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Utente:Dino D'Alessandro - Wikipedia

Utente:Dino D'Alessandro

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

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La sensazione è quella di aver finalmente trovato con wikipedia un "monolocale" tutto per me.

Il mio nome è quello che giganteggia in alto della pagina, lo confermo mi chiamo, Dino D'Alessandro, non è un nick-name ma il mio vero nome e cognome. Certo è scritto davvero in grande, un pò mi mette a disagio, ma noto con piacere che anche Albert Einstein e Mario Rossi sono scritti con gli stessi caratteri e la cosa mi tranquillizza non poco. Per chi vuole conoscere qualcosa in più di me: sono nato a Roma, dove tuttora vivo, ma non piu in citta, da anni abito nell'estrema periferia campagnola. Ho 46 anni, una moglie perennemente incazzata e due figli che a scuola vanno così e così, ma con il pallone sono due fenomeni. Sono da sempre un sostenitore della "multi-cultura" e mi cimento in molte arti apprese in modo autodidattico, mi considero: cuoco, pizzettaro, muratore, falegname, idraulico, autore-regista (cinema e teatro), scrittore, allenatore di calcio, inventore, ed ora (fisico bestiale). L'unico titolo ufficiale in mio possesso, oltre la terza media è il brevetto di allenatore di calcio, nel campionato scorso mi hanno affidato una scquadra di ragazzi 15-16 anni, rimasti senza allenatore, abbiamo vinto tutte le otto partite rimaste, piazzandoci al secondo posto nella classifica finale, era il mio esordio come allenatore ed ho provato un'emozione così intensa che auguro a tutti di provare, almeno una volta. C'è un altro brevetto che ho conseguito da oltre un anno, questa volta senza esami, è bastato pagare, in qualità di inventore all'ufficio brevetti di Roma. Oggetto: un compressore ad aria compressa, spinto dall'aria compressa, con il compito di comprimere aria. Potrebbe sembrare un gioco di parole, se non fosse che l'aria compressa prodotta sia incredibilmente maggiore di quella consumata. Ho chiamato la mia invenzione "moto perpetuo" e non credo di aver esagerato, visto che rispecchia tutte le definizioni di moto perpetuo, compresa quella di wikipedia. Uno scetticismo di tipo aggressivo, molto rasente al fanatismo di tipo religioso, di molte persone colte ma rigonfie di un'esagerata autostima, al punto da rifiutare apriori ogni scambio di idee sul tema "moto perpetuo", mi ha spinto ad una ricerca approfondita nello studio della Fisica ed Astrofisica, che a mio avviso è la stessa cosa, in quanto i fenomeni fisici che si producono in qualsiasi scala si voglia, restano invariati nel principio.


                                                                                  "TRATTATO" ASTROFISICO
                                                                            (forza di gravità e moto perpetuo) 


