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Battesimo di Gesù - Wikipedia

Battesimo di Gesù

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Il greco bàptisma si riferisce al procedimento dell’immersione, che include sommersione ed emersione; deriva dal verbo bàpto, che significa “immergere; intingere”. (Gv 13:26) Nella Bibbia “immergere” e “battezzare” si equivalgono. Per esempio, la versione di Cocorda, pubblicata nel 1910, rende Romani 6:3, 4 come segue: “Ignorate voi che noi tutti i quali fummo immersi in Cristo Gesù, fummo immersi nella di lui morte? Noi fummo dunque sepolti con Lui, mediante l’immersione, a morte”. In Esodo 12:22 e in Levitico 4:6 la Settanta greca usa una forma dello stesso verbo. (Vedi NM, ntt.). Quando uno è immerso nell’acqua, è temporaneamente “sepolto”, nascosto alla vista, e poi tirato fuori.

Saranno presi in esame quattro diversi aspetti: (1) il battesimo di Giovanni, (2) il battesimo in acqua di Gesù e dei suoi seguaci, (3) il battesimo in Cristo Gesù e nella sua morte, (4) il battesimo Il battesimo di Giovanni. Il primo uomo autorizzato da Dio a battezzare in acqua fu Giovanni figlio di Zaccaria e di Elisabetta. (Lu 1:5-7, 57) Il fatto stesso che egli era noto come “Giovanni il Battista” o “il battezzatore” (Mt 3:1; Mr 1:4) indica che il battesimo o immersione in acqua era diventato di dominio pubblico particolarmente grazie all’opera di Giovanni, e le Scritture dimostrano che il suo ministero e il suo battesimo erano da Dio; non erano una sua iniziativa personale. La sua opera, predetta dall’angelo Gabriele, era da Dio (Lu 1:13-17), e Zaccaria profetizzò mediante lo spirito santo che Giovanni sarebbe stato un profeta dell’Altissimo per preparare la via di Geova. (Lu 1:68-79) Gesù confermò che il ministero e il battesimo di Giovanni erano da Dio. (Lu 7:26-28) Il discepolo Luca ricorda che “la dichiarazione di Dio fu rivolta a Giovanni figlio di Zaccaria nel deserto. Egli venne dunque . . . predicando il battesimo”. (Lu 3:2, 3) L’apostolo Giovanni dice di lui: “Sorse un uomo, mandato come rappresentante di Dio: il suo nome era Giovanni”. — Gv 1:6.

Si può capire meglio il significato del battesimo di Giovanni confrontando varie traduzioni di Luca 3:3. Giovanni venne “predicando il battesimo in simbolo di pentimento per il perdono dei peccati” (NM); “un battesimo di conversione per il perdono dei peccati” (CEI); “un battesimo di ravvedimento per il perdono dei peccati” (VR82); “cambiate vita e fatevi battezzare, e Dio perdonerà i vostri peccati” (PS). Da queste traduzioni si comprende chiaramente che non era il battesimo a cancellare i peccati, ma il pentimento e il cambiamento di condotta, di cui il battesimo era un simbolo.

Il battesimo compiuto da Giovanni non era quindi una speciale purificazione da parte di Dio per mezzo del suo servitore Giovanni, ma una pubblica dimostrazione e un simbolo del pentimento dell’individuo per i peccati commessi contro la Legge, che doveva condurre a Cristo. (Gal 3:24) In tal modo Giovanni preparava il popolo a ‘vedere il mezzo di salvezza di Dio’. (Lu 3:6) La sua opera servì “per preparare a Geova un popolo ben disposto”. (Lu 1:16, 17) Questa opera era stata profetizzata da Isaia e Malachia. — Isa 40:3-5; Mal 4:5, 6.

Alcuni studiosi cercano di vedere un’anticipazione del battesimo di Giovanni e del battesimo cristiano nelle antiche cerimonie di purificazione compiute sotto la Legge (Eso 29:4; Le 8:6; 14:8, 31, 32; Ebr 9:10, nt.) o in azioni individuali. (Ge 35:2; Eso 19:10) Ma questi casi non hanno nessuna analogia col vero significato del battesimo. Erano abluzioni attinenti alla purezza cerimoniale. L’unico caso in cui ci fu una completa immersione del corpo sott’acqua è quello del lebbroso Naaman, e l’immersione in acqua avvenne sette volte. (2Re 5:14) Ciò non gli fece ottenere una speciale relazione con Dio, ma semplicemente lo guarì dalla lebbra. Inoltre, secondo le Scritture, i proseliti venivano circoncisi e non battezzati. Per mangiare la Pasqua o partecipare all’adorazione nel santuario bisognava essere circoncisi. — Eso 12:43-49.

