Probabilità di default
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La probabilità di default (o tasso di insolvenza) è la probabilità che la controparte si renda inadempiente all’obbligazione di restituire il capitale prestato e gli interessi.
Le banche stimano la probabilità di default per valutare il rischio di credito connesso a un determinato prestito. Se ad esempio, la probabilità di default della clientela è del 5%, ciò significa che la banca prevede di poter perdere il 5% dei prestiti effettuati (nell’ipotesi teorica che tali prestiti siano privi di garanzie).
Esistono più approcci per la stima della probabilità di default. Il primo approccio si basa sulla valutazione soggettiva da parte dell’analista che deve concedere il prestito della situazione del prenditore. Il secondo approccio si basa su una serie di modelli statistici piuttosto complessi che conducono ad uno ‘’scoring’’, cioè attribuiscono un punteggio ad una serie di indici economici e finanziari, opportunamente ponderati. Sono in crescente utilizzo sia per la diffusione di tecnologie informatiche che ne facilitano l’uso, che per la semplicità con cui possono applicarsi a situazioni standardizzate come il credito al consumo. Il terzo approccio si basa sui dati storici pubblicati dalle agenzie di rating come Moody’s, Standard & Poor’s e Fitch. Il rating sintetizza in un giudizio (dal migliore AAA al peggiore di solito indicato come ‘’junk’’ cioè spazzatura) la situazione economico-finanziaria dei prenditori. Ai rating migliori si associano probabilità di default molto basse mentre scendendo nelle scale, che differiscono leggermente da agenzia ad agenzia, le probabilità di default crescono. I prenditori ‘’junk’’ hanno un’elevata probabilità di default.