C'è un'altra energia, che funziona in modo perfetto e da prima di sempre, le sue principali caratteristiche sono: quantità infinita, funzionalità perenne, costanza incalcolabile nel tempo, rinnovabilità totale. Un'energia estremamente pulita e praticamente gratuita, conosciuta dall'Uomo con il nome di "moto perpetuo", è a lei che dobbiamo equilibrio e funzionalità universale nella meccanica celeste. E' mia ferma convinzione considerare possibile riprodurre meccanicamente il fenomeno del moto perpetuo, con lo scopo di immagazzinare e disporre di energia in forma di aria compressa. La mia tesi si articola sul rapporto di convivenza di due forze specifiche quali sono: forza di gravità e moto perpetuo. Procediamo per gradi, i miei studi e ricerche mi hanno portato a credere e di conseguenza ad affermare che: Forza di Gravità-Forza Centripeda- Pressione Atmosferica, siano tra loro dei sinonimi di fatto e dunque da definire come un unica entità fisica, se non altro per semplificarci la vita. Ogni corpo in rotazione sul proprio asse, che sia solido, liquido o gassoso, nella propria facciata esterna, produrra una pressione che avvolgerà l'intero corpo rotante in modo uniforme e curvilineo, comprimendo aria sulla superficie del corpo in questione, con pari intensita ed in modo totale, nella direzione del centro del corpo rotante stesso, producendo un campo di forza attrattiva, che noi tutti conosciamo come forza centripeda, ma quando parliamo di corpi celesti, diventa forza di gravità o pressione atmosferica. Dunque per facilitarmi il compito chiamerò queste tre forze con la lettera "Y" ed affermo che la Y di ogni corpo rotante è calcolabile così: "Y= V . vr " ( "Y" sta per forza di gravità, "V" sta per Volume, "vr" sta per velocità rotativa). Se calcoliamo la Y della Terra e la dividiamo con quella di Giove, otteniamo quante volte è superiore la gravità di Giove a quella della Terra, e quel numero che otteniamo se moltiplicato o diviso per il peso di qualsiasi corpo, verremmo a sapere quanto quello stesso corpo pesa su Giove o viceversa. Lo stesso possiamo fare con la Luna, con Venere, con Plutone....e con una trottola. Tradotto in logica spiccia possiamo dire che la compressione che esercita la forza Y, producendo peso ed attrito su di un corpo, è facilmente contrastabile da un'altra Y i cui valori inferiori permettono di lavorare in assensa di peso e dunque senza attrito, lasciandoci liberamente immagazzinare energia, aggirando in questo modo ogni principio che porta alla termodinamica. Questo di fatto è il sistema di funzionamento del mio C.M.P. (Compressore a Moto Perpetuo). Ma i corpi celesti non sono gli unici "compressori" esistenti in natura. Sulla terra sono presenti un'infinità di compressori organici, e sono tutti gli animali terrestri, compresi gli uccelli, i mammiferi acquatici e l'Uomo. Nel momento che veniamo alla luce iniziamo con il primo respiro che si susseguirà per incanto in modo continuo producendo il sacro ritmo respiratorio, testimone principale della singola vita stessa. Possiamo resistere due mesi senza cibo, 15 giorni senza acqua, ma solo pochissimi minuti senza aria. Prendiamo come esmpio l'Uomo, a mio avviso noi siamo un compressore a moto perpetuo, ed il nostro funzionamento è legato a 4 elementi, in ordine di importanza sono: Aria-Acqua-Cibo-manutenzione. Immaginando di trasformarci in un sistema meccanico ci accorgiamo che per funzionare abbiamo bisogno soltanto di due dei 4 elementi iniziali e cioè di Aria e di manutenzione meccanica, visto che la materia non ha bisogno ne di acqua e cibo. L'Evoluzione Umana è riuscita nel tempo a riprodurre in modo elettromeccanico molte meraviglie della natura come il Cervello, la vista, l'olfatto, l'udito, il tatto,,, dunque perchè no il respiro, principale elemento della vita, dalle potenzialità immisurabili che l'esempio e la vista dell'Universo ci consegnano e da una sicura ed omogenea Evoluzione per l'intera Umanità.

P.S. Sono stanco mia moglie borbotta, tocca a me cucinare ed ho un certo appetito. Non ho finito, continuo domani o questa notte... nel frattempo nella pagina di discussione provate a demolire tutto cio e mi raccomando non abbiate alcuna pietà.

                                           Dino D'Alessandro    Onid-23-8-05



Il mio nome è Dino D’Alessandro, sono un’inventore e da oltre un anno sono titolare di un brevetto depositato alla camera di commercio di Roma, riguardante un; compressore ad aria compressa, spinto con l’aria compressa, con il compito di comprimere aria. Sembra un gioco di parole ma in realtà è un sistema molto generoso di approvigionamento energetico, visto che puo comprimere molta più aria di quanto non ne consumi. L’Ho chiamato “Moto perpetuo” e non credo di aver esagerato, visto che rispecchia fedelmente tutte le definizioni enciclopediche che si possano trovare sotto la definizione di “moto perpetuo”. Sono certo che questa mia invenzione sarà in grado di risolvere problemi divenuti ormai cronici come: la fame, la sete, la povertà estrema, l’inquinamento, la desertificazione, e personalmente sono pronto a scommettere su di una drastica riduzione dei conflitti tra Umani. Per spiegare la mia invenzione (che funzionava lo stesso) ho osservato, studiato, approfondito, sperimentato, calcolato, provato e finalmente scritto, il seguente “trattato astrofisico”, e dunque colgo l’occasione per ringraziare lo scetticimo “fondamentalista” di tanti, che mi ha letteralmente spinto verso la ricerca scentifica, e dunque riuscire a portare alla luce, delle scoperte a mio avviso fantastiche per l’Umanità.






