risulta nato il 17 agosto) e in famiglia, fin dalla nascita, venne chiamato Quino per distinguerlo dallo zio Joaquín Tejón, pittore e disegnatore pubblicitario.

Durante l'adolescenza rimase orfano di madre (1945) e di padre (1948) e, terminata la scuola dell'obbligo, si iscrisse alla Scuola di Belle Arti di Mendoza nel 1945 che abbandonò quattro anni dopo. L'anno successivo riuscì a vendere il suo primo fumetto di pubblicità ad un negozio di tessuti.

[modifica] Il sogno e la sua realizzazione

Nel 1951 si recò a Buenos Aires con l'intenzione, vana, di trovare lavoro come fumettista. Tornò quindi a Mendoza e, dopo il servizio militare, nel 1954 si trasferì a Buenos Aires sempre con l'intento di realizzare il suo sogno di lavoro. E questa volta le cose andarono diversamente: i suoi disegni infatti vennero pubblicati regolarmente sulla pagina umoristica del settimanale "Esto es". È solo l'inizio di una lunghissima carriera che ha visto i suoi disegni comparire su centinaia di quotidiani e periodici latino americani ed europei. Nel 1957 iniziò a pubblicare con regolarità su "Rico Tipo" e l'anno successivo cominciò ad occuparsi anche di grafica pubblicitaria.

[modifica] Nasce Mafalda

Nel 1962 realizzò la sua prima mostra in una libreria di Buenos Aires e l'anno successivo pubblicò il suo primo libro "Mundo Quino" che raccoglie vignette mute. Ma il 1963 è da ricordare soprattutto per la nascita di Mafalda. La genesi della piccola-grande bambina è abbastanza strana: doveva infatti servire per pubblicizzare una marca di elettrodomestici: la Mansfield il cui logo conteneva una M e una A (da cui Mafalda). Quino non fece quella campagna pubblicitaria ma gli restarono alcune strisce. Nel 1964 la bambina, a cui il nome di Quino è ormai indissolubilmente associato, comparve in tre strisce pubblicate da "Gregorio", supplemento umoristico della rivista "Leoplán", Il 29 settembre Quino inizia a pubblicare regolarmente le strisce di Mafalda su "Primera Plana", il settimanale argentino più importante dell'epoca. Il 9 marzo dell'anno successivo terminò la collaborazione con il settimanale e Mafalda passò sulle pagine del quotidiano "El Mundo". Per il Natale 1966 l'editore Jorge Álvarez pubblicò il primo libro che raccoglieva in ordine cronologico le strisce di Mafalda. La tiratura di 5.000 copie andò esaurita in due giorni.

La collaborazione con "El Mundo andò avanti per oltre due anni e mezzo, fino al 22 dicembre 1967 quando il quotidiano chiuse. Nel frattempo Jorge Álvarez pubblicò il secondo volume-raccolta delle strisce. La terribile bambina ricompare in edicola solo il 2 giugno 1968 (su "Siete días"). In quell'anno non solo Jorge Álvarez pubblica altri due volumi di Mafalda, ma per la prima volta trenta strisce del personaggio vengono pubblicate in Italia all'interno del volume antologico "Libro dei bambini terribili per adulti masochisti". Il primo volume completamente dedicato a lei nel nostro paese apparve solo un anno dopo: si intitolava "Mafalda la contestataria" e la prefazione portava la firma di Umberto Eco; intanto in Argentina usciva il quinto volume della serie.

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