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Go (gioco) - Wikipedia

Go (gioco)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Goban
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Goban
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«Stiamo sempre parlando di Go, maestro?
Si. E della sua ombra: la vita.»
(Tratto dal romanzo "Il ritorno delle gru" di Trevanian)

Il gioco del Go è un antico gioco di strategia da tavolo di origine cinese, oggi ampiamente diffuso anche in Giappone e Corea.

In Cina viene chiamato weiqi o wei-ch'i (圍棋), dove wei 圍 significa accerchiare e qi 棋 pedina. Il termine cinese più antico per questo gioco è yi 弈. Fino alla dinastia Tang la grafia di pedina (棋) era incerta, in seguito la variante con il radicale di pietra rimase nel kanji giapponese 碁 mentre in cinese il radicale di legno, precedentemente scritto sotto la parte fonetica, fu scritto alla sua sinistra.

Il gioco è noto in Giappone come go (碁) o igo (囲碁) e in Corea come baduk o paduk (바둑).

Nei paesi occidentali viene chiamato comunemente con il nome giapponese Go oppure Goe (per facilitarne la pronuncia agli anglofoni).

Si ritiene che il gioco abbia antiche origini. L'affermazione che sia stato giocato già 4000 anni fa è una leggenda cinese molto posteriore che vuole che il mitico imperatore Yao 尧 lo avesse inventato per il figlio ritardato Danzhu 丹朱, ma i primi certi riferimenti al gioco risalgono al periodo degli Stati Combattenti. Il primo trattato completo sul go fu scritto tra il 1049 e il 1054 col titolo di Qijing Shisanpian 棋经十三篇, il Classico del Weiqi in Tredici Capitoli. Da quando venne introdotto in Giappone (un po' più di 1000 anni fa) ne è diventato un gioco nazionale.

Il Go è un gioco per due persone. Viene giocato su una "scacchiera" (detta goban) formata da 19 linee verticali e altrettante orizzontali che formano 361 intersezioni (e non 324 caselle) sulle quali i due giocatori posano alternandosi le loro pedine (pietre, solitamente bianche e nere). Tali pedine non verranno più spostate, ma a determinate condizioni vengono tolte dal goban. Per fini didattici è frequente l'uso di goban ridotti con 13x13 o 9x9 intersezioni.

Una versione tibetana del gioco prevede regole leggermente diverse e un goban costituito da un reticolo 17x17.

Obiettivo del gioco è il controllo del maggior numero di intersezioni libere nel goban.

Un proverbio del Go dice che nessuna partita è mai stata giocata due volte, il che è anche verosimile considerato che ci sono circa 4,63x10170 diverse posizioni possibili (su un goban 19x19).

Indice

[modifica] Storia del Go

Le origini del gioco sono sconosciute. Probabilmente deriva da rituali sciamanici (la simbologia celeste del gioco è evidente) della Cultura del Fiume Giallo e si è andato diffondendo in seguito come gioco. Il più antico riferimento al Go è stato rinvenuto in Cina e data del sesto secolo avanti Cristo. A parte la dimensione del goban e delle posizioni di partenza, sono state mantenute nei secoli le regole, cosicché può essere considerato il gioco più antico giocato ai giorni nostri.

Si diffuse in Giappone nel settimo secolo dopo Cristo, importato dalla Cina dei Tang dal ministro Kibi e diventando popolare alla corte imperiale nel secolo successivo. A partire del Secolo XIII si diffuse in Giappone tra il vasto pubblico.

Agli inizi del XVII secolo uno dei migliori giocatori giapponesi, Honinbo Sansa, venne messo a capo della neofondata accademia del Go (la scuola di Honinbo), la prima di diverse scuole in competizione tra di loro, fondate nello stesso periodo. In tale scuola venne migliorato notevolmente il livello del gioco e venne introdotto un sistema di classificazione dei giocatori basato sul sistema praticato nelle arti marziali. L'accademia chiuse nel 1868.

