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Civiltà nuragica - Wikipedia

Civiltà nuragica

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Bandiera della Sardegna

Questa voce fa parte della serie
Storia della Sardegna

Voci principali
Categoria: Regione Sardegna


La civiltà nuragica nasce in Sardegna nella prima età del bronzo, intorno al XVIII secolo a.C., e abbraccia un periodo di tempo che va fino al II sec. d.C., ormai in piena epoca romana, convivendo quindi con altre culture estranee all'Isola quali la fenicia, la punica e la romana stessa. Il nome deriva dal suo monumento più caratteristico, il nuraghe, e la civiltà nuragica è quella che più di ogni altra simboleggia la Sardegna.

Bronzetto sardo (Capo tribù) Cagliari Museo Archeologico Nazionale
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Bronzetto sardo (Capo tribù) Cagliari Museo Archeologico Nazionale

Indice

[modifica] L'Età del Bronzo e gli Shardana

Per approfondire, vedi la voce Popoli del mare.

L'Età del Bronzo fu il periodo in cui nel Mediterraneo ci fu un vasto movimento guerresco. La Sardegna e la Corsica furono invase dalle popolazioni di navigatori guerrieri provenienti da oriente: i popoli del mare e tra essi i mitici Shardana, popolo misterioso, ma già ben conosciuto dagli antichi Egizi che li rappresentarono nei grandi bassorilievi del tempio di Medinet Habu (XII secolo a.C.).

Giunti in Sardegna e in Corsica si scontrarono inevitabilmente con le popolazioni neolitiche autoctone e dettero vita ad una una fusione di culture che segnerà indelebilmente, per sempre, le due isole gemelle del Mediterraneo occidentale: la potente civiltà nuragica. Con loro si sviluppò l’architettura del Nuraghe (da alcuni chiamata anche Torreana). Questo confronto non fu comunque pacifico e le popolazioni megalitiche cercarono di resistere agli invasori, ma invano. I loro insediamenti furono distrutti e i loro menhirs furono utilizzati dai Nuragigi come materiale edilizio per la costruzione delle torri e per i loro momumenti di culto circolari, con cella centrale coperta a volta.

[modifica] Il Nuraghe

Per approfondire, vedi la voce Nuraghe.
Nuraghe Losa
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Nuraghe Losa

Il nuraghe è una torre solitamente costruita sulla sommità di un’altura con tecnica megalitica (grossi blocchi di pietra sovrapposti), avente la forma di una tholos (falsa cupola), con una funzione abitativa e militare, posto a difesa e dominio di un territorio.

Le tipologie architettoniche dei nuraghi sono le più disparate: dai semplici nuraghi con una sola torre (monotorre), a quelli molto più complessi a più torri (polilobati), veri e propri castelli con attorno i villaggi.

Altri monumenti di epoca nuragica da ricordare sono le tombe dei giganti (costruzioni funerarie megalitiche la cui pianta rappresenta la testa di un toro), i pozzi sacri (anch’essi edificati con tecnica megalitica e dedicati al culto delle acque attorno ai quali si sviluppava un villaggio-santuario). Un’altra espressione tipica della cultura nuragica è rappresentata dai bronzetti, piccole sculture in bronzo aventi una funzione votiva.

In base ad una classificazione ed alla divisione temporale dello studioso Giovanni Lilliu, nella civiltà nuragica si hanno diverse fasi:


[modifica] Nuragico I

La prima fase, denominata Nuragico I, vede il formarsi dei caratteri principali di questa civiltà; fra la fine del Bronzo Antico e gli inizi del Bronzo Medio (XVIII-XVI sec. a.C.) si ha l'edificazione dei primi protonuraghi, conosciuti anche come nuraghi a corridoi. Si tratta di edifici che differiscono in maniera significativa dai nuraghi classici; di aspetto più tozzo e di planimetria generalmente irregolare, al loro interno non ospitano la grande camera circolare tipica del nuraghe, ma uno o più corridoi e qualche rara celletta coperta a falsa-volta.

[modifica] Nuragico II

Nella media Età del Bronzo, intorno al XVII-XIV secolo a.C. fa la sua comparsa il nuraghe a tholos, caratterizzato dal modulo ripetitivo della torre tronco-conica che all'interno ospita una o più camere sovrapposte, coperte a falsa volta, con la tecnica cosiddetta ad aggetto.

