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Tregnago - Wikipedia

Tregnago

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.


Wikipedia:WikiProject/Progetto geografia/Antropica/Comuni Tregnago
Portale:Portali Visita il [[Portale:{{{portale}}}|Portale {{{portale}}}]]
Stato: Italia
Regione: Veneto
Provincia: Verona
Coordinate:
Latitudine: 45° 31′ 0′′ N
Longitudine: 11° 10′ 0′′ E
Mappa
Altitudine: 317 m s.l.m.
Superficie: 37 km²
Abitanti:
4.897
Densità: 132 ab./km²
Frazioni: Cogollo, Finetti, Marcemigo, Scoronano 
Comuni contigui: Badia Calavena, Cazzano di Tramigna, Illasi, Mezzane di Sotto, San Giovanni Ilarione, San Mauro di Saline, Verona, Vestenanova
CAP: 37039
Pref. tel: 045
Codice ISTAT: 023087
Codice catasto: L364 
Nome abitanti: tregnaghesi 
Santo patrono: San Martino 
Giorno festivo: 11 novembre 
Comune
Posizione del comune nell'Italia
Sito istituzionale

Tregnago è un comune di 4.897 abitanti della provincia di Verona. Fa parte della Comunità montana della Lessinia.

Indice

[modifica] Geografia

Tregnago è posta a circa 30 km a nord-est dal capoluogo Verona. Si estende su una superficie di trentanove chilometri quadrati circa ed è situato circa a metà della Val d'Illasi a 317 m s.l.m. della quale è il secondo comune per estensione dopo Selva di Progno.

[modifica] Storia

I ritrovamenti archeologici attestano la presenza di insediamenti umani fin dalla preistoria. Iscrizioni ed oggetti di età romana, tra cui un piccolo lare in bronzo del I sec. a.C., ci permettono di evincere che Tregnago in quel periodo era un villaggio piuttosto popoloso e che la zona era effettivamente di frontiera con l’area di cultura retica, data anche la vicinanza alla via Postumia realizzata nel 148 a.C. inizialmente per controllare i confini e poi come rete commerciale.

Nel primo Medioevo la pieve di San Martino divenne centro di raccolta per la popolazione cristiana dell’alta valle: la sua titolarità ci permette di collocare la sua origine nell’età franca e quindi nel VII-VIII secolo d.C..

Nel IX secolo, in seguito alle invasioni ungare e saracene, gli abitanti della campagna si riunirono intorno ai luoghi fortificati per cui divennero importanti i castelli costruiti dai vescovi, dagli abati o dai signori: uno di questi era quello posto su un colle a est di Tregnago, di cui si hanno notizie dal XII secolo, che servì come riparo per la popolazione. Per tutto il Medioevo, tuttavia, la storia del paese rimase legata a quella del monastero di San Pietro, divenuto poi di San Pietro, Vito e Modesto di Badia Calavena che, essendo proprietario di molte terre nella zona, le affidava in cambio di livelli ai contadini locali. Dal XIV secolo in poi le vicende del monastero si intrecciarono sempre più con quelle della pieve di Santa Maria di Tregnago la cui chiesa era stata costruita a fianco della chiesa di san Martino gravemente lesionata dai terremoti del 1116 e del 1182.

L’abitato dell’attuale capoluogo nel '300 appariva già con una struttura bipolare nei suoi due nuclei storici: il Vicus de Supra ed il Vicus de Subctus, chiamato in alcuni documenti anche contrada Sancti Egidii. L’insediamento era caratterizzato da abitazioni costruite attorno a corti centrali chiuse ed aveva il suo centro nella casa comunale che si affacciava sull’attuale piazzetta Sant’Egidio. Nei primissimi anni del Quattrocento, all’epoca in cui Verona, città e provincia, passò sotto il dominio della Repubblica di Venezia, a Tregnago risiedevano esponenti della classe dirigente cittadina che, oltre ad esercitare la funzione vicariale, avevano la casa d’abitazione e ottenevano a livello beni fondiari. Negli ultimi decenni del secolo, anche in questa zona si intensificò la penetrazione della proprietà fondiaria cittadina che portò, agli inizi del secolo successivo, all’arrivo in paese di importanti famiglie urbane come i Fracanzana e i Cipolla che qui avrebbero costruito le loro ville.