In onore alla scuola di Honinbo, i cui giocatori hanno dominato sui giocatori provenienti dalle altre scuole, uno dei più noti campionati giapponesi di Go viene chiamato torneo di "Honinbo".

Storicamente c'è stata una diffusione molto differenziata tra i sessi. La creazione di nuovi tornei aperti a uomini e donne e la crescita delle principali giocatrici (la più nota è Rui Naiwei) hanno recentemente affermato la forza e la competività delle giocatrici emergenti.

[modifica] Il Go nell'informatica e nella matematica

Diversi aspetti del gioco, anzitutto il numero elevato di mosse possibili nelle fasi iniziali del gioco (circa 1,67x1010 solo per le prime quattro mosse, ovvero i primi due turni!) che impediscono il metodo della forza bruta, fanno sí che - contrariamente al gioco degli scacchi - non si riesca a far giocare un computer a livelli che non siano a mala pena mediocri. Ciò ha dato vita ad un ramo di ricerca collegato all'intelligenza artificiale.

Elwyn Berlekamp e David Wolfe hanno sviluppato una teoria matematica dei finali basata sulla teoria dei giochi di John Horton Conway. Benché non abbia generalmente un'utilità nella maggior parte delle partite, aiuta notevolmente l'analisi di alcune classi di posizioni.

[modifica] Le regole in breve

Le regole del Go sono semplici ed eleganti. Possono essere riassunte come segue:

  • Due giocatori, Nero e Bianco, giocano su un goban disponendo di un numero illimitato di pietre del proprio colore.
  • Inizialmente tutte le intersezioni sono vuote (o libere) ovvero il "campo di gioco" all'inizio non contiene alcuna pedina.
  • I due giocatori si alternano. Comincia Nero.
  • Ogni giocatore può posare la propria pietra su una intersezione libera.
  • Le pietre dello stesso colore che si trovano su intersezioni adiacenti (in senso verticale o orizzontale, ma non in diagonale) si dicono collegate.
  • Due o più pietre tra di loro, direttamente o indirettamente, collegate formano un gruppo di pietre. Anche una pietra isolata può essere considerata un gruppo (il più piccolo dei gruppi, evidentemente).
  • Ciascun gruppo di pietre ha un certo numero di intersezioni libere attorno a sé, prendendo in considerazione solo quelle collegabili in senso orizzontale o verticale, non in diagonale). Il numero di intersezioni libere sono dette libertà del gruppo.
  • Sul goban non possono esistere gruppi senza libertà. Se l'ultima libertà è stata tolta dall'avversario, allora le pietre di tutto il gruppo vengono allontanate dal goban in quanto il gruppo viene catturato (o ucciso). Quando si cattura un gruppo avversario ciò avviene prima di verificare se le pietre del gruppo del giocatore sarebbero a loro volta catturate.
  • In seguito alla cattura di pietre o gruppi, non è lecito ricreare sul goban una situazione precedente (situazioni di Ko)
  • Quando un giocatore passa la mano senza giocare, l'altro può continuare a giocare
  • Quando entrambi i giocatori passano la partita si considera conclusa.

A partita conlcusa

  • Si determina l'appartenenza dei territori
    • Un territorio appartiene ad un giocatore se si ritiene di comune accordo che l'avversario non riuscirebbe a giocarci dentro senza essere ucciso. Nel caso di disaccordo ciascuno giocatore può mostrare all'altro l'appartenenza riprendendo la partita per tale scopo.
  • Si contano i punti di ciascun giocatore.
    • Prima di fare ciò si mettono nel territorio dell'avversario tutte le pietre che gli sono state catturate. Le pietre dell'avversario intrappolate nel proprio territorio vengono tolte e anch'esse messe nel territorio dell'avversario.
    • Per ciascun giocatore si contano le intersezioni libere rimaste nei propri territori.
  • Vince chi ha un maggior numero di intersezioni libere. Ciò che conta realmente non è il numero di intersezioni libere, ma la differenza tra le intersezioni libere dei due giocatori

A livello pratico ci sono delle leggere varianti alle suddette regole che però non ne cambiano il contenuto.

