Il postino di Neruda
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Il postino di Neruda: riassunto integrale
Nel giugno del 1964, Mario Jimenez, un pescatore, decise di cambiare lavoro e diventare postino, avendo già una bicicletta e sapendo leggere. Allora andò all’ufficio postale e chiese di essere assunto, quindi il capoufficio gli disse che l’unico suo cliente era Pablo Neruda e non era conveniente diventare postini per una persona poiché lo stipendio era misero e ci si arrangiava con le mance. Mario accettò subito il lavoro. Il capoufficio gli diede le lettere e Mario tutto contento andò a consegnarle. Dopo aver ricevuto il primo stipendio Mario comprò un libro del poeta su cui si fece fare un autografo. La sua massima aspirazione era farsi scrivere “al mio più intimo amico, Pablo Neruda”. Un giorno Mario, portando la posta al poeta, vide che era impaziente di aprirne una; quindi gli chiese cosa contenesse. Il poeta gli rispose che quella lettera arrivava dalla Svezia, dove vengono assegnati i premi Nobel. In quel momento Mario senza saperlo fece una metafora e il poeta glielo disse spiegandogli anche il significato di “metafora” poiché non lo conosceva. Allora il postino disse di voler diventare poeta e si misero a parlare. Infine il postino andò via tutto contento perché era riuscito a fare una domanda alla quale il poeta ci doveva pensare. Finito il suo compito di portare la posta andò all’osteria dove incontrò una bellissima ragazza di cui si innamorò. Più tardi andò alle poste per ritirare il telegramma da consegnare al poeta e gli disse dell’accaduto. Il postino chiese a don Pablo di scrivere una poesia per Beatriz, in cambio della mancia. Il telegramma diceva che Pablo Neruda era stato proposto per la candidatura alla Presidenza del Cile. Neruda decise di andare all'osteria per vedere la ragazza e per parlare di politica.Due giorni dopo arrivò un furgone con la scritta “Neruda presidente” per prendere il poeta, ma questo, prima di partire, regalò a Mario due volumi con le sue opere complete.Un giorno arrivo in paese un altro furgone che faceva pubblicità ad un altro candidato, all’interno c’erano due persone, uno dei due era il deputato Lebe, che si era candidato alle precedenti elezioni. Tutti accettarono i volantini tranne Mario, che disse di aver deciso di votare per Neruda; così Lebe gli diede un album per scrivere le sue poesie. Mario decise di scrivere su quell’album solo le metafore più belle. Entrò nell’osteria e ordinò una bottiglia di vino pregiato, vide Beatriz che andava verso la spiaggia e decise di seguirla così passarono tutto il pomeriggio seduti sulla spiaggia. Quando la madre seppe che sua figlia Beatriz era rimasta tutto il pomeriggio con il postino, le chiese esattamente cosa avevano fatto. Beatriz disse che erano seduti sulla spiaggia e Mario le raccontava metafore. La madre pensando che in futuro il ragazzo non avrebbe usato cercò di ostacolare gli incontri, non facendola più uscire di casa se non accompagnata. In quei giorni ritornò al paese Pablo Neruda così Mario il mattino seguente Mario dovette andare all’ufficio a prendere la corrispondenza, ma prese solo una lettera che lo aveva colpito. Quella lettera era stata scritta dalla madre di Beatriz, perché voleva vedere Neruda. I due s’incontrarono a casa del vate e discussero dei due ragazzi. Alla conclusione della conversazione decisero che Mario non poteva più vedere Beatriz, perché la ragazza era ancora minorenne.Dopo un po’ di tempo i due si sposarono così una mattina la signora Gonzalez andò a buttare giù dal letto i due e disse a Mario di trovarsi un nuovo lavoro. Un giorno arrivò un pacco per Mario mandato da Neruda. Il poeta gli chiese di registrare su un registratore tutti i suoni del paese.Quando Mario seppe che Neruda aveva vinto il premio Nobel organizzò una festa invitando tutti gli abitanti di San Antonio, i turisti del campeggio e i pescatori. Una sera Mario sentì i rintocchi delle campane d’Isla Negra e vi si precipitò. La mattina seguente chiese all’infermiera come stava Neruda e lei gli disse che era molto malato. Per alcuni giorni Mario portava la posta a Neruda senza neanche vederlo. Un giorno il postino seppe che erano arrivati i tedeschi e che stavano attaccando l’ufficio postale. Mario nonostante le sparatorie andò a prendere la corrispondenza per portarla al poeta. Arrivò alla casa ma era sorvegliata da sentinelle e chiunque voleva passava era perquisito. Mario allora imparò tutte le lettere a memoria. Entrò in casa e trovò il poeta moribondo e fece appena in tempo a raccontargli il contenuto delle lettere, perché un’ambulanza lo aspettava per portarlo in ospedale a Santiago, dove morì. La notizia della morte di Pablo Neruda fu trasmessa dalla televisione e i familiari lasciarono Mario in pace e in silenzio. La mattina seguente due uomini vennero a prendere Mario per fargli alcune domande.