Neanche l’asserzione di alcuni che il battesimo di Giovanni probabilmente derivava dalla setta ebraica degli esseni o dai farisei ha alcun fondamento. Entrambe queste sette richiedevano che si compissero spesso varie abluzioni. Ma Gesù mostrò che tali cose erano solo comandamenti di uomini che per la loro tradizione non tenevano conto dei comandamenti di Dio. (Mr 7:1-9; Lu 11:38-42) Giovanni battezzava in acqua perché, come disse lui stesso, Dio l’aveva mandato a battezzare in acqua. (Gv 1:33) Non era stato mandato dagli esseni o dai farisei. Non aveva l’incarico di fare proseliti ma di battezzare coloro che già facevano parte della congregazione ebraica. — Lu 1:16.

Giovanni sapeva che la sua opera consisteva semplicemente nel preparare la via davanti al Messia, al Figlio di Dio, e che avrebbe ceduto il posto al più grande ministero che Lui avrebbe compiuto. La ragione per cui Giovanni battezzava era che il Messia potesse essere reso manifesto a Israele. (Gv 1:31) In Giovanni 3:26-30 viene detto che il ministero del Messia era destinato a crescere, mentre il ministero di Giovanni doveva diminuire. Quelli che furono battezzati dai discepoli di Gesù durante il suo ministero terreno, e che perciò divennero anch’essi discepoli di Gesù, furono battezzati come simbolo di pentimento alla maniera del battesimo di Giovanni. — Gv 3:25, 26; 4:1, 2.

Il battesimo in acqua di Gesù. Il battesimo dello stesso Gesù compiuto da Giovanni doveva necessariamente avere un significato e uno scopo ben diversi dal battesimo di Giovanni, dato che Gesù “non commise peccato, né fu trovato inganno nella sua bocca”. (1Pt 2:22) Quindi egli non poteva sottoporsi a un atto che fosse simbolo di pentimento. Senza dubbio per questa ragione Giovanni non voleva battezzare Gesù. Ma Gesù disse: “Lascia fare, questa volta, poiché conviene che in questo modo adempiamo tutto ciò che è giusto”. — Mt 3:13-15.

Luca afferma che Gesù pregava al momento del battesimo. (Lu 3:21) Inoltre lo scrittore della lettera agli Ebrei dice che quando Gesù Cristo venne “nel mondo” (cioè, non quando nacque e non sapeva né leggere né pronunciare queste parole, ma quando si presentò per il battesimo e cominciò il suo ministero) disse, secondo il Salmo 40:6-8 (LXX): “Non hai voluto né sacrificio né offerta, ma mi hai preparato un corpo. . . . Ecco, io vengo (nel rotolo del libro è scritto di me) per fare, o Dio, la tua volontà”. (Eb 10:5-9) Per nascita Gesù faceva parte della nazione ebraica, con la quale Dio aveva fatto un patto nazionale, cioè il patto della Legge. (Eso 19:5-8; Gal 4:4) Per questo, quando si presentò a Giovanni per il battesimo, Gesù si trovava già in una relazione di patto con Geova Dio. In quell’occasione Gesù fece qualcosa di più di quanto non fosse richiesto da lui sotto la Legge. Si presentò al Padre suo Geova per fare la “volontà” del Padre suo in quanto all’offerta del suo stesso corpo “preparato” e per abolire i sacrifici animali offerti secondo la Legge. L’apostolo Paolo osserva: “Mediante tale ‘volontà’ siamo stati santificati per mezzo dell’offerta del corpo di Gesù Cristo una volta per sempre”. (Eb 10:10) Per Gesù la volontà del Padre richiedeva inoltre un’attività in relazione al Regno, e Gesù si presentò anche per svolgere questo servizio. (Lu 4:43; 17:20, 21) Geova accettò questa presentazione di suo Figlio e ne diede conferma ungendolo con spirito santo e dicendo: “Tu sei mio Figlio, il diletto; io ti ho approvato”. — Mr 1:9-11; Lu 3:21-23; Mt 3:13-17.

Il battesimo in acqua dei seguaci di Gesù. Il battesimo di Giovanni doveva essere sostituito dal battesimo ordinato da Gesù: “Fate discepoli di persone di tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello spirito santo”. (Mt 28:19) Dalla Pentecoste del 33 E.V. in poi questo è l’unico battesimo in acqua approvato da Dio. Alcuni anni dopo il 33 E.V., Apollo, uomo zelante, insegnava correttamente ciò che concerneva Gesù, ma conosceva solo il battesimo di Giovanni. In questo dovette essere corretto, come i discepoli che Paolo trovò a Efeso. Quegli uomini di Efeso avevano ricevuto il battesimo di Giovanni, ma evidentemente quando non era più valido, dato che Paolo si recò a Efeso circa 20 anni dopo la fine del patto della Legge. Essi furono quindi battezzati correttamente nel nome di Gesù e ricevettero lo spirito santo. — At 18:24-26; 19:1-7.