                                                         "TRATTATO" ASTROFISICO
                                            (forza di gravità - moto perpetuo - buchi neri) 



     C'è un'altra energia, che funziona in modo perfetto e da prima di sempre,   le sue principali caratteristiche sono: quantità infinita, funzionalità perenne, costanza incalcolabile nel tempo, rinnovabilità totale. Un'energia estremamente pulita e praticamente gratuita, è conosciuta dall'Uomo con il nome di "moto perpetuo", ed è a lei che dobbiamo equilibrio e funzionalità universale nella meccanica celeste. E' mia ferma convinzione ritenere  possibile riprodurre meccanicamente il fenomeno del moto perpetuo, con lo scopo di immagazzinare e disporre, di energia infinita, estremamente pulita, rinnovabile e non da meno gratuita, il tutto in forma di aria compressa. La mia tesi si articola sul rapporto di convivenza di due forze specifiche quali sono: “forza di gravità e moto perpetuo”. Procediamo per gradi, i miei studi e ricerche mi hanno portato a credere e di conseguenza ad affermare che:  “Forza di Gravità - Forza Centripeda - Pressione Atmosferica”, siano tra loro dei sinonimi di fatto e dunque da considerarsi come un unica entità fisica, se non altro  per lo scopo di semplificarci la vita.      Ogni corpo in rotazione sul proprio asse, che sia solido, liquido o gassoso, nella propria facciata esterna, produrra una pressione che avvolgerà l'intero corpo rotante in modo uniforme e curvilineo, attraendo e comprimendo aria, con pari intensita ed in modo capillare, sull’intera superficie  del corpo in questione, spingendo in direzione del centro del corpo rotante stesso e producendo un  campo di forza attrattiva, che noi tutti conosciamo come “forza centripeda”, ma quando parliamo di corpi celesti, questo stesso fenomeno diventa “forza di gravità o pressione atmosferica”.  Dunque per facilitarmi il compito chiamerò queste tre forze con la lettera "Y",  ed affermo che la “Y” di ogni corpo rotante sul proprio asse, è possibile calcolarla in questo modo:   "Y= V . vr " ( "Y" sta per forza di gravità, "V" sta per Volume, "vr" sta per velocità rotativa). Se calcoliamo la “Y” della Terra e la dividiamo con quella di Giove, otteniamo quante volte è superiore la gravità di Giove a quella della Terra, e quel numero che otteniamo se moltiplicato o diviso per il peso di qualsiasi corpo, verremmo a sapere quanto quello stesso corpo pesa su Giove o viceversa. Lo stesso possiamo fare con la Luna, con Venere, con Plutone.... e con una trottola. Tradotto in logica spiccia, possiamo dire che la compressione che esercita la forza “Y”, producendo peso ed attrito su di un corpo, è facilmente contrastabile da un'altra “Y” I  cui valori inferiori permettano di lavorare in assensa di peso e dunque senza attrito, lasciandoci liberamente immagazzinare energia, aggirando in questo modo ogni principio che porta alla termodinamica. Questo di fatto è il sistema di funzionamento del mio C.M.P. (Compressore a Moto Perpetuo).       Adottando un sistema di approvigionamento energetico basato sulla compressione anzichè la combustione, è facile intravedere gli enormi vantaggi che si profilano per l’intera Umanita.  Oltre quelli non trascurabili di tipo economico (l’Aria è infinita, rinnovabile, pulita e gratuita), problemi come:  fame, sete, povertà estrema, inquinamento e proliferazione nucleare,   molto prima di quanto non riusciamo ad immaginare, andrebbero a far parte dell’album dei ricordi dell’Umanità.                                            I corpi celesti non sono gli unici "compressori" esistenti in natura. Sulla terra sono presenti un'infinità di “compressori organici”, lo sono tutti gli animali terrestri, compresi gli uccelli, i mammiferi acquatici e l'Uomo. Nel momento esatto che veniamo alla luce si produrrà il nostro primo respiro, che si susseguirà ad un altro, ed un altro ancora e così via di seguito…   come  per incanto, si svilupperà il sacro ritmo respiratorio, testimone fondamentale di ogni singola vita organica,  e proprio tra il primo e l’ultimo dei respiri, si disegnerà l’intero arco di vita di ogni “essere animato”.   Possiamo resistere due mesi senza cibo, 15 giorni senza acqua, ma solo pochissimi minuti senza aria.     Prendiamo come esempio l'Uomo, a mio avviso, noi (come gli altri animali) siamo dei compressori a “moto perpetuo”, il cui funzionamento è legato a 4 elementi, che in ordine di importanza sono: “Aria-Acqua-Cibo-manutenzione”.  Immaginando di costruire artificialmente un sistema meccanico in grado di respirare come noi,  ci accorgiamo che le funzioni meccaniche, hanno bisogno soltanto di due, dei 4 elementi a noi essenziali per sviluppare un moto perpetuo, e cioè di: “Aria e manutenzione meccanica”, visto che i “minerali” a differenza della materia organica, non hanno bisogno ne di acqua ne di cibo. L'Evoluzione Umana è riuscita nel tempo a riprodurre in modo elettromeccanico molte meraviglie, da noi tutti, avute in dono dalla  natura, tra le quali:  il cervello/computer, la vista/telecamere, l'olfatto/rilevatori, l'udito/oggi i sordi possono udire, il tatto/ robot… dunque perchè non il “respiro”, principale elemento della vita “organica e celeste”, dalle potenzialità inmisurabili, che l'esempio e la vista dell'Universo ci consegna  e  ci indica come sicura ed omogenea Evoluzione per l'intera Umanità.               