Nel Cinquecento il monastero di San Pietro, Vito e Modesto e la pieve di Santa Maria di Tregnago con le relative dipendenze furono annessi al monastero cittadino di San Nazaro. In paese i larghi spazi liberi ancora presenti tra il centro civile e quello religioso furono colmati dalla costruzione tra il '600 e il '700 delle ville e residenze dominicali che si aggiunsero a quella quattrocentesca dei Casari, in contrada Ortelle, e a quella cinquecentesca dei Cipolla.

Nel 1771 quando i beni del monastero di San Nazaro nella Bassa Calavena furono messi all’asta, la Comunità di Tregnago li rilevò entrando così in possesso dei terreni, delle decime delle terre e di alcuni di livelli, ma acquistò anche il diritto di eleggere il parroco anche se con l’obbligo di farne approvare la nomina dall’autorità vescovile per l’approvazione e di provvederlo di un salario.

Tregnago è il risultato dell’aggregazione di più comuni in passato autonomi. Nell’epoca napoleonica si aggregarono tra loro le comunità di Tregnago, Cogollo e Marcemigo. Nel 1954 anche Centro entrò a far parte del comune di Tregnago come frazione. Le quattro comunità, tuttavia, avevano già avuto in passato molti contatti sia per la vicinanza territoriale sia per la presenza unificante prima dell’abbazia della Calavena e della pieve di Santa Maria e, in seguito, per la costituzione del vicariato dipendente dal comune di Verona, comprendente, oltre a Tregnago, Marcemigo, Cogollo, Centro, Bolca, Vestena e Castelvero.

Il paese si estende lungo la vallata da sud a nord tra il torrente Progno e le pendici delle colline. A ovest del corso d’acqua si trova la frazione di Marcemigo. La struttura urbanistica di Tregnago è basata su due strade quasi parallele: l’antica via Maestra, attuale via Carlo Cipolla, e l’antica via Pezzòlo, attuale via San Martino, lungo le quali sono sorte le case contadine esposte verso ovest. Le case più antiche e le ville fatte costruire dal XVII secolo in poi da famiglie provenienti dalla città sono invece rivolte verso sud: si creano così tra esse i vicoli che uniscono le due strade principali.

Nei secoli scorsi l’attività più praticata da coloro che risiedevano nella zona è stata l’agricoltura e il paesaggio agrario rimane il simbolo più importante dell’interazione fra l’uomo e la sua terra. Tipiche del paesaggio agrario sono le corti, le case rurali e le contrade intorno a cui si dipanano le strade e i campi coltivati.

Tregnago, a differenza del resto della valle, non ha mai avuto serie carenze d’acqua. Confluiscono infatti nel suo territorio tre piccole valli e i rispettivi torrenti. che, nei secoli scorsi, non potendo raggiungere con facilità il Progno si disperdevano formando pozzanghere ed acquitrini. L’acqua potabile era fornita in passato al paese da diverse sorgenti, tra cui quella del Pisocco, lontana dal paese più di un chilometro, incanalata già all’inizio del XVI secolo. A testimonianza di una certa abbondanza d’acqua ci sono ancora le antiche fontane del paese oggi per la maggior parte in disuso, dove si abbeveravano gli animali e si lavava la biancheria. Ancora oggi il centro del paese conserva le caratteristiche del passato con le sue tre chiese di cui due, la parrocchiale e antica pieve e quella della Disciplina o di San Martino, sono situate a nord in una posizione ancora periferica. La moderna zona industriale, che è stata edificata negli ultimi decenni a sud, dove prima c’era campagna, non ha modificato le caratteristiche del paese.

