Privacy Policy Cookie Policy Terms and Conditions Aiuto:Manuale di stile - Wikipedia

Aiuto:Manuale di stile

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Questa pagina riporta una guida dettagliata sullo stile e la formattazione da usare nelle voci di Wikipedia.

È molto più importante che una voce sia chiara e ricca di informazioni, piuttosto che sia stilisticamente perfetta: su Wikipedia la sostanza è ben più preziosa della forma. Però, anche quando si è imparato ad evitare gli errori più comuni nell'uso di Wikipedia, questo non significa che non si possa migliorare. Scrivere bene è un'arte, e Wikipedia anche se non è un romanzo è pur sempre un'opera con uno scopo (la conoscenza, la sua collezione e divulgazione): e rispetto a questo scopo ci sono modi migliori e modi peggiori di scrivere.

Questo manuale di stile ha la semplice funzione di aiutare gli utenti – vecchi e nuovi – a scrivere voci che siano:

  1. omogenee, che cioè abbiano tutte una struttura simile e adottino le stesse convenzioni per date, nomi, titoli ecc., affinché Wikipedia possa essere leggibile ed utilizzabile il più agevolmente e velocemente possibile;
  2. ben scritte, evitando alcuni degli errori ed equivoci stilistici che si commettono spesso quando si scrive senza essere abituati al mezzo di comunicazione che si sta usando.

Se hai dei dubbi a proposito di termini o abbreviazioni che incontri su Wikipedia e che non ti sono familiari, vedi Aiuto:Glossario e Glossario informatico.

Lo stile enciclopedico

Una enciclopedia (e quindi anche Wikipedia) è una fonte terziaria di conoscenza (o fonte secondaria, nel migliore dei casi), ovvero una fonte che riporta assunti già altrove espressi; non può ergersi , in altre parole, a garante di quanto riporta (come invece può fare un testimone oculare, per esempio) ma può solo riferire quanto sostenuto da altre fonti.

Per questo, chi scrive deve farlo per quanto possibile in modo impersonale, imparziale – il famoso punto di vista neutrale o NPOV – e senza dare voce alle proprie emozioni, anche se per alcuni argomenti può essere difficile.

L'importante è farsi capire

Lo scopo di una voce di Wikipedia è informare, quindi come già detto la sostanza è più importante della forma; tuttavia quando scrivete dovreste tenere sempre presente il destinatario di ciò che scrivete. Una voce di Wikipedia è destinata ad essere letta da tutti: adulti, ragazzi, bambini, professori universitari ed operai con la licenza media. Perciò è necessario scrivere in modo piano e semplice e senza paroloni o frasi in gergo tecnico.

Non sempre questo è possibile: per esempio, se siete esperti di matematica potreste scrivere una voce (perfettamente legittima) su un teorema astruso e complicatissimo, e lo stesso può valere per voci di biologia, medicina e di altre discipline. In questi casi è praticamente indispensabile scrivere in un linguaggio da iniziati, che risulterà pienamente comprensibile solo a pochissimi. Comunque, per quanto complesso sia un argomento, si può sempre esprimerne in parole povere almeno il concetto base: Wittgenstein, grande epistemologo, sostenne: "Se una cosa può essere detta con le parole, allora può anche essere detta con parole semplici», quindi cerchiamo sempre di far comprendere qualcosa in più a qualcuno".

Lo stile spicciolo

Cesare Marchi, in un suo libro, definiva ruota di porcello la prosa ampollosa e vuota di chi non ha niente da dire, ma vuole parlare a tutti i costi per sembrare importante. Se siete qui su Wikipedia vuol dire che qualcosa da dire lo avete, ma il vizio di sembrare importanti usando un italiano burocratico e artificiale ormai lo hanno preso in così tanti che (quasi) nessuno se ne accorge più: nascono allora complicazioni inutili della lingua come in quanto al posto di perché, si tratta di al posto di è, ne consegue che al posto di quindi...

Insomma, spiegandoci in parole veramente povere, certe circonlocuzioni, concordemente con quanto asserito dai massimi fra gli accademici della Crusca, tenderebbero ad esacerbare alcuni segnali semantici all'interno del contesto espressivo, influendo non lievemente sulla prassi di decodifica cognitivo-funzionale del potenziale fruitore: tali propensioni stilistiche influirebbero inoltre sui risvolti più prettamente gnoseologici del testo, rischiando di sottendere l'elaborato alle più trite e abusate tendenze sintattico-espressive, di tipo puramente aforistico, forse dissimulando, tra pindariche figure retoriche, un più coerente anelito comunicativo...

A proposito di forse: vi è mai capitato di scrivere frasi del tipo è forse uno dei maggiori ecc. ecc.? Se vi coglie la tentazione di scriverlo in una voce, per favore non lasciate il vostro lettore nel dubbio: controllate su Google o dove meglio potete e trasformate il vostro "forse" in certezza; assumetevi la responsabilità di quello che scrivete! O è uno dei maggiori oppure non lo è. Se non avete la possibilità o la voglia di verificare se un'informazione è vera oppure no, è meglio che non la scriviate affatto (vedi anche: Wikipedia:Verifica i tuoi fatti e Wikipedia:Evasività).

