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Storia degli Stati Uniti (periodo coloniale)

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Storia degli Stati Uniti (1945-1964)
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Storia degli Stati Uniti (1980-1988)
Storia degli Stati Uniti (1988-presente)

A partire dalla fine del XVI secolo, gli Inglesi, i Francesi, gli Spagnoli e gli Olandesi iniziarono a colonizzare la costa atlantica del Nord America. I primi tentativi inglesi, ad esempio sull'isola di Roanoke, fallirono, ma in seguito furono fondate colonie più fortunate e stabili.

I colonizzatori che si stabilirono nel Nuovo Mondo erano assai diversi tra loro, sia dal punto di vista sociale che da quelli etnico e religioso. Gli olandesi della Nuova Olanda, i Quaccheri della Pennsylvania, i Puritani del New England, i cercatori d'oro di Jamestown ed i forzati della Georgia: ognuno arrivò in America per motivi assai differenti e le colonie che fondarono furono, di conseguenza, molto diverse sotto il profilo sociale, religioso, politico e delle strutture economiche.

Gli storici, in genere, dividono le terre che diverranno in seguito la parte orientale degli Stati Uniti, in quattro regioni. Da nord a sud: il New England, le Middle Colonies, le Colonie sulla Baia di Chesapeake e le Colonie del Sud. Diversi studiosi aggiungono una quarta regione, la frontiera, che ebbe certe caratteristiche peculiari. Le colonie della Nuova Francia (più tardi, sotto la dominazione britannica, denominate Quebec) e la Florida spagnola confinavano con le regioni sopra descritte, ma per lungo tempo si svilupparono in maniera del tutto indipendente.

Indice

[modifica] Antefatti delle esplorazioni e della colonizzazione

Durante il XV e il XVI secolo, l'Europa entrò in una notevole fase di sviluppo, che incoraggiò le esplorazioni e la nascita di nuove colonie. Una ripresa degli studi classici ravvivò l'interesse per la geografia e l'interesse per il mondo. Nel contempo, lo sviluppo nelle tecniche della navigazione rese possibile affrontare le immensità oceaniche.

Le nazioni europee che più si dedicarono alla colonizzazione erano quelle in cui si stavano sviluppando innovazioni nella costruzione delle navi e nelle tecniche di navigazione, e che avevano una popolazione in crescita disposta a, e capace di, emigrare e stabilirsi in terre straniere. Gli spagnoli e i portoghesi, nel corso della Reconquista, avevano acquisito un'esperienza plurisecolare di conquista e colonizzazione; essa, insieme alle nuove tecniche di navigazione con navi oceaniche (sviluppate principalmente in Italia) fornì gli strumenti, le capacità e il desiderio di colonizzare il Nuovo Mondo. La Reconquista ebbe termine nel 1492, lo stesso anno in cui iniziò la colonizzazione dell'America. Fu solo più tardi che gli inglesi, i francesi e gli olandesi avviarono la creazione di colonie in America. Essi erano in grado di costruire navi oceaniche, ma, a differenza della Spagna, non avevano un'esperienza così significativa di colonizzazione in terre straniere, anche se la conquista e la colonizzazione inglese di parte dell'Irlanda ebbe un ruolo rilevante nello sviluppo successivo di iniziative in tal senso su scala più vasta.

A partire dal XVI secolo, i sovrani delle nuove monarchie nazionali, nel progressivo consolidamento dei loro regni, raggiunsero il livello di risorse e di potere centralizzato necessario ad avviare tentativi sistematici di colonizzazione. Tuttavia non tutte queste iniziative furono intraprese dai governi centrali. Un ruolo cruciale nell'esplorazione fu svolto da compagnie commerciali privilegiate e da società private. L'esperienza della Spagna durante la Reconquista fece sì che la sua colonizzazione in America fosse caratterizzata da controllo governativo centralizzato, conquista militare e sforzo religioso missionario. Invece i paesi dell'Europa nordoccidentale furono influenzati dallo sviluppo delle prime forme di capitalismo (mercantilismo), che risalivano a organizzazioni come la Lega Anseatica, e questo fece sì che le loro iniziative di colonizzazione in America fossero caratterizzate da investimento mercantile e minor controllo governativo.