[modifica] Toponimo

Sull’origine del toponimo si è molto dibattuto: un’ipotesi lo fa derivare dal nome di persona latino, Trinius o Ternius o Terinius; un’altra asserisce che derivi da Traniacus che indica la presenza sul territorio di tre castelli: quelli di Tregnago, Cogollo e Marcemigo. Alcuni storici affermano altresì che esso proviene da Terminiacum o Terminiacus, che significa termine, fine, confine dell’impero romano.

[modifica] Frazioni

[modifica] Cogollo

Cogollo è un antico borgo sorto ai piedi di un castello di cui oggi rimane solo qualche rovina. Il suo aspetto, con strade strette circondate da muri in pietra e piccole corti, rimane quello di una volta e ci rivela la storia di una piccola località i cui abitanti si sono dedicati, soprattutto in passato, alle attività agricole. Il suo sviluppo, però, nonostante la vicinanza, è avvenuto in maniera relativamente autonoma rispetto ai paesi circostanti. Il nome di Cogollo è, oggi, senza dubbio legato all’artigianato del ferro battuto.


[modifica] Marcemigo

Situato alla destra del Progno e collegato a Tregnago da un ponte del XIX sec., Marcemigo è raggruppato intorno alla chiesa di San Dionigi posta a mezza costa della collina. Una torre recentemente restaurata potrebbe indicare la presenza in loco di un castello tuttavia non documentato. Molti terreni in età medievale erano sotto la giurisdizione del monastero cittadino di San Giorgio in Braida che nella costruzione che ora conosciamo come villa De Winckels raccoglieva i proventi delle decime e dei livelli pagati da coloro che lavoravano i campi. Il borgo conserva tuttora l’antico aspetto con viottoli circondati da muri di recinzione in pietra.

La chiesa di San Dionigi al suo interno accoglie affreschi del '300, epoca del suo maggior splendore che perdurò fino agli inizi del secolo successivo. In seguito la chiesa venne definita "cappella della pieve di Tregnago" perché ad essa assoggettata. Il suo interno fu più volte ritoccato nei secoli.


[modifica] Scorgnano

Sita a poca distanza da Marcemigo a ridosso delle colline a ovest di Tregnago. La chiesa delle Sante Brigida e Felicita si trova all’inizio dell’abitato formato da case la cui struttura appare strettamente legata al lavoro dei campi.

L’antica chiesetta di Santa Brigida e Felicita venne visitata per la prima volta da un vescovo nel 1530. Nel '600 venne ampliata e trasformata in santuario. Subì un ulteriore ampliamento nel corso del XVIII secolo e nel 1781 fu costruito il campanile.

[modifica] Evoluzione demografica

Abitanti censiti


[modifica] Economia

L’economia locale rimase pressoché immutata per secoli. Le attività principali erano l’agricoltura e l’artigianato, fino agli inizi del '900 quando fu costruita la prima grande fabbrica della valle: il 5 febbraio 1922 venne posta la prima pietra del cementificio noto come "i Forni" che per decenni avrebbe dato lavoro a molti tregnaghesi. Dopo di esso molte altre industrie di diverse dimensioni e piccoli laboratori sono sorti nella zona industriale a sud del paese.

Tregnago è nella zona di produzione del vino Valpolicella DOC, dell'Amarone DOC e del Recioto DOC È pure zona di produzione di un ottimo olio extra vergine d'oliva.

Vi sono alcune importanti industrie tra cui spicca la ditta automobilistica Momo.

[modifica] Monumenti e luoghi di interesse

[modifica] Chiesa di San Martino o della Disciplina

Antica pieve della Calavena, risale probabilmente al VII-VIII secolo, come attesta la titolarità a San Martino di origine franca. Dopo aver svolto per qualche secolo la funzione plebana, è stata sede nel tardo Medioevo e in età moderna di molte compagnie religiose. È in stile romanico con interno ad aula unica. In una piccola cappella absidata fatta costruire nel XV secolo dalla famiglia Casari vi sono affreschi di Niccolò Golfino raffiguranti la Madonna delle Grazie con i Disciplinati e Sant’Apollonia e Sant’Agata.

