Bonacolsi (famiglia)
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I Bonacolsi, il cui nome potrebbe derivare da buona causa, furono i primi Signori di Mantova, precedendo e creando le basi alla ben più famosa dinastia Gonzaga.
Originari, secondo alcuni, del modenese mentre secondo altri dai Bonacolsi di Ferrara, il loro emblema era a fasce oro e rosse. Lasciano le prime tracce nella città di Virgilio nel 1168, quando in un documento viene citato Ottobuono de Bonacosa, il quale abitava col figlio Gandolfo nel quartiere S. Martino, in contrada S. Egidio.
Gandolfo ebbe a sua volta un erede, Martino, che fu poi il padre di Pinamonte. Proprio quest'ultimo è considerato il capostipite della dinastia bonacolsiana: nel periodo della lotte tra Ghibellini e Guelfi, il governo comunale entrò in crisi ed egli seppe approfittarne, portando nel 1273 il suo casato al potere. In una situazione politica intricata, grazie ad alleanze mirate, una su tutte quella con i Casaloldi, riuscì in maniera praticamente indolore a trasportare la città dall'ordinamento comunale alla Signoria.
Nel 1272 venne nominato Rettore per poi raggiungere la carica di Capitano del popolo, grazie al alcuni omicidi mirati. Nel 1291, poco prima della morte, divenne Capitaneus Generalis. Dante traccia un quadro degli eventi, nel canto XX dell'Inferno: Già fuor le genti sue dentro più spesse, / prima che la mattia da Casalodi / da Pinamonte inganno ricevesse. In poche parole, il Bonacolsi sfrutto l'alleato per i duoi fini per poi eliminarlo senza grossi problemi.
I Bonacolsi ebbero il controllo di Mantova per poco tempo, circa mezzo secolo, ma si dettero comunque da fare lasciando tracce ancora oggi visibili. In Piazza Sordello sorsero Palazzo Bonacolsi, la magna Domus e il Palazzo del Capitano. Quest'ultimo diventò poi il Palazzo Ducale dove per quattro secoli vissero i Gonzaga.
Il 16 agosto 1328 i Gonzaga, forti del sostegno dato loro da parte di Cangrande della Scala, Signore di Verona, presero il controllo della città. Luigi Gonzaga eliminò Rinaldo detto il Passerino e alcuni suoi sostenitori, dando inizio alla dominazione gonzaghesca. Particolare macabro della storia: Passerino venne mumificato e conservato come talismano nelle sale di Palazzo Ducale.
I Gonzaga, come altri nobili del tempo, si dilettavano collezionando cose curiose. Il cadavere dell'ultimo dei Bonacolsi era esposto assieme ad altre cose: un armadillo, un unicorno, coccodrilli scorticati, un vitello marino, la testa imbalsamata di un uomo e un drago a sette teste. A raccontarci tutto questo è uno studioso tedesco in visita a Mantova, il quale descrive minuziosamente il macabro reperto: presenta due ferite, una al fianco e una sul cranio. La leggenda vuole che a disfarsi della mummia di Passerino fu l'ultima duchessa di Mantova, stanca di quella inquietante spoglia, facendo gettare il corpo nelle acque del lago. Inquietante il fatto che il pietoso gesto sia associato alla fine del ducato, come se davvero il Bonacolsi, con la sua carne, proteggesse davvero il casato del nemico. L'episodio della presa di Mantova è ritratto in un famoso quadro di Domenico Morone.