Ancora, le virgole scandiscono il ritmo delle frasi. Una frase, anche corta, che abbia tante, troppe virgole, messe vicine, diventa lenta, pesante, faticosa, per chi, come voi, ora legge. Le frasi con poche virgole invece scorrono via molto veloci e senza intoppi e spesso diventano molto più lunghe e piene di subordinate tanto che può diventare difficile per la mente del lettore capire cosa sta leggendo ora dal momento che non si è ancora potuta fermare un attimo da quando è iniziata la frase per tirare le somme e ricapitolare tutto quello che gli è passato sotto il naso perché ancora non ha trovato uno straccio di virgola o magari un bel punto.

Voci che scottano

Nel caso di argomenti controversi (riguardanti in special modo le religioni e la politica) è necessario riportare senza omissioni o giudizi le ragioni di tutte le parti e (se ci sono) i reciproci punti di vista principali, insieme ai fatti che tutti o quasi giudicano rilevanti: sarà il futuro lettore, terzo in causa, a tirare le somme. I wikipediani, come quarti in causa (quale fonte non primaria o quanto meno indiretta di informazione) non sono autorizzati a farlo.

Se l'argomento può suscitare reazioni emotive forti (per esempio l'aborto, la guerra, il terrorismo sotto ogni bandiera), oltre a fare quanto sopra è necessario prepararsi a discutere parecchio, perché – qualunque cosa si scriva – ci sarà sempre qualcuno che riterrà la voce non in linea con il punto di vista neutrale e riterrà urgente, doveroso e necessario intervenire immediatamente con radicali modifiche alla voce e lamentele/denunce nelle varie sedi di discussione.

In entrambi i casi, chi leggerà la voce sarà meglio informato se scriverete tenendovi lontani dai "massimi sistemi" e tratterete la questione da punti di vista più vicini al quotidiano, più facili da trattare perché se ne ha più esperienza diretta (e su cui più difficilmente si possono scrivere stupidaggini :-)

La struttura di una voce

Alcuni gruppi di voci, come gli elementi della tavola periodica, i comuni d'Italia, le voci su animali e piante hanno già una struttura predefinita, un modello di stesura ideato dai wikipediani riunitisi all'interno di un progetto dedicato a quell'argomento, pronto per essere adottato e completato (si possono vedere Wikipedia:Modello di voce e Aiuto:Schede).

In generale, comunque, ci sono alcune consuetudini di buonsenso che è bene seguire. Come già detto, si parte con una introduzione (o incipit), in cui spiegate in termini semplici la materia della voce: un abstract, per usare un termine accademico. Poi siete liberi di procedere come volete, anche se sarebbe comunque bene mantenere un minimo di gradualità nella complessità dell'esposizione, per non mettere i profani di fronte ad un muro subito dopo le prime righe. Cercate di essere completi nell'esporre almeno gli aspetti più importanti: se il discorso si fa troppo lungo o complesso non mettetevi a scrivere pagine su pagine, ma create collegamenti a nuove voci vuote (che poi voi, o qualcun altro, scriverà) e trattate lì gli ulteriori argomenti.

In fondo alle voci vanno gli eventuali indirizzi a siti esterni a Wikipedia, creando una sezione dedicata chiamata "Collegamenti esterni". Possibili riferimenti correlati che si riferiscono a voci interne a Wikipedia, possono essere inseriti aggiungendo una sezione "Voci correlate" prima di quella dedicata ai collegamenti esterni.

Quando una voce è completa?

La risposta è semplice: una voce non è mai completa. Per quanto in profondità abbiate trattato un certo argomento, c'è sempre qualcosa in più da spiegare, un dettaglio da aggiungere, una frase o un paragrafo da limare, un periodo o un'informazione inutile da togliere... volendo, nessuna voce è mai "finita" del tutto!

La regola che su Wikipedia, in generale, si adotta per valutare se e quando distribuire un testo su più voci è legata alla leggibilità a video dell'articolo, che diminuisce se il testo è lungo più di cinque o sei schermate: quindi se ciò che si scrive misura più di 32 Kb, sarà considerato "troppo lungo" e dei loschi individui wikipediani armati di forbici cominceranno a girare come squali attorno alla voce, con l'intenzione di smembrarla in vario modo. Altri motivi per evitare di allungare troppo una voce sono descritti in Aiuto:Dimensione della voce.

Convenzioni usate nelle voci

Convenzioni usate nelle voci di Wikipedia
abc
Corsivo
''abc''
abc
Grassetto
'''abc'''
abc
Minuscolo
abc
ABC
Maiuscolo
ABC
Wikilink
[[abc]]
Intestazione
== Abc ==
Lista
*abc
Template
{{abc}}
Capoversi - Date - Abbreviazioni - Parole straniere - "D" eufonica - Accenti
Sezioni, paragrafi, liste e linee - Collegamenti, URL e immagini
Formattazione dei caratteri - Nowiki e commenti - Tabelle - Template
Wikilink - Categorie - Redirect - Disambigua
Convenzioni linguistiche - Convenzioni di nomenclatura - Standard
- Sportello informazioni


Tutte le voci debbono avere l'oggetto della trattazione – specificatamente, il titolo della pagina – in grassetto nella frase di incipit (possibilmente proprio nella prima riga del testo) e comunque solo in quella. Non viene ravvisata la necessità di evidenziare in grassetto altre parti del testo, neppure se riferite a ulteriori occorrenze del titolo della voce.

