Web - Amazon

We provide Linux to the World


We support WINRAR [What is this] - [Download .exe file(s) for Windows]

CLASSICISTRANIERI HOME PAGE - YOUTUBE CHANNEL
SITEMAP
Audiobooks by Valerio Di Stefano: Single Download - Complete Download [TAR] [WIM] [ZIP] [RAR] - Alphabetical Download  [TAR] [WIM] [ZIP] [RAR] - Download Instructions

Make a donation: IBAN: IT36M0708677020000000008016 - BIC/SWIFT:  ICRAITRRU60 - VALERIO DI STEFANO or
Privacy Policy Cookie Policy Terms and Conditions
Quaderno di quattro anni - Wikipedia

Quaderno di quattro anni

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Questa voce è da wikificare

Questa voce riguardante un argomento di letteratura necessita di essere "wikificata", ovvero formattata secondo gli standard di Wikipedia (vedi l'elenco delle voci da wikificare). Modifica questa voce (anche se non sei esperto di letteratura) seguendo le linee guida di Wikipedia e poi rimuovi questo avviso. (voce segnalata nel mese di luglio 2006) Vedi anche: Progetto letteratura Portale letteratura Segnalazione di Draco Roboter

Quaderno di quattro anni, il sesto libro poetico, fu pubblicato nel 1977 dalla Casa editrice Mondadori e contiene 111 poesie. Come già in Diario del ’71 e del ’72 il libro non è diviso in sezioni e le poesie si susseguono l’una dopo l’altra senza un tema predeterminato e ogni poesia svolge un tema suo senza antecedente né conseguente nella forma libera già conosciuta nel libro precedente.

La prima poesia è L’EDUCAZIONE INTELLETTUALE.

Questa è un poesia importante e ad anche bella. Montale ripercorre la sua esperienza poetica e cultuale, partendo dall’opera di Paul Valey “Il cimitero marino” , per arrivare poi ai razionalisti e agli irrazionalisti che sono simboleggiati da Nietzsche, affermando il suo pessimismo esistenziale ed antropologico e conclude con questi versi sconsolanti:<<E passò molto tempo./ tutto era poi mutato. Il mare stesso/ s’era fatto peggiore. Ne vedo ora crudeli assalti al molo, non s’infiocca / più di vele, non è il tetto di nulla,/ neppure di se stesso.>>. Dopo molte poesie di vari temi e di giudizi suoi su molta aspetti della sua vita e sulla natura e su vari personaggi si arriva al primo capolavoro VIVERE.

Questa poesia esprime tante sensazioni ed emozioni davvero profonde e personale. Presenta anche una ricchezza di idee esistenziali davvero profonde ed originale. Il poeta parte con un fleshbak e incomincia a raccontare la sua vita dal momento della sua nascita in un mondo prenatale. Non consoce la filosofia però parla di Epitteto, il quale affermava che anche uno schiavo poteva essere libero interiormente, poi parla da vecchio saggio poiché dice che la rinunzia alla vita era un fatto nobile lo avrebbe detto, invece disse appena che il ricordo della vita segue non anticipa. Poi parla dei giudici che lo promuovono ugualmente e uno gli consegna l’accessit. Poi riprende l’epigrafe e fa parlare Villiers secondo il quale la vita non è la vita epifania né l’oltre vita ma una sfera occulta di un genio. Lui non conosce gli altri e ignora anche se stesso. Infine il poeta che era scomparso rientra e dice la sua:<<Respirava l’aria/ dell’Eccelso, come io quella pestifera / di qui>>.

La conclusione è il messaggio della poesia: la sola vita degna di essere vissuta è quello dell’Eccelso, l’altra vita quella giornaliera e banale degli uomini comuni non è degna di essere vissuta. Ed ecco l’importanza dell’epigrafe Vivere? Lo facciano per noi i nostri domestici, come dire la vita, con la V maiuscola, è sola quella dell’Eccelso, l’altra quella umana la vivano per noi i nostri domestici, qui identificati, come gli uomini schiavi della vita, come esseri inferiori, ma non viventi. Montale espone il suo punto di vista sulla vita ed esprime anche il suo disprezzo per una vita banale ed inferiore. La bellezza della poesia sta nella varietà dei contenuti e nella bellezza dell’espressioni. Sembra una prosa ma invece è una poesia perché il ritmo e l’originalità delle espressioni sono talmente nuove e personale che stravolgono il lettore facendolo spaziare da tono surrealistico a un tono tragico a un tono ironico e sarcastico. Anch’io condivido questa tesi: la sola vita degna di essere vissuta è quella dell’Eccelso, l’altra vita quella epifania, maledetta, priva di felicità non vale la pena di viverla e anch’io se avessi i miei domestici farei vivere la mia vita a loro!!!.