I corpi celesti possono esser catalogati in due tipologie: “minerale e gassoso”, nel caso specifico dei pianeti gassosi, ritengo che avvenga che la forza “Y”, che spinge dall’esterno verso il centro, si scontri con la “forza centrifuga” che spinge in senso opposto e cioè dal centro verso l’esterno.  Nel punto preciso dove si scontrano e si annullano le due forze, si materializza una parete, la stessa che di fatto determina sia la forma che il volume del pianeta gassoso. La forza centrifuga spingendo dal centro verso l’esterno, svilupperà  un campo di forma sferica, avente lo stesso centro del pianeta gassoso, dove all’interno di esso si produrra il “Vuoto” ,  la cui intensita è pari ma inversamente proporzionata all’azione della forza centripeda o “Y”.  In pratica ritengo che valga la stessa regola e cioè :   piu veloce è la rotazione, piu ampio è il volume della massa gassosa, maggiore sarà il diametro del “vuoto”.       Ritengo inoltre per deduzione logica che nello spazio dove ruotano I pianeti del nostro sistema solare, (ma probabilmente anche in altre galassie) ci sia ovunque la presenza di gas rarefatti,  la forza “Y” è data dalla capacità di attrarli e comprimerli, producendo così una compressione sulla superficie del corpo rotante, motivo per il quale si determina una propria scala di pesi specifici e di conseguenza un proprio livello di attrito, questa è  l’ “imposta” che pagherà ogni singola molecola, presente nel campo gravidazionale, prodotto da ogni corpo che ruota sul proprio asse.  Come dicevo prima, la formula  “ Y = V . vr “ è applicabile ad ogni corpo rotante sul proprio asse, che sia esso un corpo celeste o una trottola, il principio resta invariato,  anche se c’è da dire che il calcolo della “Y” su di una trottola, si presenterà più complesso, per via dell’irregolarità della forma e per il freno gravidazionale esercitato dalla “Y” terrestre, mentre sarà piu semplice nei corpi celesti visto che si presentano in una forma sferica quasi perfetta,  modellata probabilmente dalla levigazione prodotta, nel costante ed “eterno”, moto di rotazione e di rivoluzione,   nell’ inmisurabile concetto quale sia lo spazio-tempo astronomico.  Ma proprio il moto di rivoluzione dei corpi celesti non mi permette l’esatto calcolo della loro “Y”, visto che essendo anche il moto di rivoluzione, comunque una rotazione, andrebbe calcolata  come ulteriore compressione di aria, che    si realizza sull’eclisse di rivoluzione.  Ma io non ho ne voglia ne tempo di perdermi dietro tanti calcoli astronomici, visto che ritengo che i vantaggi di questa scoperta siano gia  quantificabili,   lascio il testimone agli appassionati del calcolo, per una verifica puramente matematica.   Tra i corpi rotanti irregolari figurano anche gli Uragani, i tifoni, le trobe d’aria, i tornadi,  in una sola parola i “Vortici”.  “I Vortici” occupano un’intero capitolo nella mia ricerca, la loro capacità di autoalimentarsi, figura come da grande stimolo a tutta la mia ricerca.  Chi non ha visto almeno una volta, dal vivo o in televisione, l’effetto distruttivo di un tornado in azione, è impressionante vederlo snodarsi con un assetto verticale scomposto, lungo un tragitto irregolare dove travolge e distrugge tutto cio che incontra. I Vortici sono in grado di sviluppare una massa di dimensioni impressionanti, possono raggiungere una velocità di rotazione terrificante e viaggiare ad una velocità di superficie con punte decisamente superiori ad una F.1.   Per prendere vita ai Vortici servono condizioni atmosferiche particolari, a mio avviso prendono vita dallo   scontro o incontro di più correnti d’aria di diversa temperatura e di opposta provenienza, le quali nell’impatto reagiscono avvitandosi istericamente in due opposte direzioni,  intorno ad un unico ed ipotetico asse, girando e scorrendo dall’alto verso il basso, il moto rotatorio le tranforma da semplici correnti d’aria a “forze”  a noi conosciute come: “forza centrifuga e forza centripeda”.  Il moto opposto di rotatazione   di queste due forze, produce un’equilibrio generato ed alimentato dal contrasto stesso, delle due forze in azione, permettendo così la materializzazione gassosa  di una forma conica irregolare a cui si riferisce il termine “Vortice”.    Il timone di un Vortice è il proprio “vertive” il quale pur conducendo una irregolare e frenetica corsa a zig-zag,   per motivi ad esso decisamente vitali, resta incollato sulla superficie terrestre, dove scarica in forma di energia, l’avvitamento discendenziale sia della centrifuga che della centripeda, le quali dopo un’avvitamento frenetico tra loro, convergono entrambe nell’unico vertice del Vortice, liberandosi in forma di energia nell’ambiente circostante.  