Di solito il passaggio può essere svolto inserendo una frase completa, con soggetto, verbo e vari complementi, cioè non del tipo «Roma. Città italiana», ma «Roma è una città italiana ed il capoluogo dell'omonima provincia».

Alcuni esempi di introduzione, con sottostante la relativa modalità di codifica usata per produrre il testo (per ottenere il grassetto, il corsivo e i wikilink):

Il '''teorema di Pitagora''' è un concetto della [[geometria]] così chiamato in onore di [[Pitagora]], [[matematica|matematico]] e [[filosofia|filosofo]] del [[VI secolo a.C.]].
'''Tom e Jerry''' sono due personaggi dei [[cartoni animati]]...

Se l'oggetto della voce è noto anche con altri nomi (sinonimi, pseudonimi, o semplici variazioni d'uso comune), anche questi vanno indicati in grassetto.

  • L'idrossido di sodio (NaOH, noto anche come soda caustica...
L''''idrossido di sodio''' ([[NaOH]], noto anche come '''soda caustica'''...
'''Carlo Lorenzini''', meglio noto con lo [[pseudonimo]] di '''Collodi''', dal nome del [[Collodi|paese in cui risiedeva]]...

L'ultimo esempio si riferisce ad una biografia. Si è convenuto che in questi casi le voci debbano cominciare con il nome della persona a cui si riferiscono, seguito, fra parentesi, da luogo e data di nascita e di morte, separati con un trattino. Date e luoghi vanno inseriti come wikilink. Nel caso non si disponga dei dati completi, perché ad esempio non si conosce il luogo di nascita, ci si può limitare ad inserire quelli noti.

'''Carl Sandburg''' ([[6 gennaio]] [[1878]] – [[22 luglio]] [[1967]])

Per le persone viventi, evitare di mettere punti interrogativi, o puntini, o altro al posto di date e luoghi di morte. Wikipedia non avalla nessun tipo di aspettative in questo senso ;-) Premettete piuttosto un "nato" o "n." prima dei dati.

'''Seamus Heaney''' (nato il [[13 aprile]] [[1939]])

Per i personaggi storici la cui importanza è legata ad un periodo di regno (come per i papi o per i monarchi, occorre menzionare due tipi di date: le date di nascita e morte della persona e le date di inizio e fine del regno:

'''Papa Pio III''' ([[Siena]], [[9 maggio]] [[1439]] – [[Roma]], [[18 ottobre]] [[1503]]), al secolo '''Francesco Todeschini Piccolomini''', fu [[papa]] dal [[22 settembre]] al [[18 ottobre]] [[1503]].

Nel caso si volesse iniziare una voce dedicata ad un'opera letteraria, viene la necessità di applicare contemporaneamente il grassetto e il corsivo.

L''''''Eneide''''' (''Aeneis'') è un poema epico di [[Publio Virgilio Marone]] scritto nel [[I secolo a.C.]]...

Stile delle date

Il titolo di una voce costituito solo da un numero si riferisce sempre ad un anno. Esistono anche pagine per i decenni, per i secoli, per i millenni e per i giorni dell'anno. Le abbreviazioni a.C. e d.C. vanno preferite ad alternative come A.C. o AC.

Anni

  • 474 a.C. (avanti Cristo, abbreviazione)
[[474 a.C.]]
  • 474 (dopo Cristo)
[[474]]
  • 474 d.C. (dopo Cristo, abbreviazione: solo nel caso in cui nella stessa voce ricorrano anni prima e dopo Cristo)
[[474|474 d.C.]]

Giorni e mesi

  • 11 febbraio (il nome del mese – come quello di un giorno della settimana (es.: giovedì) – ha sempre l'iniziale minuscola)
[[11 febbraio]]
[[1 gennaio|1° gennaio]]
[[11 febbraio]] [[1967]]

Decenni

[[anni 1960]]
  • anni sessanta (i decenni hanno sempre l'iniziale minuscola e vanno indicati preferibilmente per esteso; è sconsigliata pertanto l'abbreviazione, ad esempio anni '60)
[[anni 1960|anni sessanta]]

Secoli

  • XIX secolo (mai 19° secolo o diciannovesimo secolo)
[[XIX secolo]]
l'[[XIX secolo|Ottocento]]

Ore

Le ore vanno generalmente indicate in cifre; in particolare devono essere scritte usando i numeri da 1 a 24 e non da 1 a 12, anche qualora fosse chiaro che si tratta di ore pomeridiane.

Per separare le cifre di ore, minuti primi e minuti secondi non si può usare la virgola, che in Italia serve solo per i decimali (va quindi utilizzata, eventualmente fosse necessario, per separare i decimi di secondo); la norma ISO in materia (ISO 8601:2004 Data elements and interchange formats – Representation of dates and times) consiglia l'uso, quale separatore, del carattere due punti (carattere ASCII 58), che ormai si è imposto in molti contesti, anche se criticato da taluni; è legittimo e diffuso, anche se in misura minore, anche l'uso del punto. In ogni caso è necessario un utilizzo coerente dei caratteri di separazione, almeno all'interno delle singole voci.