Inoltre, via via che l'economia europea rifioriva, divenne chiaro che il primo paese che avesse scoperto una via commerciale diretta verso le "Indie" ne avrebbe tratto immensi vantaggi. Fu in quest'atmosfera che Cristoforo Colombo partì dalla Spagna per il suo famoso viaggio verso ovest. Egli mirava a raggiungere l'Asia, ma le terre a cui giunse, come poi si scoprì, appartenevano a un continente del tutto diverso. La Spagna e il Portogallo rapidamente organizzarono una decisa opera di colonizzazione e conquista, e nel giro di pochi decenni si divisero con profitto l'America meridionale e centrale e i Caraibi.

Nel XVI e nel XVII secolo sorse una nuova generazione di potenze coloniali: Inghilterra, Francia, Olanda. Le regioni che oggi costituiscono gli Stati Uniti orientali apparivano a queste nuove potenze un luogo attraente per per stabilirvi colonie. Nonostante la loro relativa vicinanza all'Europa, queste regioni avevano suscitato scarso interesse in Spagna e Portogallo, anche se entrambi questi paesi avevano esplorato la costa e compiuto diversi tentativi di stabilire avamposti nel tratto settentrionale, dalla baia di Chesapeake a Terranova. Il loro insuccesso nel creare colonie a nord della Florida spagnola diede la possibilità di farlo ai paesi dell'Europa nordoccidentale. Un ostacolo rilevante per la fondazione di colonie in queste zone erano i nativi americani, la cui presenza sul territorio richiedeva agli europei la conquista militare per poter stabilire insediamenti che non fossero piccoli e temporanei. Durante il XV e il XVI secolo le malattie epidemiche decimarono le popolazioni locali, rendendo più facile la colonizzazione europea su vasta scala.

Per varie ragioni, fu solo all'inizio del XVII secolo che i tentativi degli inglesi di stabilire colonie in Nordamerica ebbero successo. In questo periodo, il proto-nazionalismo inglese e la capacità della nazione di affermarsi sulla scena internazionale si svilupparono in risposta alla minaccia di invasione da parte della Spagna, e furono sostenuti anche da una certo grado di militarismo protestante e di adorazione verso la regina Elisabetta I. A quell'epoca, comunque, non vi fu alcun tentativo ufficiale, da parte del governo inglese, di creare un impero coloniale. Invece, le motivazioni che spinsero alla fondazione delle diverse colonie furono variabili e disparate. Tra esse ebbero influenza considerazioni pratiche come la volontà di sviluppare nuove attività imprenditoriali, la sovrappopolazione, il desiderio di libertà religiosa.

[modifica] Primi tentativi di colonizzazione

Per approfondire, vedi la voce Isola di Roanoke.
Mappa della laguna di Pamlico, disegnata da John White nel 1584
Mappa della laguna di Pamlico, disegnata da John White nel 1584

Negli ultimi decenni del XVI secolo, gli inglesi tentarono più volte, ma senza riuscirvi, di stabilire colonie sulla costa orientale degli attuali Stati Uniti, nella regione che chiamarono "Virginia" in onore di Elisabetta I, la "regina vergine". Uno di quelli che più si avvicinarono al successo fu la "colonia perduta di Roanoke", creata nel 1587 su un'isola costiera in quella che oggi è la Carolina del Nord (allora parte della Virginia). La spedizione fu finanziata da Walter Raleigh, e John White ne fu il governatore. A causa della situazione in Inghilterra (che in quel momento doveva fronteggiare la minaccia di un'invasione da parte della Spagna), per tre anni non fu possibile inviare rifornimenti alla colonia. Una spedizione del 1590 trovò solo un villaggio abbandonato. Anche se precedenti tentativi di colonizzare la zona avevano provocato scontri con i nativi americani che vivevano nelle vicinanze, sull'isola non si trovarono segni di lotta.