La principale di queste varianti consiste nel gioco con Handicap per equilibrare la disparità di livello dei due giocatori.

[modifica] Regole dettagliate

[modifica] Materiale di gioco

La scacchiera (goban in giapponese) è un "reticolo" di 19 per 19 linee formanti 361 intersezioni. I principianti giocano spesso su goban più piccoli (13x13 o 9x9), senza cambiare le rimanenti regole del gioco.

Rappresentazione schematica (come usata dal software libero gnugo):

   A B C D E F G H J K L M N O P Q R S T
19 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 19
18 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18
17 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17
16 . . . + . . . . . + . . . . . + . . . 16
15 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15
14 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14
13 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13
12 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12
11 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11
10 . . . + . . . . . + . . . . . + . . . 10
 9 . . . . . . . . . . . . . . . . . . .  9
 8 . . . . . . . . . . . . . . . . . . .  8
 7 . . . . . . . . . . . . . . . . . . .  7
 6 . . . . . . . . . . . . . . . . . . .  6
 5 . . . . . . . . . . . . . . . . . . .  5
 4 . . . + . . . . . + . . . . . + . . .  4
 3 . . . . . . . . . . . . . . . . . . .  3
 2 . . . . . . . . . . . . . . . . . . .  2
 1 . . . . . . . . . . . . . . . . . . .  1
   A B C D E F G H J K L M N O P Q R S T

Nota: le crocette "+" indicano gli hoshi (vedasi oltre, in "Handicap")

Le pedine o pietre (go-ishi in giapponese) sono suddivise in due insiemi astrattamente infiniti, ma che in pratica sono presenti in un numero di circa 200 nere e altrettante bianche. Viene indicato pure il numero di 181 nere e 180 bianche, ma si tratta appunto di una convenzione.

Solitamente le pietre vengono messe in ciotole (go-ke in giapponese), una per giocatore. Il coperchio delle ciotole viene usato per mettere da parte le pietre uccise durante la partita.

[modifica] Modalità di gioco

Il Go si gioca tra due giocatori. Un giocatore utilizza le pietre nere, l'altro le pietre bianche. All'inizio della partita il goban è vuoto. La partita viene cominciata dal Nero. Nel caso di gioco con handicap sul goban ci sono già le pietre nere di handicap e comincia Bianco (si veda oltre per maggiori spiegazioni sulla partita con handicap).

I giocatori giocano effettuando le mosse alternandosi. Una mossa consiste nel posare una pietra del proprio colore su una intersezione libera del goban (comprendente pure le intersezioni presenti sul bordo o negli angoli). Una volta posata la pietra questa non cambia più la posizione, salvo essere tolta dal goban in caso di cattura. Un giocatore può anche rinunciare alla propria mossa o abbandonare la partita quando sarebbe il suo turno a a giocare.

Le pietre dello stesso colore che sono direttamente adiacenti (seguendo le linee orizontali e verticali del reticolo di linee) sono dette collegate e formano un gruppo.

Si dicono libertà le intersezioni libere immediatamente adiacenti al gruppo. Quando un gruppo (eventualmente formato da un'unica pietra) non ha più libertà, allora muore, viene tolto dal goban e le pietre messe da parte per il conteggio finale, dandole al giocatore avversario.

