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L'uomo delle stelle - Wikipedia

L'uomo delle stelle

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

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Titolo originale: L'uomo delle stelle
Lingua originale: {{{linguaoriginale}}}
Paese: Italia
Anno: 1995
Durata: 113'
Colore: colore
Audio: sonoro
Ratio:
Genere: commedia, drammatico
Regia: Giuseppe Tornatore
Soggetto:
Sceneggiatura:
Produzione:
Art director: {{{nomeartdirector}}}
Animatori: {{{nomeanimatore}}}
{{{nomedoppiatorioriginali}}}
Episodi:
Fotografia: Dante Spinotti
Montaggio: Massimo Quaglia
Effetti speciali:
Musiche: Ennio Morricone
Scenografia:
Costumi:
Trucco:
Sfondi: {{{nomesfondo}}}
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L'uomo delle stelle è un film diretto dal regista Giuseppe Tornatore.

[modifica] Trama

Sicilia, 1953: Joe Morelli, un ciarlatano sedicente talent scout della Universalia Cinematografica di Roma, attraversa i paesi dell’entroterra promettendo gloria e ricchezza alla modica somma di millecinquecento lire, quella necessaria per effettuare un provino e poi sfondare nel luminoso mondo del cinema. Viene in contatto così con la realtà di degrado e miseria in cui versano le masse contadine siciliane: mette in bocca agli aspiranti attori le battute di “Via col vento”, in realtà raccoglie le confessioni di decine di persone, che solo davanti alla macchina da presa sono in grado di svelare la propria personalità e di confessare il proprio mondo tragico e comico allo stesso tempo. Il richiamo di Joe Morelli diviene un’illusoria possibilità di fuga da una vita emarginata e miserabile; tutti accorrono al provino: contadini, pastori, carabinieri, banditi, barbieri e poeti. Tra gli altri spicca la figura di Beata, una trovatella adolescente che si innamora di lui ed è intenzionata a seguirlo fino a Roma. Sulle prime Joe respinge Beata, riparte con il suo furgone e abbandona la ragazza; ma lungo la strada il ciarlatano viene truffato a sua volta: attirato con l’inganno da una presunta nobildonna tra le rovine di un paesino, viene derubato. Solo grazie a Beata, che riconosce il suo furgone in mano ai ladri, è in grado di recuperare quasi tutto: a questo punto, forse accorgendosi di provare qualcosa per la ragazza, decide di portarla con se nei suoi viaggi. A un certo punto però il suo inganno viene smascherato: qualcuno si accorge della falsità delle sue promesse -la pellicola sulla quale erano stati fatti i provini è scaduta da tempo- ha mentito e ha tradito la fiducia di tutti. La sua punizione è esemplare: durante il trasporto in carcere, viene pestato e ridotto in fin di vita. Dopo qualche anno, uscito dal carcere, torna alla ricerca di Beata: la ritrova prigioniera in un istituto psichiatrico; quasi non si riconoscono, il tradimento di Joe è stato uno shock troppo forte per la mente della giovane che ormai è ridotta in uno stato di isolamento dalla realtà. Troppo tardi il protagonista si accorge di quanto fosse legato a quella ragazza, decide infine di tornarsene a Roma. Lungo il tragitto riecheggiano nella sua mente le voci di coloro che si erano confessati davanti a lui, i loro volti rimarranno per sempre nella sua memoria.