Struttura del testo

Stile dei capoversi

Usa i tag == per iniziare un capoverso, piuttosto che i tag ''': questo consentirà che le sezioni della voce possano essere autonumerate (opzione da settare nelle preferenze utente). Per evitare che la numerazione parta da 0.1, 0.2, ecc., controllate che le sezioni successive non abbiano meno "=" (segni di uguale) delle precedenti. Il primo capoverso è già segnato automaticamente dal software mediawiki, dunque non è necessario inserire nuovamente il titolo della voce come intestazione della pagina.

==Paragrafo 1==

===Paragrafo 1.1===

====Paragrafo 1.1.1====

=====Paragrafo 1.1.1.1=====

==Paragrafo 2==

===Paragrafo 2.1===

Titoli di voci riguardanti forme di vita

I titoli delle voci che hanno come oggetto animali, piante, funghi, batteri, protozoi etc. vanno scritti usando il nome scientifico della specie (nome binomiale in latino, ad es. Canis lupus); il primo elemento del nome binomiale, che indica il Genere, va sempre scritto con iniziale maiuscola, il secondo elemento con iniziale minuscola. Entrambi devono essere scritti in corsivo. Se esiste anche un nome italiano questo va usato come redirect.
La stessa convenzione va anche utilizzata per voci che riguardano suddivisioni tassonomiche superiori alla specie (es.: la classe dei mammiferi è Mammalia).

Liste ed elenchi

Qualunque tipo di elenco si usi, si devono seguire le seguenti convenzioni.

  1. Stile testo: si seguono le regole del testo corrente, perché i singoli elementi dell'elenco fanno parte integrante del periodo, e sono organizzati in una lista per rendere più agevole la lettura. In particolare:
    • si usa l'iniziale minuscola se la voce prosegue il periodo della frase introduttiva;
    • ogni voce termina con il segno di punteggiatura che gli spetterebbe nel contesto della frase;
    • l'ultima voce si chiude con il punto.
  2. Stile elenco: si considerano le voci come elementi informativi autonomi.
    • Le voci iniziano in maiuscolo.
    • Sono seguite dal punto se costituiscono frasi compiute.
    • Non sono seguite da punteggiatura se sono, ad esempio, semplici denominazioni.

Paragrafi finali oltre il testo

Alla fine della voce, dopo il testo vero e proprio, si situano vari paragrafi «accessori» che hanno lo scopo di permettere un approfondimento ulteriore e anche di permettere il controllo dei contenuti della voce. Spesso possono diventare molti, perciò è necessario seguire una convenzione sul loro ordine: vanno messe più in alto quelle informazioni che riguardano più strettamente la voce. Perciò, per prime sono le note a piè di pagina, che spiegano parti del testo o rendono conto della fonte dell'informazione o della teoria riportata; segue la bibliografia, che è l'elenco dei testi usati per stendere la voce (e a cui fanno riferimento le note) o anche solo utili per approfondire l'argomento; poi le voci correlate, che rimandano ad altre voci utili ad approfondire l'argomento trattato o uno molto vicino; quindi i collegamenti a pagine di altri progetti, che abbiano contenuti sull'argomento che non possono stare in una voce di wikipedia (ad esempio il testo di un libro che la voce commenta); infine i collegamenti esterni, a pagine della Rete interessanti per approfondire (e/o consultate per scrivere la voce).

Si noti che non necessariamente bisogna creare tutti questi paragrafi separati: ad esempio, se la bibliografia è breve, il libro consultato si può semplicemente indicare in una nota, e se i collegamenti ad altre pagine sono pochi, possono anche stare tutti nello stesso paragrafo, purché al suo interno si segua lo stesso ordine indicato sopra e sia chiaro a che tipo di pagina rinvia il collegamento.

Riassumendo l'ordine dei paragrafi e i titoli convenzionali sono questi:

  1. Note
  2. Bibliografia
  3. Voci correlate
  4. Altri progetti
  5. Collegamenti esterni

Grafia delle parole

Maiuscolo

Usate il maiuscolo il meno possibile e, una volta deciso quali parole vanno con l'iniziale maiuscola, è importante comunque conservare un criterio omogeneo. Non scrivete MAI (mai) parole con tutte le lettere MAIUSCOLE. Usate invece le maiuscole attenendovi alle seguenti indicazioni:

  • Usate solo l'iniziale maiuscola per iniziare un periodo dopo un punto fermo, un punto interrogativo e un punto esclamativo.
  • La regola fondamentale è che vanno in maiuscolo solo i nomi propri di persone o di animali, i nomi che indicano epoche, avvenimenti di grande importanza, secoli (se scritti in lettere), i periodi storici e i movimenti letterari, artistici e filosofici diventati antonomastici (es. Novecento, Rivoluzione francese, il Medioevo, il Rinascimento, la Riforma protestante, l'Umanesimo), i termini geografici nel caso in cui indicano la regione geografica (es. America del Nord, la crisi del Medio oriente); nei nomi geografici composti il nome comune andrà in minuscolo ed il nome proprio andrà in maiuscolo (es. mar Mediterraneo, monte Bianco, monte Subasio, lago Trasimeno).
  • Nei nomi propri di enti, solo la prima parola andrà in maiuscolo (es. la Banca del lavoro, la Cassa di risparmio).
  • Nei nomi di palazzi, teatri, locali pubblici il nome comune va minuscolo il proprio maiuscolo (es. palazzo Trinci, palazzo dei Priori, teatro Mancinelli) tranne nel caso in cui il nome comune sia parte integrante del nome proprio (es. Palazzo Madama, Cappella Sistina, Teatro alla Scala, Ospedale Maggiore).
  • Santo, santa: vanno in maiuscolo quando fanno parte del nome proprio di una chiesa, località, via (es. "Nella chiesa di Santa Caterina", "Le torri di San Gimignano", "Abito in via San Filippo"). In tutti gli altri casi va in minuscolo, anche quando indica la festa (es. "La festa del patrono san Costanzo", "Nella liturgia di santa Scolastica"). In ogni caso mai sostituire la parola san, santo, santa, con "s.".
  • Chiesa: va sempre minuscolo tranne quando indica la comunità dei credenti (es. Le Chiese cristiane).
  • I titoli di giornali, riviste e periodici sono da scrivere con lettere iniziali maiuscole, eccettuato per articoli e preposizioni, salvo che non siano la prima parola del titolo (es. La Stampa, Corriere della Sera, L'Unione Sarda, Il Sole 24 Ore).
  • I punti cardinali quando indicano un'entità geografica (es. "il Sud dell'Italia", "gli stati dell'Est")
  • I nomi dei corpi celesti (es. la Terra, la Luna). Le parole terra, luna e sole vanno invece minuscole quando non rappresentano realtà astronomiche.
  • I nomi dei segni zodiacali (es. Il Sagittario, Lo Scorpione).
  • I nomi e gli aggettivi religiosi (es. Dio Padre Onnipotente).
  • I nomi di festività civili o religiose (es. Natale, Capodanno).
  • Gli acronimi, che vanno scritti senza lettere puntate (es. FAO e USA: non F.A.O. e U.S.A.); nel testo è normale scrivere gli acronimi più comuni colla sola prima lettera maiuscola (Fiat, Saab, Onu), o interamente in minuscolo se sono diventati veri e propri nomi comuni (laser, radar).
  • Nomi di specifiche unità o organizzazioni militari vanno scritti in maiuscolo (Regia Marina, Brigata Sassari, Unità 731). L'eventuale nome proprio di un reparto può essere scritto in corsivo (es: Brigata Alpina Julia)

Minuscolo

  • Vanno evitate le maiuscole di rispetto o riverenza che, quindi, vanno sempre in minuscolo (es. messa, comunione, celebrazione eucaristica, celebrazione liturgica, liturgia, confessione, matrimonio, ordinazione sacerdotale).
  • Cariche ecclesiastiche come don, mons., fra, suor, padre, vescovo, cardinale, papa (tranne quando viene usato come nome proprio (es. Il Papa ha ricevuto in udienza; ma: papa Giovanni Paolo II).
  • Cariche ecclesiastiche, politiche, accademiche, scolastiche e militari: vanno in minuscolo quando sono generiche o in presenza del nome proprio (es. vescovo, cardinale, assessore, onorevole, senatore, generale, professore – quest'ultimo va abbreviato in prof. e in generale va omesso se c'è il nome, o si indicano eventuali titoli accademici o politici).
  • Si può usare il maiuscolo per nomi indicanti cariche pubbliche, autorità, gradi militari, quando all'inizio del testo si è specificato il nome della persona e nel prosieguo la si indica con il titolo (es. Ieri il vescovo Camillo Ruini ha detto... Nella visita successiva il Vescovo ha ribadito... Il sindaco Pinco Pallino ha inaugurato... Nel discorso il Sindaco ha affermato che...).
  • Scuola elementare, scuola media, scuola superiore parlamento, governo, ministero, camera, senato, giunta regionale, consiglio regionale, repubblica, regione, università, facoltà, ateneo (es. facoltà di Medicina. Studio all'università di Perugia. Ma: Sono iscritto all'Università degli studi di Perugia, lui all'Università Cattolica).
  • I nomi di settori, reparti, uffici o aziende (es. direzione del personale, direzione generale)
  • I nomi di popoli, tribù e adepti di confessioni religiose (es. italiani, francesi, asiatici, africani, cristiani, buddhisti). Tuttavia se riferiti a popoli storici o mitologici possono essere in maiuscolo: (es. i Greci, i Persiani, gli Egizi, gli Atlantidei, gli Ainur ecc.).
  • I nomi dei punti cardinali, tranne quando indicano realtà geo-politiche (es. il nord, il sud, l'ovest ecc.).
  • N.M.B.: nel dubbio tra maiuscolo e minuscolo vince il secondo.

Uso dell'accento

La necessità dell'accento è prevista dall'ortografia italiana nei seguenti monosillabi in tabella (per evitare eventuali problemi di omografia):

