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Chitarra battente - Wikipedia

Chitarra battente

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

La chitarra battente è un tipo di chitarra già presente nel territorio nazionale fin dal XIV secolo, adottato dalle popolazioni del centro e sud Italia e rivisitato da queste nel corso dei secoli, fino ad assumere delle caratteristiche e delle modalità d'uso autonome rispetto al modello storico, di indubbia origine colta.

Oggi essa è detta anche chitarra italiana in contrapposizione alla chitarra classica che, importata solo alcuni secoli fa dalla Francia, viene indicata con il termine di chitarra francese.

La chitarra battente ha una forma simile ad un otto allungato, le spalle hanno infatti una larghezza prossima a quella della pancia.
Le fasce laterali sono spesso di altezza superiore a quelle della chitarra francese e possono essere sia dello stesso legno del fondo che di altro tipo (acero, noce, castagno, cipresso...).
Il fondo dello strumento può essere sia piatto che bombato. Il fondo piatto è costituito spesso da due tavole affiancate, quello bombato è spesso costituito da una serie di doghe di due diversi legni, di colore chiaro e scuro, incollate fra loro e alternate in modo da creare un motivo cromatico. Lo spessore dei legni, dell'ordine di alcuni millimetri, è variabile e commisurato sia all'abilità del liutaio-artigiano che alle esigenze del committente, che alla destinazione dello strumento.

La tavola armonica è quasi sempre in abete, ma alcuni artigiani hanno usato anche legni diversi, ad esempio il ciliegio e il gelso. La tavola presenta una spezzatura, ossia una inclinazione verso il fondo, più o meno accentuata, che inizia al disotto della buca e all’altezza circa del ponticello.

Il piano armonico può presentare sia una che tre buche, in questo caso oltre alla buca centrale sono presenti due buche, più piccole, contrapposte e situate in prossimità delle spalle. Sia nei modelli con unica buca centrale, in questo caso molto ampia, che nei modelli a tre buche, vi è sempre inserita in esse una decorazione chiamata rosa, al centro della quale spesso emergeva, per mezzo di uno stelo, un piccolo fiore di carta.

La rosa può essere in legno, in cartoncino o pergamena. Non è chiaro se questa decorazione sia stata adottata con l’intento di influire sulla funzione acustica, mentre è evidente che serve comunque a nascondere l’interno dello strumento, spesso poco rifinito o che presenta le giunture rinforzate con carta o stracci.

Il manico, in legno di noce, pero, pioppo, prugnolo, è più corto di quello della chitarra francese e può essere un tutt'uno con la paletta oppure unito a questa mediante una giuntura a incastro a forma di “V”.

La paletta, di varia foggia e dimensione in funzione della quantità di corde montate, presenta una inclinazione rispetto al manico di 15-18 °, di solito è munita di piroli in legno duro (prugnolo, sorbo ecc…) posti in fori perpendicolari al piano della paletta e più recentemente è dotata di moderne chiavette ad ingranaggio metallico.

La tastiera spesso è assente o comunque, se presente, è posta allo stesso livello della tavola armonica e reca un numero di tasti che varia da 9 a 12, secondo.

Il ponticello, in osso o legno di noce, è mobile e molto basso, in questo modo le corde sono poste a pochi millimetri dal piano armonico e questo permette di percuotere contemporaneamente, con una particolare tecnica, sia le corde che la tavola armonica, ottenendo un caratteristico effetto. Il ponticello è sempre mobile, cioè non fissato al piano armonico. Poggia sulla parte inclinata del piano armonico, appena sotto la piegatura (1) (alcuni dissentono decisamente). Il ponticello regge le corde sempre di metallo e tutte di uguale spessore (prossimo al mi cantino di una chitarra acustica).

Nel caso in cui le corde siano doppie, ed in taluni modelli triple, queste sono sempre accordate all'unisono e sono fissate a piccoli perni metallici (o chiodi) o in legno (canna) inseriti presso l’attaccatura delle fasce.
La chitarra battente può presentare un numero di corde che va da quattro a dodici, in ogni caso queste corde sono tutte del medesimo spessore, che va dai 20 a 25 centesimi di mm.
I modelli a quattro corde vengono per lo più usati nell’area calabro-campana, nell’area calabrese questo modello può presentare una quinta corda, detta di bordone, fissata con una estremità all’attaccatura delle fasce e con l’altra ad una chiavetta (piruozzo, piruozzulu) situata sul manico di solito all’altezza fra il 6° del 7° tasto. In questo modo questa corda non viene tastata dalla mano sinistra e viene accordata di volta in volta dal suonatore sulla nota dominante del pezzo da eseguire. La presenza di questa corda accomuna questo strumento alla zampogna, che presenta anch'essa una canna con funzione di bordone.
Alcuni modelli possono avere quattro corde doppie, la maggior parte dei modelli, diffusi anche nell’area lucano-pugliese, presentano cinque corde singole e più spesso cinque corde doppie.
In alcune ristrette località della Puglia sono diffusi dei modelli a dodici corde, suddivise in cinque cori, la seconda e quarta corda triple, le altre doppie. Le corde, doppie o triple, sono sempre accordate all’unisono e sono ancorate in coppia ad un unico punto all’attaccatura delle fasce.

La costruzione della chitarra battente, sia pure con diverse caratteristiche, era diffusa presso artigiani, falegnami e liutai in ogni regione del sud Italia, raggiungendo la massima diffusione negli anni dal 1800 al 1950. Tracce di questa chitarra si sono trovate fin negli Abruzzi e Marche, probabilmente trasportate da quel grande fenomeno socio-culturale che fu la transumanza.
La costruzione di questo strumento fu poi esportata anche nelle Americhe del Sud e del Nord dagli stessi falegnami, artigiani e liutai che non si sottrassero al flusso migratorio che caratterizzò l’epoca.

In Calabria è tuttora viva la tradizione della costruzione della chitarra battente, tradizione sostenuta dalla sola famiglia De Bonis da circa 200 anni.
Nell' area del Cilento la tradizione è stata ripresa dal liutaio Campitiello, che da alcuni anni ha ripreso l’arte che nell’area fu della famiglia De Luccia, liutai dal 1800 fino al 1970 in Italia e negli Stati Uniti.
In Puglia e Basilicata diversi ottimi artigiani costruiscono modelli di vario tipo.

E’ opinione diffusa che il declino di questo caratteristico strumento popolare inizia con il rientro degli emigranti dagli Stati Uniti che riportavano a casa, con orgoglio, i primi apparecchi fonografici, che resero superflua l’esistenza di suonatori dal vivo e dei loro strumenti (organetto, chitarra battente, fruscarùlo, tamburello), la cui presenza era indispensabile nelle numerose occasioni ludiche legate ai ritmi ed ai riti della cultura contadina (feste civili e religiose, matrimoni ecc…). Il fenomeno si è poi accentuato nel dopoguerra con la diffusione dell'organetto, strumento più stabile e pratico in quanto non abbisognevole di accordatura, e con l'avvento degli apparecchi di radiodiffusione, che hanno dato il colpo di grazia ai musicanti già in via di estinzione. Da "Il Sito della Chitarra Battente" di Alfonso Toscano.

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