Nel 1607 la Compagnia della Virginia di Plymouth fondò la colonia di Popham alla foce del fiume Kennebec, nell'attuale Maine. Nello stesso anno la Compagnia di Londra fondò quella di Jamestown, nell'attuale Virginia. La colonia di Popham fu abbandonata dopo un solo anno; la Compagnia di Plymouth perse così la sua ragione di essere, e nel 1607, con una modifica dello statuto della colonia della Virginia, la Compagnia di Londra ottenne diritti esclusivi sulla maggior parte dei territori costieri che in prececenza erano in comune.

[modifica] Colonie della regione di Chesapeake

Le concessioni del 1606 alle Compagnie di Londra e di Plymouth. La regione segnata in giallo fu assegnata a entrambe, con la condizione che non fondassero colonie a meno di cento miglia di distanza l'una dall'altra. "J" indica la posizione di Jamestown, "Po" quella di Popham.
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Le concessioni del 1606 alle Compagnie di Londra e di Plymouth. La regione segnata in giallo fu assegnata a entrambe, con la condizione che non fondassero colonie a meno di cento miglia di distanza l'una dall'altra. "J" indica la posizione di Jamestown, "Po" quella di Popham.

[modifica] Jamestown

La prima colonia inglese che sopravvisse e si sviluppò fu quella di Jamestown (così chiamata in onore di re Giacomo (James) I, da poco asceso al trono), che fu fondata nel 1607 lungo un piccolo fiume vicino alla baia di Chesapeake. L'impresa era stata finanziata e organizzata dalla Compagnia della Virginia di Londra, una società per azioni che sperava di scoprire giacimenti d'oro, così come avevano fatto i conquistadores spagnoli. La baia di Chesapeake era stata scoperta dallo spagnolo Lucas Vásquez de Ayllón, che circa ottant'anni prima nella stessa zona aveva fondato la colonia di San Miguel de Guadalupe, estintasi però poco dopo.

La colonia di Jamestown andò vicino all'autodistruzione. Poiché aveva l'obiettivo di scoprire e sfruttare giacimenti di metalli preziosi, la Compagnia della Virginia vi inviò gioiellieri, orafi, aristocratici, ma nemmeno un agricoltore. Come la Compagnia si aspettava da loro, i coloni si dedicarono alla ricerca dell'oro, contando di ottenere cibo mediante il commercio con gli indiani Powhatan, che abitavano la regione. Inizialmente l'insediamento inglese non fu né redditizio né socialmente stabile, poiché i coloni si sentivano scarsamente legati alla comunità, e ricercavano solo l'arricchimento personale. La fragilità della comunità fu accentuata dal fatto che tutti i primi coloni, e molti di quelli che giunsero in seguito, erano uomini (le prime donne arrivarono nel 1619); senza donne o bambini, i coloni avevano ben pochi incentivi a proteggere il loro insediamento o a lavorare per la sua crescita a lungo termine.

Le indagini archeologiche indicano che la regione in quel periodo fu colpita dalla più forte siccità che si fosse verificata nell'arco di secoli. In questa situazione, gli indiani erano assai riluttanti a cedere il loro mais, e per i coloni divenne molto difficile procurarsi il cibo. Solo un terzo di loro sopravvisse al primo inverno, che chiamarono "il tempo della fame", e sembra che alcuni si ridussero al cannibalismo. Tuttavia la colonia sopravvisse, in gran parte grazie all'azione di John Smith. Enigmatico personaggio, Smith fece di se stesso il benevolo, ma inflessibile, autocrate della colonia. Il suo motto era "niente lavoro, niente cibo", e il suo rigido atteggiamento militaresco riuscì a portare la disciplina tra i riottosi coloni. Egli li mise al lavoro, e divenne amico di Pocahontas, figlia del capo Powhatan, che fornì alla colonia una ulteriore quantità di cibo.

