Commentario
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Dalla fine del II secolo a.C. si era diffusa la consuetudine , da parte di chi aveva compiuto imprese ritenute memorabili, pretori,censori, consoli, generali vittoriosi, di affidare a commentarii il ricordo delle proprie gesta. Questi non rientravano per gli antichi fra le opere appartenenti al genere storiografico, che richiedeva un progetto letterario vero e proprio; erano solo materiali da cui trarre eventualmente una vera e propria historia.
Con molta probabilità Cesare, nel mettere insieme i materiali riguardanti le due guerre da lui condotte , li rielaborò in vista di una loro pubblicazione.
Due i Commentarii di Cesare: il De Bello Gallico e il De Bello Civili, la cui veridicità già alcuni antichi misero in discussione. Riguardo la guerra gallica i suoi avversari lo accusavano di aver condotto una campagna inutile e costosa sia in termini economici che di vite umane solo per la propria ambizione di potere; riguardo la guerra civile l'accusa era di averla scatenata non per difendere la legalità, come egli sosteneva, ma i propri interessi. Le opere scritte per raccontarle avrebbero avuto solo intenti propagandistici, per giustificare il proprio operato.