ché (congiunzione causale) che (in ogni altro senso)
(indicativo presente di dare) da (preposizione) e da' (imperativo di dare)
(«giorno») di (preposizione) e di' (imperativo di dire)
è (verbo) e (congiunzione)
(avverbio) la (articolo, pronome, nota musicale)
(avverbio) li (articolo, pronome)
(congiunzione) ne (pronome, avverbio)
(pronome tonico)* se (congiunzione, pronome atono)
(avverbio) si (pronome, nota musicale)
(pianta, bevanda) te (pronome)
  • Per il pronome personale tonico (riflessivo) è regola fortemente sostenuta dai linguisti di oggi porre l'accento sempre, anche in espressioni come sé stesso (sebbene non a rischio di confusione), contrariamente all'uso della prima parte del Novecento, ancora ampiamente prevalente. Poiché non c'è accordo sulla norma da adottare ufficialmente, la scelta è lasciata alla sensibilità di ciascuno.
Per approfondire, vedi la voce Sé (grammatica).
  • L'accento per su avverbio è superfluo (e quindi non va messo, nelle voci di wikipedia); non esistono reali necessità di disambiguazione per i monosillabi omografi delle note musicali, perciò ad esempio l'indicativo presente di prima persona singolare del verbo dare è da scriversi do senza accento. Al contrario, l'accento è da porsi su monosillabi come giù, già, ciò, e sui polisillabi composti come: viceré, trentatré, gialloblù.
  • Un altro uso dell'accento, facoltativo e da usarsi con discrezione, serve a distinguere immediatamente parole omografe (come dài verbo e dai preposizione, subìto verbo e sùbito avverbio, princìpi, ideali e prìncipi, persone: ma in questo caso può essere usato anche l'accento circonflesso: principî/principi), o per indicare la pronuncia corretta di parole poco conosciute o che comunque rischiano di essere pronunciate scorrettamente (quindi non le parole piane, in genere).

Grave o acuto

Nelle parole italiane la vocale a (aperta) può avere soltanto l'accento grave, come anche la o se in finale di parola (sempre aperta in parole italiane). Quindi l'accento può variare fra acuto e grave solo nel caso di e a seconda che sia aperta (è) o chiusa (é). Nella maggior parte dei casi la parola termina con un accento acuto. Quindi, lo si ha nei seguenti casi:

  • ché e i composti di che (come perché, giacché, sicché, finché),
  • nei passati remoti (come poté, combatté, credé, ottené; eccetto diè),
  • nei composti di re, di tre e di (ventitré, autodafé, viceré),
  • parole come , , mercé, scimpanzé

mentre si ha accento grave con:

  • casi come cioè, ahimè, piè, , caffè;
  • nel caso di alcuni termini di origine francese (come relè, sufflè, gilè, purè, lacchè) nonostante, in quasi tutti i casi, l'originale sia scritto con l'accento acuto (e/o pronunciato come [e] chiusa): purè da purée, gilè da gilet eccetera;
  • nella maggior parte dei nomi propri (Giosuè, Mosè, Noè, Salomè, Averroè).

Un discorso a parte meritano i e u, che sono sempre chiuse e quindi teoricamente dovrebbero avere sempre l'accento acuto (ú, í). D'altronde per molti questo non ha senso perché l'accento normale sarebbe quello grave, alternato all'acuto solo in caso di ambiguità. In ogni caso, la presenza nella tastiere italiane solo di ù e ì ha fatto sì che queste siano decisamente prevalenti: lo sono anche in Wikipedia, perciò per uniformità tipografica bisogna scrivere ù e ì.

Per approfondire, vedi la voce Accento (ortografia).

Scrivere È

Nota che è possibile inserire la È accentata maiuscola, evitando la più accessibile (ma errata) forma E', nei seguenti modi:

  • impiegando il pannello sottostante la casella di modifica del testo;
  • inserendo direttamente l'entity html È o l'equivalente É (il ; finale è da includere);
  • in ambiente Microsoft Windows, utilizzando la combinazione di tasti ALT + 0200;
  • in ambiente X-Window (GNU/Linux, FreeBSD, etc.), utilizzando la combinazione di tasti: FissaMaiuscole + è;
  • in ambiente Mac OS X, utilizzando la combinazione di tasti: Alt + Maiuscolo + e;
  • col browser Firefox, adoperando un'estensione come abcTajpu.

Apostrofi

  • Nelle date, come in "la guerra del 1914-1918", l'apostrofo non va mai prima della cifra preceduta dal trattino: "la guerra del '14-18", non "la guerra del '14-'18".

Uso della d eufonica

Si può consigliare l'impiego per le congiunzioni e, o e la preposizione a, della d per sostenere meglio la pronuncia, nei casi in cui la parola successiva porti all'inizio la stessa vocale. Per esempio: ad amare, ad andare, ad aprire, ed ecco.

Non sarebbe proprio indicata invece con espressioni tipo: ad Adamo, od Odisseo, ad Iddio, nelle quali la vicinanza di un'altra d complica tutto. Certe espressioni invece sono forme cristallizzate nel tempo, spesso con origine latina, e di norma sono lasciate tali, come nel caso di ad esempio. Inoltre, od è molto difficilmente usato nella lingua comune, e per molti sa di stantìo e di burocratese, per cui è sempre meglio evitarlo.

Provare a pronunciare le possibili versioni della parola aiuterà chi scrive a capire quali forme preferire.

Per approfondire, vedi la voce D eufonica.