La colonia era sopravvissuta, ma non era ancora divenuta profittevole. L'oro non fu mai trovato. Infine, nel 1612, John Rolfe scoprì che la coltivazione del tabacco poteva essere redditizia. I coloni la appresero dagli indiani, che la praticavano estesamente. Piccole quantità di tabacco venivano già esportate in Europa, e il fumo si stava diffondendo, accrescendone la domanda e il valore di mercato. Nel primo anno l'esportazione di tabacco procurò un guadagno favoloso alla Compagnia; nel secondo il guadagno fu minore, ma pur sempre straordinario. In breve tempo l'economia della Virginia divenne quasi completamente basata sul tabacco, che continuò a essere il suo fondamento per due secoli. La scarsità di moneta circolante e la diffusione generalizzata del tabacco fece sì che esso fosse utilizzato come mezzo di pagamento fino al XVIII secolo inoltrato.

[modifica] Le piantagioni

La coltivazione del tabacco era un'attività ad alta intensità di lavoro, e in questa regione l'agricoltura di piantagione si sviluppò presto. Dapprima i proprietari impiegarono servi a contratto, che, per pagare il costo del viaggio verso l'America, si impegnavano a lavorare nelle piantagioni per alcuni anni. Alcuni dei servi erano africani, e come tutti gli altri, diventavano liberi alla scadenza del contratto, ma la maggior parte veniva dall'Inghilterra. Nel XVII secolo la popolazione inglese ebbe una crescita considerevole, accompagnata da un grande sconvolgimento sociale. Molti proprietari terrieri si riappropriavano delle loro terre per sfruttarle direttamente, scacciandone i contadini che le lavoravano in base a un tipo di rapporto risalente al medioevo. La disoccupazione e il vagabondaggio aumentarono in modo spettacolare. Molti contadini, senza più casa né mezzi di sostentamento, emigrarono in America. Anche la guerra civile spinse un gran numero di persone, sia poveri che ricchi, ad emigrare; essi si diressero specialmente in Virginia, dove il governo realista accoglieva con favore gli oppositori del Protettorato di Oliver Cromwell. Coloro che fuggivano dal fondamentalismo religioso del nuovo stato inglese tendevano a trasferirsi in Virginia e nei Caraibi, piuttosto che nella Nuova Inghilterra puritana.

Nel corso del XVII secolo la disponibilità di terre e manodopera si concentrò progressivamente nelle mani dei piantatori più ricchi, e questo, insieme all'instabilità dei prezzi del tabacco e alle tasse crescenti, rese più difficile ai meno ricchi acquistare abbastanza terra per essere autosufficienti. In mancanza di alternative, molti servi dovettero rinnovare il loro contratto per periodi sempre più lunghi; di conseguenza si formò un'ampia classe di poveri scontenti. Nel 1676 scoppiò una rivolta detta "Ribellione di Bacon", dal nome del suo capo Nathaniel Bacon. Le cause erano molteplici, ma la rabbia delle classi inferiori era una delle più importanti. I ribelli assunsero il controllo della colonia e lo tennero per diversi mesi, fino a quando furono sconfitti da una forza navale inviata dall'Inghilterra. Dopo la Ribellione di Bacon l'impiego di schiavi africani aumentò considerevolmente, in parte per il timore dei proprietari per un'altra rivolta, ma anche per la maggiore disponibilità di schiavi che si verificò verso la fine del secolo. Gli schiavi africani, in precedenza, erano venduti in prevalenza nei Caraibi, dove erano molto utilizzati nelle piantagioni di canna da zucchero, mentre in Virginia erano rari e costosi. Ma dopo le guerre anglo-olandesi degli anni '70 e '80 l'Inghilterra ottenne il controllo della tratta degli schiavi e ne aumentò il volume. Alla fine del XVII secolo gli schiavi africani stavano rapidamente sostituendo i servi a contratto inglesi come principale forma di manodopera utilizzata in Virginia.