Per nostra fortuna sulla Terra si producono delle resistenze gravidazionali, che raramente permettono ad un “Tifone” di vivere piu a lungo di una settimana, a differenza di altri pianeti, dove persistono piu a lungo o addirittura sono in pianta stabile, come avviene su Giove.   Anche se di forma diversa, i Vortici mostrano importanti similitudini con I pianeti gassosi, a cominciare dallo scontro che avviene tra la forza centrifuga e la forza centripeda, le quali  si autoalimentano lavorando a contrasto nel moto rotatorio, disegnandone la forma e determinandone il volume, sia che si tratti di un corpo celeste gassoso o si tratti di un Vortice.   La velocità rotativa di un Vortice, come in ogni corpo rotante sul proprio asse, produce un proprio campo gravidazionale ed è determinato come sempre dalla forza centripeda o forza “Y”.  Se ad un Vortice applichiamo la formula  “ Y=V.vr “, possiamo ottenere il valore della sua “Y”, e se paragonata alla “Y” della Terra, ci accorgeremo che un Vortice pur avendo una velocità rotativa maggiore della  Terra, il suo Volume è infinitamente più piccolo, dunque possiamo facilmente dedurre che la sua forza “Y” sarà inferiore a quella della Terra. Come ho già scritto precedentemente ogni forza “Y” nella propria area gravidazionale, determina una propria scala di pesi specifici,  dunque quando un Vortice nel suo turbolento cammino incontra un corpo, quello stesso corpo attratto dal campo gravidazionale del Vortice, muta i suoi valori di peso assumendo quelli instituiti dalla forza “Y” del Vortice stesso.   Considerando la differenza che intercorre tra la “Y” della Terra e quella di un Vortice, è sufficiente per giustificare la sensazione che abbiamo nel vedere un corpo attratto dal Vortice e vibrare nell’aria come se fosse in assenza di peso.  Quando il Vortice sfrecciando lungo il suo irregolare tragitto, espellerà quello stesso corpo dal suo campo gravidazionale, da quell’istante esso riassumerà I valori gravidazionali della Terra e la ricaduta sarà alquanto rovinosa.  La luce penetra i Vortici in modo parziale ed essi riflettono un colore grigio scuro, se visti da lontano, mentre sarà cupo e nebuloso se osservato dall’interno. E’ mia ferma opinione ritenere i misteriosi “buchi neri” dello spazio, nient’altro che enormi Vortici che lavorano indisturbati da altre forze gravidazionali che non siano la propria “Y”. Anche se presumo che il vertice di un   “buco nero” sia comunque attratto da qualcosa e cio mi viene suggerito dal Vortice terrestre, la cui esistenza o sopravvivenza resta legata dal contatto con la superficie terrestre, nel momento che si stacca, esso svanisce nell’aria.  Mi piacerebbe lavorare ad un progetto che si ponga l’obbiettivo di rendere docili gli Uragani, qualcosa mi dice che sia possibile neutralizzarli, o utilizzarli a bassa intensita per portare acqua nelle zone desertiche, ma  avrei bisogno di lavorarci sopra per affermarlo con certezza. Nello spazio infinito, i Vortici o buchi neri, trovano le garanzie della loro perenneità, nello stesso modo e con le stesse possibilità che competono ai corpi celesti, del resto a mio giudizio l’unica sostanziale differenza tra un corpo celeste ed un Vortice spaziale è il moto di rivoluzione, che ad un Vortice non è dato di compiere.   Anche se apparentemente fluttua nello spazio, libero da un’ancoraggio ellittico, un Vortice è presumibile che risponda  a dei magnetismi che influenzano il proprio vertice e ne stabilizzano la posizione.    Anche tra un Vortice terrestre ed uno Vortice spaziale, intercorrono delle differenze sostanziali.  La prima è sicuramente l’esercizio gravidazionale della Terra che  condiziona il Vortice già alla nascita e   produce quelle resistenze che lo logorano fino ad estinguerlo, nel suo relativo breve arco di tempo.  La seconda sostanziale differenza è quella che un Vortice sulla Terra nel momento che scarica dal proprio vertice l’energia della centripeda e della centrifuga, incontra una superficie solida o liquida che non permette al vertice del Vortice   la penetrazione, conferendo al Vortice stesso una spinta propulsiva che prima ho definito “velocità di superficie”.   Giove è un pianeta gassoso, per questo motivo il suo Vortice in pianta stabile non incontra resistenze di penetrazione, e quell’energia che fuoriesce dal suo vertice,   penetrando la massa gassosa di Giove  presumo che vada ad alimentare il flusso rotativo della centrifuga, all’interno del nucleo di Giove, garantendo a quell’immenso Vortice un’ancoraggio che ne garantisce una stabile e perenne esistenza.   Per concludere affermo con certezza che l’obbiettivo “FREE ENERGY” è alla portata dell’Uomo, e lo affermo con grande convinzione, coniando I  seguenti principi : Se l’aria compressa, (compressione atmosferica)   produce peso ed attrito, con l’aria compressa stessa possiamo annullarlo.   L’effetto di una “Y” può esser facilmente contrastato da un’altra ”Y”.    