Parole straniere

Le parole straniere vanno sempre indicate in corsivo, qualora non siano ancora entrate nell'uso comune italiano. Attenzione: anche il latino è una lingua straniera. Per capire quindi in generale se una parola debba essere ritenuta straniera oppure no, basatevi sulla fonte principale per ogni lingua, che è il dizionario della lingua stessa (ovviamente ce ne sono diversi, a voi utilizzare il buonsenso): qualora la parola sia presente su un dizionario (o su più di uno), potete considerarla come appartenente alla lingua in questione, perché si suppone che sia già entrata più o meno nell'uso (ciò non significa che sia sempre consigliabile). Ricordate che, secondo la grammatica, le parole straniere (usate all'interno di un testo italiano) non si declinano mai (ad esempio non è corretto parlare dei computers, ma solo dei computer, senza la 's' del plurale inglese). Infatti, se non sono più citazioni (rare) da una lingua straniera (che come tali vanno in corsivo), fanno parte della lingua italiana e devono sottostare alle sue regole. Se non sono adattate, non possono pertanto formare il plurale come nella loro lingua d'origine, e necessariamente diventano invariabili. Tenete a mente che molte parole straniere, seppure di uso corrente, dispongono di sinonimi italiani ("week-end" si può facilmente sostituire con "fine settimana"). In ogni caso italianizzare o tradurre evita qualunque imbarazzo di questo genere (forma del plurale e del singolare, corsivo o no ecc.), per cui è spesso la soluzione migliore anche quando la traduzione o adattamento non è molto comune (anche perché in genere ad un primo incontro è comunque più comprensibile dell'originale, ed essere comprensibili anche per i "non addetti ai lavori" è particolarmente importante per un'enciclopedia come Wikipedia): ad esempio, può apparire ridicolo scrivere "un vigilantes" o "un murales", perciò perché non dire "un vigilante" (e "dei vigilanti") e "un murale" (e "dei murali")?

Per informazioni più approfondite sui tag di formattazione di wikipedia, vedi Aiuto:Modifica.

Interpunzione e caratteri

Corsivo

Vanno messi in corsivo senza virgolette:

  • titoli (di libri, giornali, riviste, documenti, leggi, conferenze, canzoni, opere musicali, quadri e sculture);
  • parole o (parti di) frasi da evidenziare (si ricorda che l'uso a questo scopo del grassetto e delle sottolineature è vietato);
  • parole straniere, se non di uso comune (in proposito, vedi Parole straniere).
    Se il titolo è anche un collegamento, mettete i tag del corsivo all'esterno delle parentesi quadre del collegamento:
    • Casablanca, Boccaccio '70
      ''[[Casablanca (film)|Casablanca]]'', ''Boccaccio '70''

In generale, non vanno in corsivo le citazioni: vedi Citazioni.

Citazioni

Per approfondire, vedi la voce Wikipedia:Cita le fonti.

Le citazioni in corpo, cioè all'interno del testo dei paragrafi, devono essere inserite all'interno di una coppia di virgolette (" ... " oppure « ... »). È consigliato l'uso delle virgolette "basse" o "sergenti" (« ... »); il tipo di virgolette scelto va comunque usato coerentemente all'interno della voce. Le virgolette alte appaiono spesso più discrete, perciò si possono usare comunque per racchiudere poche parole e qualora non si voglia sottolineare più di tanto che la (parte di) frase in questione è una citazione, oltre che all'interno di una citazione fra sergenti.

Esempi di citazioni in corpo:

  • Una leggenda popolare narra che Dante aveva una memoria eccezionale: un signore a lui sconosciuto lo fermò una volta in piazza del Duomo chiedendogli: «Qual è il cibo più buono del mondo?». «L'ovo», rispose Dante. Un anno dopo, nella stessa piazza, lo stesso signore lo reincontrò e gli domandò «Con cosa?». «Col sale», fu la conclusione dell'Alighieri.
  • Teresa «si è rivelata un maestro con questo libro meraviglioso della sua vita» (Pio XI, 14 maggio 1923)
  • La futilità dell'azione e la sua audacia sconsiderata spinsero il Maresciallo di Francia Pierre Bosquet ad affermare: «È stato magnifico, ma non è la guerra»
  • Il suo "genio" si fa presto apprezzare, tanto che [...] supera "primi Ingegnieri e valentuomini" chiamati a risolvere il problema "inventando" un palco che "coll'ajuto di alcuni argani e di alcune nascoste rote" sparisce in pochi minuti.

Per le citazioni fuori corpo si consiglia l'uso del template Template:Quote, a cui si rimanda per le spiegazioni sull'uso. Altrimenti, il testo va inserito fra virgolette basse.

Citazione di titoli di opere

Opere dell'ingegno (quali ad esempio titoli di libri o film) vanno sempre indicati in corsivo. Di norma, i titoli delle opere nelle lingue anglosassoni vogliono il maiuscolo su tutti i sostantivi che compongono il titolo: The Life and Opinions of Tristram Shandy, Gentleman. Invece, nelle lingue neolatine le maiuscole si usano unicamente per la prima lettera del titolo e per gli eventuali nomi proprî: Vita e opinioni di Tristram Shandy. Per tutte le altre lingue si seguono le stesse convenzioni che per le lingue neolatine.


Virgole

La regola principale da ricordare riguardo all'uso della virgola è quella di non metterla mai come separazione tra soggetto e predicato. Tieni sempre a mente che delle virgole ben messe sono necessarie per comprendere immediatamente il significato di frasi mediamente complesse, ma che troppe (specie se ravvicinate) danno fastidio e generano confusione, e comunque appesantiscono il testo, perciò spesso è meglio farne a meno: è tutt'altro che necessario, ad esempio, racchiudere fra due virgole infatti e simili.

Per tutte le altre norme, vedi la voce Virgola.