[modifica] Nuragico III

Nuraghe Losa. Al singolo nuraghe già esistente furono successivamente addossate altre torri nuragiche, raccordate tra loro da cortine murarie a formare un vero e proprio bastione turrito, fino a realizzare delle strutture di notevole articolazione ed imponenza
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Nuraghe Losa. Al singolo nuraghe già esistente furono successivamente addossate altre torri nuragiche, raccordate tra loro da cortine murarie a formare un vero e proprio bastione turrito, fino a realizzare delle strutture di notevole articolazione ed imponenza

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In un secondo momento, da situarsi presumibilmente nella fase del Nuragico III (Bronzo Recente e Finale, fra il XIV e il IX secolo a.C.), al singolo nuraghe già esistente furono addossate altre torri nuragiche raccordate da cortine murarie a formare un vero e proprio bastione turrito, fino a realizzare delle strutture di notevole articolazione ed imponenza. Si va dalla semplice aggiunta di una piccola torre laterale, sino alla vera e propria fortezza con bastione provvisto di torri angolari, in numero di tre: (Santu Antine, Torralba-SS, Losa, Abbasanta-OR), quattro: (Su Nuraxi, Barumini-CA; Santa Barbara, Macomer-NU) o addirittura cinque: (Arrubiu, Orroli-NU), spesso provvisto di cortile interno ove era anche un pozzo per l'acqua. Altre cinte murarie più esterne, talora provviste anch’esse di torri (i cosiddetti antemurali), potevano circondare i bastioni e costituire una linea avanzata di difesa. Circa la loro funzione, gli archeologi sono oramai concordi nel ritenere che i nuraghi fossero degli edifici a carattere civile-militare, destinati in particolare al controllo e alla difesa del territorio e delle risorse in esso presenti.

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Dalla torre arroccata su una cima isolata, semplice vedetta situata al confine del territorio di pertinenza della singola tribù, o a presidio dei punti strategici più rilevanti (le vie d'accesso alle vallate, i sentieri che salivano agli altipiani, i corsi d'acqua, i guadi, le fonti, etc.), si giunge alle complesse costruzioni comprendenti fino a 17 torri (nuraghe Arrubiu, Orroli-NU) e dalle mura spesse alcuni metri, ubicate al centro dell'area di comune interesse e sicuramente residenza fortificata dell'autorità politica, civile e militare (probabilmente anche religiosa) della regione. Oltre che negli stessi nuraghi, la gran parte della popolazione nuragica risiedeva nei villaggi, costituiti da capanne più o meno semplici e più o meno numerose: in alcuni casi, anche qualche centinaio. La vita quotidiana si svolgeva dunque all'interno di modeste dimore di pietre con tetto in genere realizzato con tronchi e rami, spesso intonacate all'interno con del fango o argilla e talora isolate con sughero.

[modifica] Ultima fase

Nell'ultima fase della civiltà nuragica si sviluppa un tipo di capanna più evoluta, indicativo di una maggiore articolazione delle attività: si tratta della capanna a settori, che talora assume anche le dimensioni di un vero e proprio isolato, cioè divisa in piccoli ambienti affacciati su un cortiletto e dotata spesso anche di un forno per la panificazione. Fra gli edifici pubblici che caratterizzavano i villaggi si segnalano soprattutto le cosiddette capanne delle riunioni, provviste di un sedile alla base e destinate alle assemblee dei notabili del villaggio.

[modifica] Architettura funeraria

L'architettura funeraria è rappresentata dalle tombe megalitiche a corridoio, meglio conosciute come tombe di giganti, diffuse uniformemente in tutta la Sardegna pur con qualche differenza, anche se si nota una fortissima concentrazione nella parte centrale dell'Isola. Si tratta di tombe costituite da una camera sepolcrale allungata realizzata con lastroni di pietra ritti verticalmente e copertura a lastroni (nel tipo più arcaico, o dolmenico), oppure con filari di pietre disposte e copertura ogivale. Sulla fronte, il corpo tombale si apriva in due ampi bracci lunati, a limitare un'area semicircolare cerimoniale: la cosiddetta esedra.

