Paretimologia
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Si definisce paretimologia, o falsa etimologia ogni tentativo non linguisticamente fondato di stabilire relazioni di parentela fra voci di una stessa lingua, o di lingue diverse, sia a fini di carattere (pseudo)scientifico (illustrare l'origine di una parola o avallare una forma di parentela linguistica e culturale), sia a fini espressivi (in quest'ultimo caso la paretimologia diviene una vera e propria figura retorica, sconfinando nel bisticcio).
Un esempio di paretimologia e di bisticcio a fini espressivi è dato dai nomi (di etimo incerto) degli eroi omerici Akhillèus (Achille) -ricondotto artificiosamente alla parola àkhos, "angoscia, sofferenza" (Achille come eroe della sofferenza, per l'onore leso e per il compagno caduto)- e Odyssèus (Ulisse, Odisseo) -ricondotto artificiosamente al verbo odýssomai "odiare" (Ulisse, Odisseo, cioè l'eroe "odiato" dagli dèi, e in particolare da Poseidone). Un'altro esempio è dato dalle false etimologie proposte da Esiodo e da Eschilo per il nome del dio supremo Zeus. Esiodo collega l'accusativo di Zeus, cioè Dia alla preposizione dià, per mezzo di, poiché tutto avviene per mezzo di (dià) Zeus; Eschilo collega l'accusativo dialettale (ionico) di Zeus, cioè Zen o Zena, al verbo greco Zen, vivere, poiché Zen è il dio principio di ogni vita.
Le paretimologie di carattere pseudolinguistico caratterizzano invece il metodo proprio dello studio prescientifico del linguaggio, concepito come entità immutabile e astorica e portatrice di simbologie al limite dell'oracolare, in base a una visione che è tipica dell'età antica e ancor più del Medioevo, ed è in ogni caso anteriore allo studio sistematico (inaugurato fra la metà dell'Ottocento e l'inizio del Novecento) della regolarità dei mutamenti fonetici e morfosintattici e all'analisi della distribuzione geografica delle varianti dialettali.