Esempi:

  • Conteggio delle libertà
    • Una pietra solitaria ("O") in mezzo al goban ha 4 libertà (".") (i "+" indicano intersezioni libere, i "|" e "--" le linee utili per collegare)
   |  |  |  |  |  |
  -+--+--.--+--+--+-
   |  |  |  |  |  |
  -+--.--O--.--+--+-
   |  |  |  |  |  |
  -+--+--.--+--+--+-
   |  |  |  |  |  |
  -+--+--+--+--+--+-
   |  |  |  |  |  |
   
    • Una pietra solitaria su bordo del goban ha 3 libertà
    • Una pietra in uno dei quattro angoli del goban ha 2 libertà
    • Se una pietra bianca e una nera sono affiancate in mezzo al goban (senza altre pietre intorno), allora entrambe hanno 3 libertà
  • Gruppi (e libertà)
    • Se due pietre dello stesso colore sono affiancate sulla stessa linea, allora formano un gruppo di due pietre (che ha 6 libertà nel caso si trovino solitarie in mezzo al goban)
    • Se tre pietre dello stesso colore sono affiancate formando una "L" (comunque ruotata) lungo le linee, allora formano un gruppo di tre pietre (che ha 7 gradi di libertà se si trovano solitarie in mezzo al goban)
   |  |  |  |  |  |
  -+--+--.--.--+--+-
   |  |  |  |  |  |
  -+--.--O--O--.--+-
   |  |  |  |  |  |
  -+--+--.--O--.--+-
   |  |  |  |  |  |
  -+--+--+--.--+--+-
   |  |  |  |  |  |

[modifica] Il Ko

Per evitare che una situazione si ripeta all'infinito, la regola del Ko (una parola giapponese indicante l'eternità) impedisce di effettuare una mossa che ricrea una posizione già vista nel corso della partita.

A livello pratico la regola si applica quasi esclusivamente nei casi in cui una pietra (solo una) è appena stata catturata e la pietra catturante ha una sola libertà (quella dell'intersezione lasciata libera dalla pietra catturata).

Se la mossa che consiste nel catturare tale pietra portasse ad una situazione precedente, allora si tratta di un Ko e la mossa è vietata. Il giocatore deve dunque giocare altrove, il che crea una modifica nella situazione sul goban. Se l'avversario non "chiude" il Ko (collegando la pietra ad un gruppo) allora è di nuovo lecito catturare tale pietra.

Il Ko ha come effetto di rendere una situazione locale (quella nei pressi delle pietre coinvolte nel Ko) fortemente dipendente dalla situazione globale sul terreno di gioco. I due giocatori, per vincere il Ko, sono in effetti condotti a giocare delle mosse che obbligano (per la loro importanza tattica o strategica) l'avversario a giocare la propria risposta lontana dal Ko. Ciò avviene fino a quando l'importanza di questa mossa è inferiore all'importanza di vincere il Ko stesso.

[modifica] Il suicidio

Quando si posa una pietra, si guarda anzitutto alle libertà dei gruppi avversari adiacenti all'intersezione. Se uno o più di questi perdono la loro ultima libertà, allora vengono tolti (catturati, uccisi) e in tal modo lasciano libere le intersezioni fino ad allora occupate.

Se non viene ucciso alcun gruppo avversario, allora si contano le libertà del gruppo al quale apparterebbe la pietra posata (eventualmente la pietra stessa). Se tale gruppo perdesse l'ultima libertà, allora la mossa è considerata suicida ed è pertanto vietata.

[modifica] Conclusione della partita

Se i due giocatori "passano" il proprio turno uno dopo l'altro, allora la partita si conclude.

Le pietre prigioniere (quelle rimaste sul goban, ma che non possono evitare di essere uccise) vengono ritirate come se fossero state uccise nel corso della partita.

La maggior parte dei regolamenti prevede che in caso di disaccordo sullo status (morto o vivo) di un gruppo, si continua a giocare fino a quando i giocatori non trovano un accordo (p.es. davanti l'evidenza che il gruppo in discussione è stato veramente ucciso). Le regole giapponesi hanno tuttavia una lunga lista di precedenti che si riferiscono a partite di torneo. Ciò è di semplice interesse aneddotico per la più parte dei giocatori.

Dopo aver tolto dal goban le pietre "morte", si contano i punti per determinare il vincitore.

È vincitore colui che occupa/controlla la maggioranza delle intersezioni del goban. Ci sono due metodi (tra di loro praticamente equivalenti) per effettuare tale conteggio.

