Foraggio
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Il foraggio rappresenta una parte essenziale nella dieta degli erbivori domestici ed è costituito dalle parti aeree delle piante che servono da alimento al bestiame e che vengono consumate fresche (foraggio verde), essicate, come il fieno, o insilate, come nel caso del mais.
Il foraggio deriva in massima parte dalle colture foraggere: erbai, prati e pascoli. Erbai e prati avvicendati costituiscono le foraggere temporanee, mentre i prati permanenti e i pascoli formano le foraggere permanenti. I prati possono essere formati da una sola essenza, come i medicai, o da più essenze.
La pratica di coltivare piante prative (come ad esempio erba medica, trifoglio violetto o bianco, lupinella, sulla, festuca,erba mazzolina, coda di topo, ginestrino e millefoglio) allo scopo di alimentare il bestiame risale ad epoche recenti mentre nell'antichità si coltivava soltanto erba medica forse apprezzata per la rapida ricrescita dopo ogni taglio.
La coltura del foraggio si è sicuramente sviluppate e diffusa per rispondere al bisogno crescente di carne nell'alimentazione umana, ma sono stati sicuramente molto apprezzati anche gli effetti migliorativi che le colture prative apportano al terreno.
La qualità dei foraggi dipende dal valore nutritivo, costituito dalla percentuale di sostanze azotate, proteine, carboidrati e grassi, e dalle qualità organolettiche.
