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Pietro I Orseolo - Wikipedia

Pietro I Orseolo

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Pietro I Orseolo
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Pietro I Orseolo

Pietro I Orseolo (928 – fra il 982 e il 997) è stato un doge veneziano.

Fu il ventitreesimo doge della Repubblica di Venezia. Fu eletto dall'assemblea popolare, che si era riunita nella chiesa di San Pietro in Castello, all'età di quarantotto anni.

Indice

[modifica] Note biografiche

Pietro I Orseolo era di casata illustre, forse discendente dalla romana gens ursia. Era sposato con Felicia, della quale s'ignora il cognome. Fu il padre del ventiseiesimo doge Pietro II Orseolo.

[modifica] Il Dogado

Nei tumulti che avevano portato all'uccisione del predecessore Pietro IV Candiano era stato incendiato il palazzo ducale, ed il fuoco aveva poi distrutto gran parte della città. Pietro I Orseolo s'incaricò innanzi tutto della ricostruzione, in particolare del palazzo ducale e della Basilica di San Marco, nella quale fece porre in luogo segreto le ossa dell'evangelista; fece inoltre costruire due ospedali. Sul fronte estero, i rapporti con l'impero d'occidente erano compromessi, poiché Pietro IV Candiano era stato uomo di fiducia dell'imperatore Ottone II. Pietro I Orseolo permise allora che la moglie del defunto Pietro IV Candiano, che era parente dell'imperatore, conservasse tutte le proprietà del marito tragicamente defunto. Il 12 ottobre 977 ottenne dalla città di Capodistria il rinnovamento dei patti precedenti, i cui documenti erano andati bruciati nell'incendio del palazzo ducale.

[modifica] La fuga

Nel frattempo era venuto a Venezia Guarino, abate del monastero di San Michele di Cuxa (nei Pirenei), per adorare le reliquie di San Marco. Questi tornò successivamente a Venezia, e nella notte del 1 settembre del 978 il doge, in incognito, lo seguì per ritirarsi a vita monastica a Cuxa. Qui visse a lungo, dedito ad esercizi di penitenza. Non si conosce l'anno esatto della sua morte: le date supposte vanno dal 982 al 997. Fu sepolto nel chiostro della chiesa.

[modifica] La canonizzazione

Nel 1027 fu proclamato beato dalla chiesa di Roma, ed il suo corpo venne portato all'interno della chiesa di Cuxa. Intervennero poi molti spostamenti, finché il 6 dicembre 1644 le sue ossa furono chiuse in una cassa di legno dorato esposta sopra un'altare dedicato a San Romualdo, cui venne aggiunto anche il suo nome. Nel 1731 fu proclamato santo dalla Chiesa, e Venezia chiese di avere una reliquia del doge santo: furono spedite tre ossa della gamba sinistra. Queste arrivarono a Venezia nel 1732 ed il 7 gennaio 1733 vennero depositate nella Basilica di San Marco, dentro un'urna d'argento. Il 7 febbraio 1732 si svolse una sontuosa cerimonia, ed alla messa solenne cantò il celebre sopranista Farinelli. Da questa data, il senato stabilì che il 14 gennaio di ogni anno si svolgesse una messa solenne, alla presenza del doge, in cui venivano esposte le reliquie di San Pietro Orseolo. Nel 1790, al tempo della rivoluzione francese, per timore dei sacrilegi l'ultimo abate di Cuxa portò le reliquie nella chiesa di San Pietro di Prandes.

[modifica] Immagini

Un suo ritratto è conservato nella chiesa dell'Assunta annessa alla Ca' di Dio a Venezia, ed un mosaico del XIII-XIV secolo nella cappella del battistero della basilica di San Marco lo raffigura vestito da monaco e con il corno ducale in mano. Al suo ritratto, nella galleria dei dogi del palazzo ducale, fu aggiunta l'aureola dopo la canonizzazione. La moglie Felicita non fu dichiarata beata dalla Chiesa, ma è compresa in un elenco di beati veneziani.


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