[modifica] Altre poesie

Segue a poco distanza un altro capolavoro poetico: SUL LAGO D’ORTA. Dopo aver descritto alcune immagini di una villa abbandonata Montale prova una strana angoscia e vede che su un terreno sabbioso vi sono dei Salici che piangono davvero e dove tutto è silenzio. E poi si chiede:<<Se il bandolo del puzzle più tormentoso / fosse più che un’ubbia / sarebbe strano trovarlo dove neppure un’anguilla tenta di sopravvivere>> e termina con un battuta finale, consueta in molte poesie montaliana, <<molti anni fa c’era qui / una famiglia inglese. Purtroppo manca il custode/ ma forse quegli angeli (angli) non erano così pazzi / da essere custoditi>>. Il messaggio della poesia è evidente: la vita è sorta in un luogo dove non poteva nascere, dove nemmeno, un’anguilla tenta di sopravvivere e dove i Salici piangono davvero. Non c’è bisogno di nessun bandolo tutto rimarrà oscuro ede incomprensibile agli uomini.

Segue un’altra poesia molto bella IN NEGATIVO. Montale mostra in questa poesia tutto il suo pessimismo, il quale si avvicina molto al pessimismo leopardiano,quando anche lui parla del solido nulla.

È la vittoria del nichilismo: tutti gli uomini sanno che siamo nulla e che non risarà che il nulla, ma ecco il tocco del genio poetico, Montale dice tutti compreso lui ama quel nulla così disperatamente. Alla fine risulta che la vita è tanto amata e tanto odiata, perché amiamo una cosa che è nulla che diventerà nulla, qualcosa che non esiste, ma per un breve attimo amiamo e ciò non si può negare. La vita è dunque un conquistarsi un biglietto da presentare a un burocrate per rilasciarci il salvacondotto per una altra vita di cui non si conosce niente. Dopo poche altre poesie si arriva ad un altro capolavoro poetico AI TUOI PIEDI.

Questa stupenda poesia su Dio è tutta costruita su un equilibrio di sfumature ironiche e sarcastiche su attese metafisiche e ritorni sulla terra. Con un tono emotivo vario: si passa dalla delusione all’illusione dalla scarsa fiducia in Dio all’attesa di un verdetto che non avrà molto importanza dato che sarà soggetto alle leggi del tempo e queste sono sempre imperfette, si passa dal chiedersi del senso dell’aldilà al senso di una vita trascorsa senza essere consultato prima di venire al mondo. (e su questo punto si riallaccia a Vivere). E nell’attesa di questo verdetto il poeta ripensa alla sua vita di quaggiù che gli sembra poca cosa e si chiede se tutto la sua consistenza sia consistita nel suo corpo ormai diventato incorporeo e quasi si addormenta. Il finale solito, tra ironia e sarcasmo, esprime tutta la delusione di un mondo Divino da cui provengono verdetti grati o ingrati ed esprime anche la delusione della condizione umana fatta essenzialmente e precariamente di un corpo che diventa evanescente e anche debole e allora si addormenta come fanno i bambini quando sono stanchi e si addormentano facilmente sulle braccia della madre.

Come già Montale aveva mischiato DEI e DIO come mitologia religiosa, ora Montale mischia salvezza eterna e sprofondamento nel nulla, come afferma nella poesia Le PROVE GENERALI, quando scrive:<<Le provi generali sono la parodia dell’intero spettacolo8se mai dovremo/ vederne alcuno di prima di sparire/ nel più profondo nulla.>> o come aveva scritto IN negativo:<<Non c’è stato nulla, assolutamente nulla dietro di noi,/ e nulla abbiamo disperatamente amato più di quel nulla>>. Anche ora non si capisce se Montale tiene di più per l’ipotesi della salvezza eterna per mano di Dio o se auspica il profondo nulla. La verità è che Montale non lo sa neppure lui, ma elenchi tutte le possibilità della gente comune: la via religiosa, la via atea, la via agnostica, la via scettica, la via meccanicistica, la via spirituale senza preferirne una. Dopo altre poesia si arriva a una breve poesia “Nel disumano” dedicata alla moglie in cui è evidente tutta l’incredulità e la limitatezza umana di fronte alla morte. Ecco i versi finali:<<Forse sei partita in fretta hai creduto / che chi si muove in fretta trova il posto migliore ./ Ma quale posto e dove? Si continua A pensare con teste umane quando si entra / nel disumano.>> E qui per disumano potrebbe intendersi un posto infernale o l’ade degli antichi greci.

Poco poesie dopo si legge “Quel che resta (se resta)” nella quale Montale riafferma la sua legge etica ed antropologica (già scritta nel famoso articolo Soliloquio):<<la vecchia serva analfabeta e barbuta…della vita non sapendone nulla ne sapeva più di noi, / nella vita quello che si acquista / da una parte si perde dall’altra.>>. Dopo altre poesie si legge “L’immane farsa umana /(non mancheranno ragioni per occuparsi / del suo risvolto tragico) non è affar mio>>.