Lineetta e trattino

Si ricorda che il trattino (-) è diverso dalla lineetta (media – / lunga —): il primo serve ad esempio per le parole composte (clerical-fascismo); la seconda «delimita un inciso, cioè un pensiero che sorge improvvisamente, oppure un pensiero che si sofferma con maggiore attenzione su ciò che è già stato espresso. […] Implica un cambiamento di tono, una brusca inserzione […].» La lineetta serve anche per gli intervalli numerici (ad esempio i periodi: 1915 – 1918) e per altri scopi; in generale il trattino non è mai fra due spazi, la lineetta invece sì (al contrario di quanto avviene nella lingua inglese).

Perciò non si può usare indistintamente per tutte le funzioni il trattino breve di cui pure solamente sono dotate le nostre tastiere. Per inserire una lineetta si può:

  • in ambiente Microsoft Windows, formare la combinazione Alt+0150 per la media (–) o Alt+0151 per la lunga (—);
  • col navigatore Firefox, adoperando un'estensione come abcTajpu.

(Si noti che la distinzione dei nomi trattino e lineetta non è unanime, e talvolta li si chiama semplicemente trattino breve/medio/lungo, ma la sostanza è la stessa.)

Spazi

Non si lascia alcuno spazio fra una parola e il segno d'interpunzione seguente, né fra il testo e parentesi, virgolette e lineette: (...), [...], «...», "...", –...– ecc. (Nella tipografia più raffinata sono previsti degli spazi ridotti di correzione per evitare un troppo stretto contatto fra i segni d'interpunzione e le lettere, ma nella tipografia italiana in genere non se ne fa uso e quindi non si lascia spazio in nessuno di questi casi, tranne in quello delle lineette, che sono un'eccezione.)

Notazione dei numeri

Per la scrittura di numeri la convenzione è la seguente:

  • Per separare la parte intera dalla parte decimale, l'unico simbolo utilizzabile è la virgola ( , ), in linea con le convenzioni di scrittura del Sistema Internazionale e con la notazione usata in lingua italiana.
  • Nei numeri con piú di quattro-cinque cifre intere, per facilitare la lettura, è opportuno che queste siano divise in gruppi di tre:
    • il separatore più corretto è, secondo le norme ISO, il carattere spazio (codice ASCII 32); per evitare che i numeri vengano divisi e visualizzati su piú righe è consigliabile utilizzare il carattere di spazio non-divisibile inserendo tra i numeri da separare il codice   oppure  , o usare il template {{M}}(MAN);
    • l'uso del punto è tollerato ma sconsigliato (poiché viola gli standard ISO e del SI e perché potenzialmente fraintendibile da un lettore di provenienza anglosassone);
    • assolutamente da evitare l'utilizzo della virgola (dal momento che viene usata come separatore della parte decimale).

Per i numeri quattrocentocinquantatremilatrecentoquaranta virgola cinquantatré, diecimila miliardi e tremilatrecentoquaranta, ad esempio:
Sbagliato:

453,340.53 – 10000000000000 – 3,340

Corretto:

453 340,53 – 10 000 000 000 000 o {{M|10|000|000|000|000|-|-}} o 10 000 000 000 000 o 10&nbsp000&nbsp000&nbsp000&nbsp000 – 3 340 o anche 3340

Accettabile:

453.340,53 – 10.000.000.000.000 – 3.340

Per la traduzione di testi dalla lingua inglese o nell'adoperare dati da documenti in tale lingua è necessario convertire la notazione anglosassone (punto per la separazione decimale e virgola per i gruppi di cifre) nella notazione normale.

  • In contesti scientifici (specialmente in fisica) è opportuno usare la notazione scientifica se il contesto lo richiede, soprattutto se l'ordine di grandezza è molto grande o molto piccolo. Si utilizzano, a questo scopo, i template {{Exp}} e {{M}}(MAN), che semplificano l'operazione di scrittura.

Il codice

{{M|2,9979|e=8|-|-}}

o

{{Exp|2,9979|8}}

dà: 2,9979 × 108

Prosa e stile

Numeri

  • Nella frase possibilmente vanno in lettere, anche le date, tranne l'anno. I numeri ordinali (primo, secondo...) vanno in lettere. Se non è possibile si usano i numeri romani che non hanno bisogno del (°) (es. La prima edizione..., oppure: la I edizione... ma non: la 1a edizione). Se è necessario usare i numeri arabi è preferibile far seguire al numero la lettera o/a (es. 1o classificato, 1a classificata). Se possibile evitare di usare l'abbreviazione di uso statunitense # (cancelletto o diesis) al posto di n. (meglio ancora sarebbe numero per esteso, vedi Abbreviazioni).
  • I numeri troppo lunghi da scrivere in lettere vanno scritti in cifre, cosí come in tutti i contesti scientifici o che comunque richiedano precisione.

Abbreviazioni

Usate le abbreviazioni il meno possibile. Wikipedia non ha problemi di spazio perché non è un'opera cartacea quindi dove possibile scrivete pure la parola per esteso. (Se volete farvi comprendere sarebbe opportuno che utilizzaste questa convenzione anche nelle pagine di discussione.)

Eccetera

Va abbreviato in "ecc." oppure in "etc." e non è mai preceduto da virgola (né seguito dai puntini sospensivi "..."). L'eccetera dà un senso di indeterminatezza e imprecisione, quindi va usato con cautela.

Voci correlate

Collegamenti esterni

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