[modifica] Struttura sociale

In quanto produttrici di colture destinate alla vendita, piuttosto che all'autoconsumo, le piantagioni dipendevano molto dal commercio. Senza la capacità di costruire strade, e avendo bisogno di acqua per l'irrigazione, i piantatori erano costretti a stabilirsi lungo i corsi d'acqua; ma, poiché la regione era ricca di fiumi e torrenti, le piantagioni potevano espandersi in buona parte del territorio. I lavoratori di solito non avevano famiglia, e le varie piantagioni erano distanti l'una dall'altra. Inoltre la società virginiana era prevalentemente laica: la redditizia coltivazione del tabacco attraeva specialmente uomini non sposati in cerca di guadagno; persone, quindi, poco sensibili al richiamo della religione. I sacerdoti erano pochi, e c'erano poche chiese che potessero servire da centri di aggregazione sociale e religiosa. Per questi motivi, i cittadini comuni avevano scarse possibilità di interazione sociale, a differenza di quanto succedeva nella Nuova Inghilterra dove i legami sociali erano molto più intensi e complessi.

L'assemblea coloniale che aveva governato la colonia dalla sua fondazione fu sciolta, ma fu ricostituita nel 1630. Essa condivideva il potere con un governatore nominato dal re d'Inghilterra. A livello locale il potere era esercitato da tribunali di contea, anch'essi non eletti.

[modifica] La Nuova Inghilterra

Dopo la Virginia, fu la Nuova Inghilterra la regione nella quale successivamente si insediarono colonie inglesi. A differenza di quelle della Virginia, queste furono fondate per iniziativa di due gruppi di dissidenti religiosi, i Padri Pellegrini e i Puritani, alla ricerca di un luogo dove poter professare liberamente la loro fede. Entrambi chiedevano una più profonda riforma della chiesa e l'eliminazione dei residui elementi di cattolicesimo rimasti nella Chiesa d'Inghilterra. Ma, mentre i Padri Pellegrini desideravano lasciarla, i Puritani volevano riformarla creando nel Nuovo Mondo una nuova società che costituisse l'esempio di una comunità santa.

[modifica] I Padri Pellegrini

Per approfondire, vedi la voce Padri Pellegrini.

Il primo di questi gruppi era formato da dissidenti religiosi inglesi che si erano trasferiti in Olanda, ma non erano soddisfatti di questa sistemazione per le cattive condizioni economiche in cui si trovavano e per l'influenza della società olandese sulla loro comunità. Dovevano anche fronteggiare la scarsa simpatia del governo olandese, all'epoca alleato con l'Inghilterra. Essi allora si unirono ad altri correligionari che erano rimasti in Inghilterra e decisero di lasciare l'Europa per l'America, prendendo il nome di Padri Pellegrini.

Partirono dunque per l'America sul Mayflower, con l'obiettivo di sbarcare nella Virginia settentrionale (all'incirca nella regione dell'odierna New York). Spinti fuori rotta, giunsero invece nell'attuale Massachusetts, e sbarcarono a capo Cod. Prima dello sbarco, stesero il "Patto del Mayflower" (Mayflower Compact) con il quale si diedero ampi poteri di autogoverno. In seguito si trasferirono sulla terraferma e fondarono la colonia di Plymouth il 21 dicembre 1620. Come per i primi coloni di Jamestown, anche per i Padri Pellegrini il primo inverno fu molto difficile; erano arrivati troppo tardi per poter avviare coltivazioni, e molti di loro morirono di fame, compreso il loro capo, John Carver, che fu poi sostituito da William Bradford. Nel corso del 1621 i coloni ottennero l'aiuto di alcuni nativi americani che avevano già avuto contatti con europei; con l'autunno venne un abbondante raccolto, e i coloni celebrarono il primo Giorno del Ringraziamento.

