Ponte di Veia
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Il Ponte di Veia è un ponte naturale con una arcata di 40 metri, uno spessore minimo di 9 metri e una larghezza di 20 metri
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[modifica] La sua ubicazione
È ai confini del comune di Sant'Anna d'Alfaedo (VR) situato al di sotto della contrada Crestena e della frazione Giare. È ad una altitudine di 602 msm ed è sul percorso del sentiero europeo numero 5. Il ponte è all'incrocio degli impluvi delle vallette di Crestena e Fenile, la continuazione dell'impluvio porta in Valpantena.
[modifica] La sua nascita
Il ponte è frutto di uno scherzo della natura. L'ipotesi più plausibile la propone Giuseppe Corrà. In principio vi era un covolo, una caverna carsica. La struttura della caverna era rappresentata da una sorta di architrave costituita dall'attuale ponte con al di sotto calcari più deboli. Il corso prevalentemente torrentizio delle acque passava sopra il ponte formando una cascata. Molto lentamente si crearono degli inghiottitoi che portarono il corso delle acque all'interno della grotta e che scavarono la parte più debole risparmiando l'arco del ponte costituita da lastriformi calcari del Rosso ammonitico.
[modifica] Il Ponte di Veia nell'arte
Il ponte, per la sua struttura ardita ha sempre attratto gli artisti, probabilmente il più famoso fu Andrea Mantegna che lo riprodusse a Mantova nel Palazzo Ducale all'interno degli affreschi della Camera degli Sposi.
La vulgata popolare riporta che Dante Alighieri, esiliato a Verona ospite di Cangrande Della Scala vi si ispiro' per le Malebolge. (Dante Alighieri visse a Verona, alla corte degli Scaligeri, alcuni anni del suo esilio. Suo figlio Pietro acquistò nel 1353 la possessione Casal dei Ronchi nella vicina Gargagnago, nel cuore della Valpolicella).
Il gigantesco castagno (albero di castagne) nelle immediate vicinanze viene detto Castagno di Dante.
[modifica] La presenza preistorica
Ai lati della base del ponte vi sono alcune grotte abitate in periodo preistorico. Gli studi e gli scavi iniziarono nel 1932 e furono condotti, tra gli altri, da Achille Forti, Ramiro Fabiani e Raffaello Battaglia. Gli scavi passarono successivamente al Museo Civico di Storia Naturale di Verona e successivamente ed attualmente all'Istituto di Geologia dell'Università di Ferrara. Molti dei reperti trovato sono nel Museo Paleontologico e Preistorico di Sant'Anna d'Alfaedo (VR) che raccoglie reperti che vanno dal Ponte di Veia ai bacini del comune di Fumane. Le stime della presenza umana partono dal Paleolitico superiore e risalgono a 100.000 anni fa, la permanenza dovrebbe essere durata fino a 10.000 anni fa, periodo di probabile decadenza degli estrattori di selci per l'apparizione dei metalli in quantità sufficiente per i lavori prima fatti con la selce. Gli abitanti vicino al ponte dovevano essere abili artigiani nel lavoro della selce costruendo frecce, aghi e punte. Come per altre comunità della zona si sono trovati loro manufatti in molte parti dell'Europa, dal nord della Francia fino in Polonia.