Il metodo giapponese, detto "del territorio", prevede che ciascun giocatore conti le intersezioni libere che ha circondato. Ciò avviene dopo aver posato sul territorio avversario le pietre che gli sono state catturate (e che sono state messe da parte durante la partita o dopo la conclusione della partita).

Nel metodo cinese, detto "della superificie", i prigionieri e morti non contano (e pertanto non è necessario metterli da parte durante la partita). Si contano invece oltre alle intersezioni circondate anche le proprie pietre rimaste sul goban dopo la "pulizia" di fine partita.

[modifica] Handicap e Komi

Per permettere a due giocatori di differente bravura di giocare una partita equilibrata, si può dare un vantaggio al giocatore più debole. Quest'ultimo, che gioca con nero, beneficia di alcune pietre posizionate sul goban prima di cominciare la partita.

[modifica] Handicap

Le pietre di vantaggio concesse al giocatore più debole sono posizionate abitualemente su delle intersezioni determinate, dette hoshi. Su un goban 19x19, si tratta dei 9 punti seguenti:

  • 4 alla distanza (4,4) dagli angoli
  • 4 alla distanza (4,10), tra i punti precedenti
  • 1 al centro (10,10) detto tengen

Nero può posizionare da 2 a 9 pietre di handicap a seconda del divario tra la capacità dei due giocatori. Se la differenza non è che di una sola pietra di handicap, allora significa che Nero comincia la partita.

Si ritiene che ad ogni pietra di handicap corrisponda un vantaggio medio(!) di circa 10 punti (nel conteggio finale).

Cominciare la partita con Nero (equivalente ad 1 pietra di handicap) dà convenzionalmente un vantaggio di 5-6 punti.

[modifica] Il Komi

Quando la partita si svolge tra giocatori dello stesso livello, colui che comincia (Nero) beneficierebbe di un vantaggio sistematico di circa 5-6 punti.

Per secoli si è giocato senza compensare tale squilibrio (salvo alternare i colori tra una partita e l'altra). Ora è stato definito tale vantaggio del Nero in sei punti e mezzo, e dunque sono stati attibuiti a Bianco questi punti supplementari in caso di partite "alla pari".

Questi punti supplementari compensatori vengono chiamati Komi.

Negli ultimi anni la tendenza va verso un incremento di questo Komi. Si è passati a 6 punti e mezzo in Giappone e Corea, e 7 punti e mezzo in Cina. Anche in Europa, si è passati dal precedente komi di cinque punti e mezzo, a sei punti e mezzo.

[modifica] Riferimenti e rinvii

[modifica] Il Go in articoli su Wikipedia non italiana

[modifica] Collegamenti esterni

[modifica] Giocare su internet

[modifica] Voci correlate

[modifica] Curiosità

  • Una scena del film Pi - Il teorma del delirio, di Darren Aronofsky, ha come soggetto una partita di Go; il protagonista, Max Cohen (Sean Gullette) si reca a parlare col suo maestro Sol Robeson (Mark Margolis), il quale sta giocando a Go.
  • Nel film A Beautiful Mind, Russell Crowe disputa diverse partite di Go con i suoi colleghi universitari
  • Il Manga Hikaru no Go, racconta di Hikaru Shindo, comunissimo ragazzo giapponese, che grazie all'aiuto del fantasma di uno dei più grandi giocatori di Go di sempre, diventa da ragazzo qualunque, un campione.
  • Nel romanzo "Il ritorno delle gru" scritto da Trevanian il personaggio principale è un killer professionista. Occidentale, allevato in Giappone durante la seconda guerra mondiale, la sua formazione avviene sotto la guida di un maestro di Go. Tutta la trama del libro è riconducibile alle fasi di una partita di Go.

Fonte principale per questo articolo sono stati gli articoli presenti sulla wikipedia francese, inglese e tedesca.
In particolare è stato tradotto l'articolo francese

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