[modifica] I puritani

Per approfondire, vedi la voce Puritani.

Un secondo gruppo fondò la colonia della baia del Massachusetts nel 1629: erano i puritani, che desideravano riformare la Chiesa d'Inghilterra creando nel Nuovo Mondo una nuova chiesa pura. La spedizione, organizzata dalla Compagnia della Baia del Massachusetts, consisteva di 400 coloni; nei due anni successivi ne arrivarono altri 2000, in ciò che è nota come la "Grande Migrazione". Nel Nuovo Mondo i puritani crearono una cultura profondamente religiosa, socialmente compatta e politicamente innovativa, le cui caratteristiche sono ancora presenti negli Stati Uniti d'oggi.

Prima di abbattere la monarchia in Inghilterra nel 1649, i puritani vennero in America alla ricerca della libertà religiosa. Essi speravano che questa nuova terra servisse da "nazione redentrice". Anche se fuggivano la repressione cui erano soggetti in Inghilterra, la nuova società che volevano costruire non ammetteva la tolleranza religiosa. La società ideale, per i puritani, era una "nazione di santi" o la "città posta sopra un monte", una comunità intensamente religiosa, retta e virtuosa, che potesse servire da esempio per l'Europa e stimolare la conversione al puritanesimo. Roger Williams venne nel Massachusetts predicando la tolleranza religiosa, la separazione tra chiesa e stato, e una completa rottura con la Chiesa d'Inghilterra, e di conseguenza fu bandito dalla colonia. La abbandonò e fondò la colonia del Rhode Island, che divenne un rifugio per coloro che lasciavano la comunità puritana per motivi religiosi. Un altro esempio fu Anne Hutchinson, che predicava l'antinomianismo e credeva nella libertà di pensiero e nella tolleranza religiosa, e per questo fu esiliata dai puritani.

Dal punto di vista economico la Nuova Inghilterra puritana corrispose alle aspettative dei suoi fondatori. A differenza della piantagioni della regione di Chesapeake, orientate all'esportazione dei loro prodotti, l'economia delle colonie puritane era basata sul lavoro dei singoli agricoltori, che coltivavano quanto serviva a nutrire le proprie famiglie e ad acquistare i beni che non riuscivano a produrre in proprio. Il livello di vita e di ricchezza era generalmente più alto che in Virginia. Ma, d'altra parte, nella Nuova Inghilterra, i capi cittadini potevano letteralmente affittare le famiglie più povere a chiunque fosse in grado di ospitarle e mantenerle in cambio del loro lavoro. Oltre all'agricoltura, assunsero grande importanza anche il commercio e le costruzioni navali, e la regione divenne un centro di smistamento per i traffici tra il sud e l'Europa.

[modifica] Le colonie centrali

Le colonie centrali corrispondono agli attuali stati di New York, New Jersey, Pennsylvania e Delaware, e furono caratterizzate da grande diversità etnica, religiosa, politica ed economica.

[modifica] La Nuova Olanda e la Nuova Svezia

La posizione approssimativa della Nuova Olanda (Nieuw Nederland) e della Nuova Svezia (Nya Swerige) lungo la costa orientale del Nord America, intorno al 1650.
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La posizione approssimativa della Nuova Olanda (Nieuw Nederland) e della Nuova Svezia (Nya Swerige) lungo la costa orientale del Nord America, intorno al 1650.