[modifica] Il film

Lo sviluppo narrativo de L’uomo delle stelle è suddiviso in due parti: la prima parte del film durante la quale Joe Morelli attraversa i paesi dell’entroterra siciliano promettendo gloria e ricchezza, è strutturata come una serie di episodi, di sketches addirittura, basati sulle performance interpretative di attori spesso non professionisti. Oltre a coloro che ripetono storpiandole le parole di Via col vento, si alternano diversi personaggi che davanti alla macchina da presa di Morelli, confessano il dramma delle loro esistenze. E’ evidente il parallelismo con Bellissima di Visconti, e dunque con la sua critica alla crudeltà dei venditori di sogni cinematografici. In questa prima metà del film, Tornatore sembra quasi scomporre la narratività tradizionale che quasi sempre aveva contraddistinto i suoi film precedenti, facendo procedere la trama per sovrapposizioni: viene immediato il rimando al cinema di Ciprì&Maresco, i quali con le strisce quotidiane di Cinico Tv e il lungometraggio Lo zio di Brooklin avevano azzerato l’immagine della Sicilia un po’ nazional-pippobaudiana e buonista che anche Tornatore suo malgrado aveva contribuito a creare dopo il successo di Nuovo Cinema Paradiso. Il “Domani è un altro giorno” evocato dall’improvvisato casting di Morelli rappresenta il tentativo da parte di Tornatore di fare suo e di cinematografizzare il geniale “Giordano! Dica!” dei cineasti palermitani . Nella seconda parte del film la vicenda si concentra essenzialmente sul protagonista, Joe Morelli: questo personaggio romano cinematografaro giunge in Sicilia con l’intenzione di approfittarsi di persone che ritiene inferiori e ignoranti, l’interpretazione di questo personaggio da parte di Sergio Castellitto ricorda il Walter Chiari di Bellissima, e assomiglia a molti dei personaggi romani e cinici cui ha dato vita Alberto Sordi. Con lo svilupparsi della vicenda si verifica una graduale metamorfosi del personaggio di Morelli: se all’inizio si pone carico di indifferenza e anche di disprezzo nei confronti della povera gente cui promette menzogne, alla fine “il suo animo diventerà più sensibile della pellicola che utilizza” per citare le parole dello stesso Tornatore . Il punto di svolta è l’episodio dal sapore felliniano del truffatore truffato dal sedicente Principe di Monteluso, nel paesino ridotto in macerie. Quando Joe si accorge di essere stato derubato del suo camioncino, è costretto a percorrere le strade siciliane a piedi, fino a ché sale su una corriera: in questa scena il protagonista che è stato sempre soggetto della visione, occhio crudele dietro la macchina da presa, quasi secondo la dantesca regola del contrappasso, diventa ora oggetto scopico di un fotografo straniero alla ricerca di volti caratteristici che lo scambia per un perfetto siciliano. Morelli, pur non rendendosene conto ancora, non ha potuto non condividere le miserie con cui ha avuto a che fare, e che ormai fanno parte di lui, è diventato davvero siciliano. La metafora dantesca è giustificata da un altro elemento contenuto nel film: l’episodio del maresciallo dei carabinieri che recita davanti alla macchina da presa la traduzione in siciliano del III Canto della Divina Commedia: quello degli ignavi e degli opportunisti. Joe, da opportunista quale è dovrà farsi partecipe, anche inconsapevolmente, delle pene dei dannati che trova lungo il cammino: alla fine del suo viaggio ne risulterà irrimediabilmente cambiato. A questa trasformazione contribuisce per la maggior parte l’incontro con il personaggio di Beata (l’esordiente Tiziana Lodato), un’orfana che vive in un convento di suore, di cui ammette di essersi innamorato seppur troppo tardi. Nel dialogo finale tra i due personaggi, la ragazza, prigioniera di un istituto psichiatrico perché dopo lo shock del tradimento si è rifugiata in una realtà immaginaria, afferma che Joe è morto: lo stesso protagonista riconosce la verità di quell’affermazione, il vecchio Joe, quello che come la fenice si rialzava sempre, adesso non esiste più, l’esperienza e il contatto con quelle persone che prima disprezzava lo hanno cambiato definitivamente ed egli ne porterà sempre con se la memoria. Il finale, per certi versi è simile a quello di Nuovo Cinema Paradiso, anche in questo caso si chiude con un montaggio di spezzoni, questa volta tratti dallo stesso film. Da un punto di vista tematico il film si interroga sul rapporto tra menzogna e verità, tra inganno e autenticità: per paradosso la verità sulle loro misere esistenze, i siciliani de L’uomo delle stelle, la dicono solo davanti a un elemento estraneo, Joe Morelli, che proprio in quel momento li sta ingannando promettendogli fama e ricchezza che non potranno mai ottenere . E’ illuminante per spiegare questa tematica la scena del film nella quale Joe offre un passaggio ad un anziano medico condotto, il dott. Mistretta (interpretato dal padre di Tornatore) che ha bisogno urgente per andare a visitare un paziente in fin di vita. Lungo il tragitto il medico confessa la sua diffidenza nei confronti del protagonista: anche lui è venuto in Sicilia a promettere miracoli e speranze di salvezza, così come avevano fatto altri prima e altri faranno ancora dopo, visto che ai siciliani piace farsi ingannare, consapevoli come sono della assoluta immobilità nella quale si trovano costretti a vivere; il medico continua a chiedersi che senso abbia fare ancora queste grandi promesse, quando ai contadini siciliani serve ancora l’acqua per dissetare i campi. Joe non risponde. La scena prosegue e si giunge dal paziente agonizzante che nel frattempo è morto: l’uomo viveva in una grotta, il suo cadavere pianto da urla femminili è colpito dalla luce che proviene dal soffitto della grotta: la macchina da presa segue con un movimento ascendente questa luce fino a che essa diventa dissolvenza per la scena immediatamente successiva e a questa strettamente collegata. Siamo per le strade di Strazzeri (Ragusa Ibla), è periodo di campagna elettorale, le mura sono tappezzate di simboli e di slogan: ad un incrocio il camioncino di Morelli che dal suo altoparlante vende i sogni del cinema, si imbatte con un’automobile bardata di manifesti elettorali, che da un altro altoparlante promette sogni altrettanto falsi . Il parallelismo tra false promesse del cinema e le promesse altrettanto false di una classe politica ignava che da sempre ha abbandonato a sé stesse le masse contadine siciliane, è confermato da un’ulteriore episodio: sempre per la strada, Joe offre un passaggio a Pio Lifusi, giovane funzionario del partito comunista. Alla fine della scena lo stesso Morelli afferma: “In fondo però facciamo lo stesso mestiere. Diamo una mano alla gente a farsi un futuro. E’ una catena”.

[modifica] Collegamenti esterni

~ Filmografia di Giuseppe Tornatore

Il camorrista (1986) · Nuovo cinema Paradiso (1987) · Stanno tutti bene (1990) · La domenica specialmente (1991) · Una pura formalità (1994) · L'uomo delle stelle (1995) · La leggenda del pianista sull'oceano (1998) · Malèna (2000) · La sconosciuta (2006)

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