[modifica] Chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta

Costruita dopo la rovinosa caduta, nel 1878, dell’antico campanile sulla precedente chiesa plebana di Santa Maria Assunta che ne risultò gravemente danneggiata, ma in seguito ulteriormente ampliata, l’attuale chiesa è stata inaugurata nel 1922. È in stile romanico a tre navate con soffitto a volta sostenuto da pilastri alternati a colonne. Le volte sono interamente decorate con figure di patriarchi, profeti, evangelisti e dottori della Chiesa. Dell’antica pieve rimangono solo il protiro ora posto sulla facciata della chiesa della Disciplina e il battistero ottagonale in marmo rosso fatto costruire nel 1438 dall’arciprete Jacopo Rubeo.

[modifica] Casa di Abramo Massalongo

In via dei Bandi si trova la casa dove nel 1824 nacque Abramo Massalongo, il grande naturalista che dedicò gran parte della sua breve vita (morì di tubercolosi a 36 anni) allo studio della flora del Veneto, delle grotte e dei fossili. Quanto egli aveva raccolto costituì il primo nucleo del Museo di Scienze Naturali di Verona.

[modifica] Chiesa di Sant'Egidio

Attestata fin dal 1304 ma consacrata nel 1496, è sempre stata frequentata dai tregnaghesi che la preferivano alla pieve per la sua posizione centrale. L’attuale chiesa è il risultato di una radicale opera di ingrandimento e ristrutturazione eseguita nel Settecento. Al suo interno ospita un dipinto del Brusasorci raffigurante la Madonna con il Bambino, Sant’Anna e San Michele.

[modifica] Il Castello

Situato su un colle ad est del paese e costruito tra l’XI e il XII secolo sui resti di un’antica fortificazione romana, era un recinto fortificato destinato ad accogliere la popolazione e il bestiame in caso di attacchi provenienti da nord e da nord-est. Del castello rimangono solo pochi resti tra cui la torre pentagonale ormai diroccata e la torre dell’orologio, via di accesso al complesso, in parte rifatta, sulla quale è visibile un affresco del XIV secolo raffigurante la Madonna con bambino e una figura in ginocchio.

[modifica] Il Legato Casaro

La casa, il cui primo nucleo è di origine quattrocentesca, e il brolo furono donati nel 1630, con lascito testamentario, al comune di Tregnago da don Francesco Casari, sacerdote che si occupava della chiesa di Sant’Egidio con l’obbligo per il comune di far celebrare una messa ogni venerdì nella chiesa di Sant’Egidio.Recentemente ristrutturato, è divenuto sede di importanti associazioni del paese.

[modifica] Villa Pellegrini

Sede del Municipio, è stata costruita nel XVIII secolo e all’interno ospita affreschi di Andrea Porta. Il suo giardino ora costituisce la piazza principale del paese dedicata ad Abramo Massalongo.

[modifica] Villa Cavaggioni

Situata nei pressi del castello, è stata dapprima proprietà della famiglia Franchini. Quella che vediamo oggi è il risultato di molteplici ristrutturazioni ed è circondata da un parco che ospita specie botaniche in parte esotiche.

[modifica] Villa Cipolla

Costruita nel XVI secolo dalla famiglia cittadina dei Cipolla, disponeva di un oratorio privato visitato nel 1763 dal vescovo Nicolò Giustiniani. Circondata da un alto muro e completamente restaurata nel XIX secolo, è stata residenza estiva del noto storico Carlo Cipolla.

[modifica] Villa Ferrari dalle spade

Costruita dalla famiglia cittadina dei Fracanzana vicino alla chiesa di Sant’Egidio, quella attuale è il risultato di molti rifacimenti tra cui quello avvenuto nel '700 in concomitanza con quello della vicina chiesa.

[modifica] Piazza Bevilacqua

Posta al centro di un villaggio residenziale costruito negli anni '70, la piazza ospita un monumento in ferro battuto raffigurante la Madonna addolorata che porta sulle ginocchia il figlio morto, opera di Berto da Cogòlo.