Le coste di questa regione furono esplorate, a partire dal 1609, da spedizioni organizzate dalla Compagnia Olandese delle Indie Orientali, che rivendicarono il possesso del territorio alle Province Unite. Gli olandesi costruirono alcuni forti lungo la costa e all'interno, che dovevano servire soprattutto come basi per il commercio di pellicce con i nativi. Nel 1624 la regione compresa tra il 38° e il 42° parallelo fu dichiarata provincia della repubblica olandese, con il nome di Nuova Olanda. Nello stesso anno i primi coloni olandesi si stabilirono nella zona della baia di Hudson; l'anno successivo sull'isola di Manhattan fu creato l'insediamento di Nuova Amsterdam. Nella colonia, fin dall'origine, fu garantita la libertà religiosa, sull'esempio di quanto era stato stabilito nella madrepatria.

Nel 1638 una spedizione svedese fondò una colonia alla foce del fiume Delaware, sul luogo dell'attuale Wilmington, e negli anni successivi la zona circostante fu colonizzata da immigranti svedesi e finlandesi. Gli olandesi, tuttavia, consideravano la zona parte della Nuova Olanda e la occuparono nel 1655.

[modifica] La conquista inglese

Dopo il 1630, coloni inglesi provenienti dalla Nuova Inghilterra cominciarono a stabilirsi nella parte settentrionale della Nuova Olanda, senza che gli olandesi fossero in grado di opporsi. Nel 1664 una flotta inglese occupò senza resistenza Nuova Amsterdam; la città fu ricatturata dagli olandesi nel 1673, ma in seguito alla loro sconfitta nella terza guerra anglo-olandese, la regione passò definitivamente sotto il dominio inglese e fu assegnata a Giacomo, duca di York (fratello del re Carlo II e, dal 1685, a sua volta re); fu allora che la città di Nuova Amsterdam ricevette il nome di New York. Lo spirito di tolleranza religiosa e culturale fu tuttavia preservato, e questo ebbe un'importante influenza sullo sviluppo successivo della vita culturale e politica americana.

La regione di New York fu retta da un governatore nominato dal re d'Inghilterra, e da un'assemblea provinciale eletta dai proprietari terrieri. Il governatore doveva applicare le istruzioni impartite dal re, ma in pratica era spesso costretto a negoziare con l'assemblea.

La parte corrispondente all'attuale New Jersey fu divisa tra sir George Carteret e Lord Berkeley di Stratton. Quest'ultimo, nel 1673, cedette la sua parte a coloni quaccheri. Ma nel 1702 le due regioni furono riunite e poste sotto il controllo diretto della corona.

Nel 1681 Carlo II assegnò a William Penn il territorio compreso tra il 39° e il 42° parallelo e delimitato a est dal fiume Delaware. Questa regione ricevette il nome di Pennsylvania; anch'essa ebbe un'assemblea elettiva e fu caratterizzata da ampia libertà religiosa: vi si stabilirono gruppi di quaccheri gallesi, presbiteriani scozzesi, mennoniti tedeschi e cattolici irlandesi. La colonia fu prospera fin dalle origini; la sua città principale, Philadelphia, crebbe rapidamente e divenne la più importante delle colonie inglesi. Nel 1682 Penn ottenne anche il governo delle tre contee della colonia del Delaware, anch'esse abitate da quaccheri; queste furono però separate dalla Pennsylvania nel 1704.

[modifica] Il Sud inferiore

Com'era inteso in epoca coloniale, il Sud comprendeva le colonie di piantagione della regione di Chesapeake (Virginia, Maryland, e, secondo alcuni, anche il Delaware) e il "Sud inferiore" (la Carolina, che poi si divise in Carolina del Nord e Carolina del Sud, e la Georgia). Dopo il 1763, anche la Florida passò in mani inglesi.

