Stato Indipendente di Croazia
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Stato Indipendente di Croazia (in croato Nezavisna Država Hrvatska, NDH) era il nome dello stato che comprendenva la maggior parte della Croazia durante la Seconda Guerra Mondiale. Venne istituito nell'aprile del 1941 su parti del territorio che già furono parte del Regno di Jugoslavia dopo l'occupazione militare delle forze congiunte italo-tedesche. Era governato da un gruppo nazionalista di estrema destra chiamato Ustascia, ed era alleato delle Potenze dell'Asse. Cessò di esistere alla fine della Seconda Guerra Mondiale nel maggio del 1945, quando le forze dell'Asse e croate vennero sconfitte e la Croazia divenne parte della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia.
[modifica] Storia
In seguito all'intervento dell'Asse nel Regno di Jugoslavia, col cui re erano alleati, nel 1941, e la veloce sconfitta dell'esercito jugoslavo (Jugoslovenska vojska), l'intero paese fu militarmente occupato dalle forze dell'Asse. Il governo tedesco e italiano misero al governo il partito di estrema destra Ustascia, formando lo Stato Indipendente di Croazia.
L'istituzione dell'NDH fu proclamata il 10 aprile 1941 da Slavko Kvaternik, deputato leader degli Ustascia. Il capo dello stato era Ante Pavelić. Sulla carta, era un regno sotto Tomislav II della casa di Savoia, ma non aveva potere effettivo e non mise mai piede sul territorio dell'NDH.
Il nome del nuovo stato era un riferimento ovvio al desiderio di indipendenza croato, che venne perseguito con insuccesso dal 1102. Vladko Maček, il capo del Partito Agricolo Croato, il più forte partito croato del momento, rifiutò l'offerta dei tedeschi di essere il leader del governo, ma chiese alla gente di obbedire e cooperare col nuovo governo il giorno stesso Kvaternik fece la proclamazione. Ante Pavelić arrivò il 20 aprile per diventare il poglavnik (correlato a duce). L'atteggiamento della Chiesa Cattolica in questo periodo fu molto controverso.
Secondo Vladko Maček, l'istituzione dello stato fu attuata con l'approvazione della classe borghese che non aveva più fiducia nel Regno di Jugoslavia, ma i contadini guardarono il nuovo stato con sospetto. La concessione di una banovina autonoma era troppo recente (1939) per eliminare l'attrito che aveva segnato gli ultimi venti anni sotto il regime militarista dei re serbi.
Lo stato includeva la maggior parte della Croazia odierna, ma la Dalmazia settentrionale era stata annessa all'Italia e Međimurje e la Baranja meridionale erano state annesse all'Ungheria. D'altra parte, includeva tutta la moderna Bosnia-Erzegovina. All'incirca includeva tutta l'area dell'ex Impero Austro-Ungarico dove si parlava croato e serbo (vedi mappa).
Gli Ustascia inizialmente non avevano un esercito capace o l'amministrazione necessaria a controllare tutto questo territorio: il movimento aveva meno di 12,000 membri quando cominciò la guerra e non tutti vennero schierati durante l'invasione. Così il territorio venne controllato dai tedeschi e dagli italiani:
- la metà nord-orientale del territorio dell'NDH era sotto la cosiddetta zona d'influenza tedesca, con la presenza della Wehrmacht.
- la metà sud-occidentale era controllata dall'Esercito Fascista Italiano. Dopo la capitolazione dell'Italia nel 1943, l'NDH acquisì la Dalmazia settentrionale (Spalato e Sebenico)
Lo stato avrebbe in seguito messo su un proprio esercito, diviso i due gruppi:
- gli Ustascia propri, che costituivano l'elite
- i Domobrani che erano il corpo regolare più grande
Vennero messe insieme circa 110,000 truppe alla fine del 1942, e circa 130,000 nel 1943. D'altra parte, l'NDH non aveva una flotta navale, secondo i termini dell'Accordo di Roma con l'Italia, e la flotta aerea era molto modesta con circa trenta piccoli aerei commerciali.
Buona parte della popolazione dello Stato Indipendente di Croazia non era croata, soprattutto a causa dell'inclusione della Bosnia. C'era una consistente parte di popolazione serba (circa il 19% della popolazione della Croazia del tempo, più del 30% della popolazione dell'NDH), slavi musulmani, tedeschi, ungheresi ed altri. I cattolici, (soprattutto croati, tedeschi ed ungheresi) costituivano più del 50% dei 6.3 milioni di persone.
