Lo squartatore di New York
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Lo squartatore di New York | |
Titolo originale: | Lo squartatore di New York |
Paese: | Italia |
Anno: | 1982 |
Durata: | 91' |
Colore: | colore |
Audio: | sonoro |
Genere: | poliziesco, horror |
Regia: | Lucio Fulci |
Fotografia: | Luigi Kuveiller |
Montaggio: | Vincenzo Tomassi |
Musiche: | Francesco De Masi |
Si invita a seguire lo schema del Progetto Film |
Lo squartatore di New York è un film del 1982, diretto da Lucio Fulci.
[modifica] Trama
Un misterioso serial killer semina il panico a New York uccidendo esclusivamente donne bellissime e sole. Unico indizio la curiosa abitudine del killer di terrorizzare le vittime con telefonate minatorie in cui imita la voce di Paperino.
Quando l'ispettore Williams si mette sulle sue tracce, l'assassino inizia un crudele gioco psicologico che culminerà con l'assassinio di una prostituta, amante di Williams.
Per cercare di risolvere il caso la polizia chiede anche aiuto a un famoso psicologo che successivamente scopriamo essere un gay represso, e su cui si concentreranno i primi sospetti. Dopo un clamoroso colpo di scena si scoprirà che l'assassino è tutt'altra persona.
[modifica] Commento
Fulci è anche coautore della sceneggiatura, ma questa volta non si circondo dei suoi più stretti collaboratori come Sergio Salvati ed il compositore delle musiche dei suoi film Fabio Frizzi. L'opera, conosciuta negli USA come The New York Ripper, è un esempio lampante dello stile italiano nel thriller.
Il film è particolarmente famoso per l'estrema violenza, lo splatter e le esplicite scene di nudo, che lo hanno fatto riservare in molti paesi al solo pubblico adulto. La stessa versione home-video circolata per anni in Italia è purgata di alcuni dei particolari più raccapriccianti degli omicidi.
"Lo squartatore di New York" è una delle opere più controverse di Fulci, che ha diviso persino i suoi ammiratori : per alcuni, come Stephen Thrower (autore del libro dedicato a Fulci "Beyond Terror: The Films of Lucio Fulci" (FAB Press, 1999), è l'ultimo grande film di Fulci, mentre per altri è semplicemente troppo estremo e pessimista.
In effeti, il film è facilmente accusabile di misoginia, dato che il maniaco infierisce brutalmente solo sulle donne e non c'è un singolo ruolo positivo interpretato nel film da donna (ma a ben guardare nel film non ci sono ruoli positivi "tout court"). Inoltre, la New York dipinta nel film è un tremendo inferno, in cui le pulsioni principali sono quelle sessuali (spesso distorte), in cui tutti hanno scheletri nell'armadio da nascondere e dove la "legge del più forte" vige incontrastata, perfino per i bambini. Emblematico il finale del film, in cui il classico "il mostro è morto" viene ribaltato in un'atroce "vittoria di Pirro". Si dice che l'estrema negatività del film sia dovuta al periodo di dure tensioni familiari vissute dal regista.
Tecnicamente, la pellicola presenta un Fulci in grande spolvero, con un uso sapiente usao dei suoi caratteristici zoom sui particolari disgustosi e dei fuochi rapidi per cui è divenuto famose.