[modifica] Le Caroline

La prima colonia inglese a sud della Virginia fu la Provincia della Carolina. Il primo tentativo di fondarla fu organizzato per iniziativa di un gruppo di nobili e uomini politici inglesi, che ottennero dalla corona una concessione per le Caroline nel 1663, con la speranza che una nuova colonia nel sud si rivelasse redditizia come quella di Jamestown. Ma esso fallì, e i primi coloni si stabilirono nella regione solo nel 1670, quando una spedizione guidata da John West creò un nuovo insediamento che è all'origine dell'attuale città di Charleston (già Charles Town, dal nome del re Carlo II). I primi coloni avviarono un redditizio commercio di viveri, pelli di cervo e prigionieri indiani con le isole dei Caraibi. Essi provenivano principalmente dalla colonia inglese di Barbados e portarono con loro un certo numero di schiavi africani (Barbados, isola su cui prosperavano le piantagioni di canna da zucchero, fu una delle prime colonie inglesi ad utilizzare sistematicamente schiavi africani). La coltivazione del riso fu importata dall'Africa occidentale negli ultimi anni del secolo. In tutto il primo periodo coloniale la Carolina del Nord restò un territorio di frontiera.

Inizialmente la Carolina del Sud fu politicamente divisa. La sua composizione etnica comprendeva i coloni originali (un gruppo di ricchi piantatori inglesi provenienti da Barbados che utilizzavano la schiavitù), e ugonotti francesi. I continui scontri di frontiera durante le guerre di re Guglielmo e della regina Anna (le prime due delle guerre anglo-franco-indiane per il controllo dell'America settentrionale) causarono profonde divisioni economiche e politiche tra mercanti e piantatori. La guerra con gli indiani Yamasee, nel 1715, fu all'origine di un decennio di disordine politico. Alla fine del decennio successivo il governo dei proprietari privati era crollato, e nel 1729 essi rivendettero entrambe le Caroline alla corona britannica.

[modifica] La Georgia

La Colonia della Georgia fu fondata da James Oglethorpe, militare e uomo politico inglese, come soluzione a due problemi. All'epoca (inizio del XVIII secolo) i rapporti tra Gran Bretagna e Spagna erano cattivi, e i britannici consideravano la presenza spagnola in Florida come una minaccia per le Caroline. Oglethorpe propose di fondare una colonia nella regione contesa da spagnoli e britannici e di popolarla con debitori insolventi, che normalmente in Gran Bretagna sarebbero stati condannati alla prigione. Questo progetto avrebbe consentito alla Gran Bretagna di liberarsi di elementi indesiderabili e di fornirle una base dalla quale attaccare la Florida. Oglethorpe ottenne una concessione da re Giorgio II nel 1732, e l'anno seguente i primi coloni giunsero nella regione.

La vita nella colonia fu organizzata su severi principi morali. La schiavitù fu proibita, così come gli alcolici e altre forme di presunta immoralità. Ma i coloni non gradivano questo stile di vita puritano e non potevano competere economicamente con le piantagioni di riso delle Caroline. Così la Georgia non riuscì a prosperare, ma infine le restrizioni furono eliminate, la schiavitù fu permessa, ed essa divenne fiorente quanto le Caroline.

[modifica] La Florida

Nel 1763, in base al trattato di Parigi, concluso alla fine della guerra dei sette anni, la Gran Bretagna ottenne dalla Spagna la Florida: il forte di St. Augustine (o, in spagnolo, San Agustín) e il resto della Florida spagnola, che avevano resistito agli attacchi della marina britannica, al tavolo della pace furono scambiati con l'isola di Cuba. I britannici divisero la regione in due parti (Florida Orientale e Florida Occidentale); nuovi coloni inglesi vi furono attratti da concessioni di terreni. Gli abitanti della parte occidentale, inoltre, beneficiarono del commercio illegale con la colonia spagnola di New Orleans.

In osservanza dei termini del trattato, la Gran Bretagna permise ai cattolici presenti nella regione conquistata l'esercizio della loro religione. Le Floride e il Quebec (anch'esso passato sotto controllo inglese alla fine della guerra dei sette anni) furono tra le prime zone sotto controllo europeo a godere di piena tolleranza religiosa. Il Proclama del 1763 istituì le colonie britanniche della Provincia del Quebec e della Florida Orientale e Occidentale sul continente americano, e quella di Grenada nei Caraibi.

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