Che il battesimo cristiano richiedesse intendimento della Parola di Dio e una ragionata decisione di presentarsi per fare la rivelata volontà di Dio fu evidente alla Pentecoste del 33 E.V., quando gli ebrei e i proseliti radunati, che avevano già conoscenza delle Scritture Ebraiche, sentirono Pietro parlare di Gesù il Messia, col risultato che 3.000 di loro “accolsero di cuore la sua parola” e “furono battezzati”. (At 2:41; 3:19–4:4; 10:34-38) Quelli di Samaria prima credettero alla buona notizia predicata da Filippo e poi furono battezzati. (At 8:12) L’eunuco etiope, devoto proselito che in quanto tale conosceva Geova e le Scritture Ebraiche, prima ascoltò la spiegazione di come quelle scritture si erano adempiute in Cristo e la accettò, poi chiese di essere battezzato. (At 8:34-36) Pietro spiegò a Cornelio che ‘l’uomo che teme Dio e opera giustizia gli è accetto’ (At 10:35) e che chiunque ripone fede in Gesù Cristo ottiene nel suo nome il perdono dei peccati. (At 10:43; 11:18) Tutto ciò è in armonia col comando di Gesù: “Fate discepoli . . . insegnando loro ad osservare tutte le cose che vi ho comandato”. Coloro che accettano l’insegnamento e diventano discepoli possono giustamente essere battezzati. — Mt 28:19, 20; At 1:8.

Alla Pentecoste gli ebrei, che collettivamente erano responsabili della morte di Gesù e che senza dubbio erano al corrente del battesimo di Giovanni, udendo la predicazione di Pietro furono “compunti nel cuore” e chiesero: “Fratelli, che dobbiamo fare?” Pietro rispose: “Pentitevi, e ciascuno di voi si battezzi nel nome di Gesù Cristo per il perdono dei vostri peccati, e riceverete il gratuito dono dello spirito santo”. (At 2:37, 38) Va notato che Pietro indicò loro qualcosa di nuovo: per ottenere il perdono dei peccati non erano necessari il pentimento e il battesimo secondo il battesimo di Giovanni, ma il pentimento e il battesimo nel nome di Gesù Cristo. Non disse che il battesimo stesso lavava via i peccati. Pietro sapeva che solo ‘il sangue di Gesù, Figlio di Dio, ci purifica da ogni peccato’. (1Gv 1:7) In seguito, dopo aver parlato di Gesù quale “principale Agente della vita”, Pietro disse agli ebrei presso il tempio: “Pentitevi, perciò, e convertitevi perché i vostri peccati siano cancellati, affinché vengano dalla persona di Geova stagioni di ristoro”. (At 3:15, 19) Così li informò che per ottenere il perdono dei peccati dovevano pentirsi della malvagia azione commessa contro Cristo, ‘convertirsi’ e riconoscerlo; ma a questo punto non menzionò il battesimo.

In quanto agli ebrei, il patto della Legge era stato abolito grazie alla morte di Cristo sul palo di tortura (Col 2:14), e il nuovo patto era entrato in vigore alla Pentecoste del 33 E.V. (Cfr. At 2:4; Eb 2:3, 4). Comunque, ancora per tre anni e mezzo circa, Dio mostrò speciale favore agli ebrei. Durante quel tempo i discepoli di Gesù si limitarono a predicare agli ebrei, ai proseliti e ai samaritani. Ma verso il 36 E.V. Dio ordinò a Pietro di andare a casa di Cornelio, un gentile, ufficiale dell’esercito romano, e versando lo spirito santo su Cornelio e sulla sua famiglia indicò a Pietro che ora i gentili potevano essere ammessi al battesimo in acqua. (At 10:34, 35, 44-48) Poiché Dio non riconosceva più il patto della Legge con gli ebrei circoncisi, ma ora riconosceva solo il nuovo patto con la mediazione di Gesù Cristo, gli ebrei naturali, circoncisi o incirconcisi, non erano agli occhi di Dio in una speciale relazione con lui. Non potevano avere l’approvazione di Dio osservando la Legge, che non era più valida, e neanche mediante il battesimo di Giovanni, che aveva attinenza con la Legge. Per avere il favore e il riconoscimento di Geova dovevano accostarsi a Lui mediante la fede in suo Figlio ed essere battezzati in acqua nel nome di Gesù Cristo. — Vedi SETTANTA SETTIMANE (Patto in vigore “per una settimana”).col fuoco.

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