Subito dopo arriva Fine si Settembre in cui si scaglia contro i vacanzieri e la vita quotidiana che lui considera banale o quasi la disprezza in non e di un passato che non c’è più e se la prende contro il passare inesorabile del tempo il quale scorre con un’orrenda indifferenza a volte un po’ beffarda come ora il canto / del rigogolo il solo dei piumati / che farsi ascoltare in giorni come questi>>. Questa poesia è il controcanto della Ginestra leopardiana. Qui al posto della ginestra c’è il rigogolo che canta beffardamente il lento trascorrere del tempo su una umanità destinata alla distruzione totale. Di fronte alla siccità universale l’uomo non può fare nulla e tutti i sogni svaniscono. Dopo poche poesie si legge “Al mare (o quasi). In questa poesia Montale si scaglia contro il malessere e l’inquinamento del tempo e identifica il male di quel periodo nella precarietà dei valori della società italiana. Infatti proprio in questi anni l’Italia stava vivendo gli anni di piombo e tutto era in crisi ( di fatti si stava passando dalla società moderna alla società postmoderna) e tutto questo gli sembrava lontano ormai dalla sua visione di vita semplice e pulita, lenta sicura. Si andava infatti in una società in cui tutto è veloce, precario flessibile spezzettato. E Montale conclude:<<Hic manebimus se vi piace non proprio / ottimamente ma il meglio sarebbe troppo simile /alla morte ( e questa piace solo ai giovani). Non staremo ottimamente forse staremo meglio vicino alla morte perché questa piace ai giovani perché non la temono in quanto la vedono lontano, mentre i vecchi la temono perché la vedono vicina. Dopo alcune poesia si arriva a “Dormiveglia” nella quale Montale ancora una volta esprime tutto il disprezzo per questa vita sulla terra. Ecco il testo.

E nella penultima poesia Montale esprime ancora una volta la sua incapacità di capire la vita. Ecco i versi finali:<<Ma ora / se mi rileggo penso che solo l’inidentità / regge il mondo, lo crea e lo distrugge/ per poi rifarlo sempre più spettrale/ e in conoscibile. Resta lo spiraglio / del quasi fotografico pittore ad ammonirci / che se qualcosa fu non c’è distanza/ tra il millennio e l’istante, tra chi apparve e non appare, tra che visse e chi/ non giunse al fuoco del suo cannocchiale. È poco/ e forse è tutto>>. Segue l’ultima poesia Morgana nella quale Montale confonde sacro e profano, fede e ragione, fantasia e realtà, racconto e storia, presente e passato. Ecco i versi finali:<<Hanno detto hanno scritto che ci mancò la fede. / Forse ne abbiamo avuto un surrogato./ La fede è un’altra. Così fu detto ma / non è detto che il detto sia sicuro. / forse sarebbe bastata quella della Catastrofe, ma non per te che uscivi per ritornarvi / dal grembo degli Dèi>>.

[modifica] Aspetti estetici di Quaderno di quattro anni

Quaderno di quattro anni presenta la forma già nota dell’ultimo Montale, ripresenta i temi già noti di Montale sulla vita e sulla morte sul tempo e sulla memoria e sui ricordi, eppure il libro contiene poesie singole che hanno una bellezza poetica incomparabile come Vivere, Ai tuoi piedi, In negativo, Fine di settembre Dormiveglia , I Miraggi, Morgana. Tutte poesie che esprimono un senso inquietante della vita e sulla vita. Montale non è un poeta dell’amore né dell’amicizia né dà certezze, Montale esprime tutto la sua incertezza, i suoi dubbi sulla vita e sulla morte e mostra che tutto è dubbio, che tutto può essere così come forse e già vissuto. Dunque gli aspetti estetici sono:

  • la varietà degli argomenti;
  • la sottile ironia e il sarcasmo che prevale anche con temi oscuri e dolorosi;
  • il mischiare toni scherzosi a toni dolorosi;
  • la visione della vita che oscilla tra il sublime e l’immondo / con qualche propensione per il secondo.
  • La divisione della vita tra eccelsa e domestica e la propensione a dire che la vera vita è quella dell’eccelso, mentre quaggiù si respira quella pestifera che non vale la pena di viverla.
Our "Network":

Project Gutenberg
https://gutenberg.classicistranieri.com

Encyclopaedia Britannica 1911
https://encyclopaediabritannica.classicistranieri.com

Librivox Audiobooks
https://librivox.classicistranieri.com

Linux Distributions
https://old.classicistranieri.com

Magnatune (MP3 Music)
https://magnatune.classicistranieri.com

Static Wikipedia (June 2008)
https://wikipedia.classicistranieri.com

Static Wikipedia (March 2008)
https://wikipedia2007.classicistranieri.com/mar2008/

Static Wikipedia (2007)
https://wikipedia2007.classicistranieri.com

Static Wikipedia (2006)
https://wikipedia2006.classicistranieri.com

Liber Liber
https://liberliber.classicistranieri.com

ZIM Files for Kiwix
https://zim.classicistranieri.com


Other Websites:

Bach - Goldberg Variations
https://www.goldbergvariations.org

Lazarillo de Tormes
https://www.lazarillodetormes.org

Madame Bovary
https://www.madamebovary.org

Il Fu Mattia Pascal
https://www.mattiapascal.it

The Voice in the Desert
https://www.thevoiceinthedesert.org

Confessione d'un amore fascista
https://www.amorefascista.it

Malinverno
https://www.malinverno.org

Debito formativo
https://www.debitoformativo.it

Adina Spire
https://www.adinaspire.com