[modifica] Tiro a Segno

Dopo il 1870 furono istituiti i distretti militari e le località dove essi avevano sede erano i Mandamenti. Anche Tregnago era un Mandamento, quindi in paese si svolgevano le attività di reclutamento. Collegate a tale attività erano anche le esercitazioni militari. Il Tiro a Segno era il luogo dove si svolgevano tali esercitazioni, in modo specifico quelle del tiro alle sagome.

[modifica] Museo del ferro battuto

Si trova nella frazione di Cogollo, nei pressi della scuola elementare e della Chiesa Parrocchiale. Offre ai suoi visitatori un'ampia panoramica dell'arte della lavorazione del ferro battuto praticata da secoli in questa zona, ma nota a livello mondiale grazie all'attività iniziata da Roberto da Ronco conosciuto come Berto da Cogòlo (1877-1957), le cui produzioni si trovano tuttora nelle case di noti personaggi della cultura, del cinema e della politica internazionale. Dopo di lui, a Cogollo e nei dintorni, sono sorte nuove botteghe: quelle degli ex allievi diventati, a loro volta, maestri noti nel mondo che, insieme al loro predecessore, hanno reso celebre questo piccolo e tranquillo angolo della collina veronese ricco di storia e di tradizioni tutte da scoprire. All'interno del museo è possibile ammirare numerose opere in ferro battutto realizzate da Berto da Cogòlo e dai maestri di oggi; su dei coloratissimi pannelli, invece, si possono trovare alcune notizie su di loro e su altre opere non esposte. Il museo inoltre è dotato di una saletta per videoproiezioni, all'interno della quale i visitatori possono assistere a filmati sugli artisti del ferro battuto, sulla lavorazione di questo metallo e su altre antiche arti.

[modifica] Cementificio

Grazie all’interessamento dell’allora sindaco Gaetano Battisti e del parroco don Vittorio Costalunga, il 5 febbraio 1922 venne posta la prima pietra del cementificio dell’Italcementi, noto come "i Forni" che ha mutato l’economia locale prima basata sull’agricoltura. La fabbrica utilizzava come materia prima le pietre calcaree provenienti dal vicino monte Tomelon e occupava circa 150 persone nel periodo di maggiore espansione. Negli anni '60 iniziò un periodo di decadenza che culminò con la definitiva chiusura nel 1975.

[modifica] I Lavatoi

I lavatoi e le incluse fontane sono dislocati nel capoluogo e nelle frazioni in luoghi facilmente accessibili. Il più antico si trova vicino alla chiesa parrocchiale, altri si trovano in paese in via Rì, a Marcemigo, a Scorgnano e a Cogollo. La loro importanza, sottolineata dalle ragguardevoli strutture quadrangolari e coperte in cui sono inseriti, era legata alla funzione che svolgevano ma anche al fatto che erano dei punti d’incontro tra le persone. Nella parte storica del paese dove anticamente c’era il Lago Nuovo, in seguito fu costruita la grande vasca dodecagonale in pietra con delle rientranze da cui sgorga l’acqua dotate di piani inclinati su cui veniva fatto il bucato.

[modifica] I Capitelli

Nel capoluogo e nelle frazioni è possibile trovare molti capitelli che testimoniano una radicata devozione verso i santi e verso la Madonna. Tra di essi citiamo quelli che sono in contrada Carbonari, in via Castello, in località Valle. Molto noto in zona è anche quello dedicato a sant’Anna in località Saline sulle colline a est del paese, meta quotidiana di molte passeggiate, oltre al capitello di San Vincenzo sulla collina a sud-ovest di Tregnago, all’incrocio tra la strada che sale dal capoluogo e la strada che porta a Mezzane e a Centro.

[modifica] Gli appuntamenti

[modifica] Amministrazione comunale

Sindaco: Marco Pezzotti dal 28/05/2006, partito: Lista Civica
Centralino del comune: 045 7808035

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