[modifica] Religione

Particolare del pozzo sacro Santa Cristina - Luoghi di culto, i pozzi sacri stupiscono per la loro perfezione costruttiva.
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Particolare del pozzo sacro Santa Cristina - Luoghi di culto, i pozzi sacri stupiscono per la loro perfezione costruttiva.

L'architettura religiosa è invece rappresentata soprattutto dai pozzi sacri e dalle fonti sacre: edifici legati al culto animistico dell'acqua. Altri edifici di culto, meno diffusi dei pozzi e delle fonti e tuttavia presenti in varie parti dell'Isola, sono i cosiddetti "tempietti in antis" o "tempietti a megaron". Ai luoghi di culto si associa, in genere, l'offerta dei bronzetti votivi: tipici prodotti dell'artigianato nuragico, raffigurano uomini e donne, animali, modellini di imbarcazioni, modellini di nuraghi, esseri fantastici, riproduzioni miniaturistiche di oggetti e arredi, etc. Nella ceramica, l'abilità ed il gusto degli artigiani nuragici si manifestano essenzialmente nel decorare le superfici di vasi ad uso certamente rituale, destinati ad essere utilizzati nel corso di complesse cerimonie, forse in alcuni casi anche ad essere frantumati al termine del rito, come le brocche rinvenute nel fondo dei pozzi sacri.

[modifica] Struttura sociale ed economia

È abbastanza plausibile ritenere che quella dei nuragici fosse strutturata come una "società di capi", in cui l'egemonia di alcune famiglie all'interno della comunità si era ormai consolidata, ed il potere, all'inizio attribuito ad un capo elettivo soltanto in momenti eccezionali, era ormai divenuto stabile ed ereditario. Le raffigurazioni dei bronzetti nuragici ci offrono la documentazione circa la presenza di "capitribù", riconoscibili perché molto spesso reggono un bastone interpretato come simbolo di comando. L'economia fu essenzialmente di tipo agro-pastorale; vi si può comunque notare una embrionale specializzazione nelle arti e nei mestieri.

[modifica] La ricerca archeologica

Il pozzo sacro del su Tempiesu
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Il pozzo sacro del su Tempiesu

La ricerca archeologica in Sardegna affascina molti ricercatori locali e non. Ha offerto la possibilità di ricostruire la preistoria dei popoli che nei millenni hanno occupato l'Isola, dal paleolitico fino all'Età del ferro.

Le domus de janas semplici o complesse, conosciute in tutto il Mar Mediterraneo, in Sardegna acquistano un carattere di unicità e straordinarietà per l'accuratissima lavorazione, per la decorazione e per i caratteristici aspetti architettonici e le ricche decorazioni che richiamano quelle che furono le "case dei vivi". Un piccolo mistero, ancora oggi, è il come siano state realizzate, anche in considerazione del fatto che queste case furono eseguite in rocce dure (talvolta nel granito compatto) con i soli strumenti di pietra, gli unici posseduti dai Neolitici.

Altri insediamenti, come i menhir e i dolmen, semplici o allungati, pongono la più antica realtà isolana in relazione con la più vasta preistoria europea e mediterranea, specialmente a seguito dei recentissimi rinvenimenti di menhir istoriati, ritenuti pietre sacre e legate ai culti della fertilità dall'autore che le ha rinvenute, che pongono la Sardegna in un preciso rapporto con l'Europa del Nord e della costa atlantica e con l'Africa marocchina e delle Canarie.

Alcuni tipi monumentali sono peculiari dell'Isola e la caratterizzano. Tutti conoscono le migliaia di nuraghi (o nuraghes secondo alcuni autori) che svettano ad ogni latitudine: costruzioni megalitiche, semplici e complesse, ancora gelose custodi dei loro misteri millenari, che ancora resistono alla ormai generazionale ricerca e che riaffiorano ciclicamente, coi loro interrogativi, a frustrare la presunzione di ricercatori e cattedratici, fermi nelle loro incrollabili certezze.

Altrettanto affascinanti e misteriose sono le tombe dei giganti o tombe di giganti, che parrebbero derivare dai dolmen allungati. Esse segnano, nelle loro poco sondate diversità strutturali e tecniche, il complesso evolversi della civiltà nuragica, fino agli albori dell'Età del ferro, epoca in cui si diffonderanno le splendide statuine bronzee, conosciute come bronzetti.

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