Nicolò da Ponte
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Nicolò Da Ponte (Venezia, 15 gennaio 1491 – Venezia, 30 luglio 1585) è stato un doge veneziano.
Nacque da Antonio e Regina Spandolin e, dopo una vita passata a dedicarsi al commercio e a cariche amministrative, divenne ottantasettesimo doge della Repubblica di Venezia l' 11 marzo 1578.
Regnò in un periodo abbastanza tranquillo e morì il 30 luglio 1585 alla veneranda età di novantaquattro anni.
[modifica] Vita
Membro d'un casato di scarsa importanza ed abbastanza povero a causa della perdita di quasi tutti i beni a causa delle numerose guerre tra Venezia e la Turchia si dedicò subito al commercio riuscendo ad ottenere in poco tempo guadagni per oltre 150.000 ducati.
Si mormora che ottenne tanto successo grazie all'attività d’usuraio piuttosto che di mercante.
Laureatosi a Padova, presto si dedicò alla carriera pubblica ed in particolar modo alla vita diplomatica (ebbe numerosi incarichi soprattutto come ambasciatore a Roma presso il Papa)
Si sposò con Arcangela Canal ed ebbe un figlio, Antonio, premortogli.
Nel 1570 divenne procuratore di S. Marco.
[modifica] Dogado
Avendo superato gli ottantasette anni, età notevolissima in special modo all'epoca, pochi s’attendevano davvero una sua elezione eppure fu ciò che avvenne l'11 marzo 1578.
Secondo le malelingue più che per meriti ottenne la carica grazie al denaro.
Il denaro che egli aveva conservato durante tutta la vita fu speso ad effusione durante i sette anni del suo dogato, in modo eccessivo e pacchiano secondo i cronisti.
Il suo dogado si distinse soprattutto per il riordino amministrativo dello stato veneziano seguito alla guerra di Cipro (1570 – 1573) : fu abolita la zonta (organo aggiunto al Senato veneziano che spesso s’era intromessa nella vita politica della nazione) e furon istituiti i provveditori sopra la zecca per controllare le spese e la vita economica.
Nicolò Da Ponte contribuì in modo effimero a queste innovazioni vista la tarda età.
Spesso s’addormentava od era malato e si pensò persino di deporlo.
Il 15 aprile 1585 ebbe un colpo apoplettico che ne minò la salute e la parola ed infine ormai esausto per i malanni e gli anni che s'accumulavano togliendoli forze, morì il 30 luglio 1585, senza aver mai davvero contribuito allo stato veneziano se non come una pallida figura di rappresentanza.
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