Novecento (film)
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Novecento | |
Titolo originale: | Novecento |
Paese: | Italia, Francia, Germania |
Anno: | 1976 |
Durata: | 318' |
Colore: | colore |
Audio: | sonoro |
Genere: | drammatico |
Regia: | Bernardo Bertolucci |
Soggetto: | Franco Arcalli, Bernardo Bertolucci, Giuseppe Bertolucci |
Sceneggiatura: | Franco Arcalli, Bernardo Bertolucci, Giuseppe Bertolucci |
Produzione: | Alberto Grimaldi |
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Fotografia: | Vittorio Storaro |
Montaggio: | Franco Arcalli |
Musiche: | Ennio Morricone |
Scenografia: | Ezio Frigerio |
Si invita a seguire lo schema del Progetto Film |
Novecento è un film del 1976 diretto da Bernardo Bertolucci.
[modifica] Trama
Il film narra la storia di due italiani nati lo stesso giorno del 1900, nello stesso luogo (una grande fattoria emiliana) ma su fronti opposti: Alfredo è figlio dei ricchi proprietari della fattoria, i Berlinghieri; Olmo è figlio di Rosina, contadina vedova della medesima fattoria, e non sa chi è suo padre data la promiscuità nella quale vivevano i contadini all'inizio del XX secolo, segregati di notte e sfruttati di giorno come bestie da soma. Proprio le lotte contadine e la Grande Guerra dapprima, e il fascismo con la lotta partigiana per la Liberazione poi, sono al centro dei fatti che si susseguono, con al centro, e per filo conduttore, la vita dei due nemici-amici, impersonati in età adulta da Gerard Depardieu (Olmo) e da Robert De Niro (Alfredo).
Burt Lancaster, nel ruolo del nonno di Alfredo, e Donald Sutherland nel ruolo del violento, cinico e spietato Attila, chiamato con la sua ferocia asservita al potere a rappresentare l'arrivo devastante del fascismo in un paese dove la ricca borghesia iniziava a temere le varie organizzazioni socialiste a difesa dei lavoratori, sono alcuni degli altri indimenticabili volti di questa pellicola. Ma non possiamo dimenticare la cugina di Alfredo, Regina, che Laura Betti dipinge con grande mestiere e Dominique Sanda, moglie di Alfredo troppo sensibile per poter sopportare di restare al fianco del marito colpevole, ai suoi occhi, di non aver lasciato fuori dalla sua fattoria le brutture e le nefandezze di quel periodo di travagli politici e sociali.
[modifica] Commento
La regia di Bertolucci, qui ancora giovane e forse troppo idealista, mostra il suo punto debole negli ultimi venti minuti di pellicola, laddove, giunta la sospirata Liberazione, il popolo contadino, con Olmo in testa, tenta un sommario processo al Padrone (Alfredo Berlinghieri) ma deve alla fine accontentarsi di una sfrenata e liberatoria corsa nei campi sotto un'enorme bandiera rossa... in realtà la vita sta riprendendo il suo corso, le forze dell'ordine hanno intimato il disarmo ai partigiani ed ai contadini ed il processo alla storia non avrà mai luogo.
Tutto il film è, comunque, un affresco grandioso. L'uso appropriato delle stagioni che accompagnano gli eventi storici (inverno, pioggia e gelo nel periodo del fascismo più torbido e ostile e una primavera solare e rigogliosa nel giorno della sospirata liberazione) e la colonna sonora di Ennio Morricone che con tratti da melodramma verdiano sottolinea i passaggi più drammatici della sceneggiatura, permette a Bertolucci di tratteggiare un film unico e per certi versi straordinario.
Nei cinema italiani il film venne proiettato, con buon successo, in due fasi successive (Novecento Atto I e Novecento Atto II). Negli Stati Uniti si dovette proporre una sola pellicola ridotta a quattro ore (comunque troppe per le sale americane) e sia per l'incompletezza della versione ridotta, sia per i contenuti filocomunisti, questo film non ebbe successo.