Chiunque venga a trovarsi in possesso di questo mio scritto, è pregato di divulgarlo a più persone possibile, perche la semplice e meravigliosa tecnologia del “moto perpetuo” facilmente estraibile da questo mio “trattato astrofisico”, potrebbe produrre finalmente un livellamento tra tutti gli esseri Umani. L’Evoluzione Umana, come dice la parola stessa, appartiene a tutta l’Umanità, non solo ad una parte di essa. La nostra Evoluzione avrebbe già da tempo, dovuto e potuto garantire a tutti un m.c.d. (minimo comun divisore), affinche nessuno più, fosse costretto a sbarazzarsi della propria dignità, nel disperato tentativo di sopravvivere. Ora tutto cio potrebbe, molto presto diventare realtà, tutti quanti sapranno e potranno garantirsi in modo autonomo il proprio m.c.d. di un’Evoluzione che ripeto, appartiene indistintamente all’intera Umanità, nessuno escluso. Divulgate come meglio potete queste pagine, facciamo in modo che la nuova tecnologia del “moto perpetuo”, non vada solo a beneficio di pochi, ma diventi al più presto il veicolo per un sacrosanto diritto per tutti, di viversi la propria vita, come un dono della natura e non come una condanna.



                                                                     “ IL FUTURO E’ NELL’ARIA”      
                                                                                                                  Dino D’Alessandro
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