Il regime subito emulgò una serie di leggi razziali che riflettevano l'accettazione dell'ideologia della Germania nazista, con un enfasi sulle questioni nazionali croate. Il giudizio più illuminante riguardo questa serie di leggi antisemite è stato dato da Raul Hilberg nella sua opera in tre volumi "The Destruction of the European Jews" (La distruzione degli ebrei d'Europa). Egli ha scritto che la Croazia come la Slovacchia erano un satellite della Germania e "una creazione tedesca fatta a tempo di record", che nelle loro politiche razziali rispettarono e persino "migliorarono" la definizione della Germania Nazista.
La prima "Ordinanza legale per la difesa del popolo e dello stato" datata 17 aprile 1941 ordinava la pena di morte per l'"infrangimento dell'onore e degli interessi vitali del popolo croato e la sopravvivenza dello Stato Indipendente di Croazia". Fu presto seguito dall'"Ordinanza legale delle razze" e dall'"Ordinanza legale per la protezione del sangue ariano e l'onore del popolo croato" datato 30 aprile 1941, così come l'"Ordinanza per la creazione e la definizione del comitato razziale-politico" datata 4 giugno 1941.
Le normali prigioni non riuscirono a sostenere l'arrivo continuo dei nuovi prigionieri e il governo Ustascia cominciò a preparare le basi di quello che sarebbe diventato il campo di concentramento di Jasenovac dal luglio 1941. Il regime avrebbe poi formato un totale di 8 campi di concentramento.
Gli Ustascia cominciarono a condurre una deliberata campagna di massacri di massa, deportazioni e conversioni religiose forzate nel tentativo di rimuovere gli indesiderati: serbi, ebrei, zingari, dissidenti croati ed altri. Le atrocità contro i non-croati cominciarono il 27 aprile 1941 quando una nuova unità dell'esercito Ustascia massacrò la comunità serba di Gudovac vicino a Bjelovar.
Le precedenti formazioni politiche e religiose, come il Partito Agricolo e la Chiesa Cattolica vennero ragionevolmente coinvolte. Chi si opponeva veniva poi arrestato.
L'HSS venne bandito l'11 luglio 1941 in un tentativo degli Ustascia di prendere il loro posto come rappresentati dei contadini croati. Vladko Maček venne mandato al campo di concentramento di Jasenovac, ma in seguito rilasciato, a causa della sua popolarità tra la gente. A Maček venne di nuovo chiesto in seguito dagli stranieri di riformare un partito in controparte al governo Pavelić, ma rifiutò.
I rami principali della Chiesa Cattolica smisero di partecipare alle conversioni religiose, poiché erano ovviamente una forma di punizione meramente inferiore per gli indesiderati, anche se numerosi preti si unirono alle file Ustascia.
Il movimento anti-fascista emerse molto presto nel 1941 sotto il comando del partito comunista, guidato da Josip Broz Tito, come in altre parti della Jugoslavia. I partigiani croati (partizani) cominciarono quella che sarebbe stata riconosciuta come la Guerra di Liberazione Jugoslavia il 22 giugno 1941, quando la loro prima unità armata venne formata a Brezovica vicina a Sisak. I partigiani ingaggiarono un combattimento per la prima volta il 27 giugno in Serbia a Lika.
Un'altra fazione dei ribelli erano i četnik (plurale serbo: četnici), i realisti serbi. La prima unità armata četnik in Croazia venne formata il 28 giugno (il giorno del Vidovdan, una festa serba).
Con l'aumentare delle atrocità commesse dagli Ustascia, i partigiani gradualmente ricevevano aiuto da un numero sempre maggiore di persone della popolazione civile. Dapprima erano isolate unità di guerriglia formate nelle aree delle atrocità (ecco perché si riteneva che i partigiani fossero un movimento composto soprattutto da serbi).
Alla fine del 1942, le notizie delle atrocità Ustascia nel campo di concentramento di Jasenovac si erano diffuse tra la popolazione croata. Noti scrittori come Vladimir Nazor e Ivan Goran Kovačić fuggirono dai territori controllati dagli Ustascia per unirsi ai partigiani, e vennero seguiti da molti altri.
Il 13 luglio 1943 venne dichiarata una Repubblica Democratica di Croazia, sotto la guida di Andrija Hebrang nelle aree occupate dalle forze partigiane croate. Nel 1943, i partigiani formaro i nuovi consigli politici ZAVNOH e ZAVNOBiH (il "consiglio di stato antifascista di liberazione popolare" di Croazia e Bosnia-Erzegovina) che avrebbero funzionato in seguito come governi ad interim.
I guerriglieri realisti četnik, che si erano uniti per proteggere i serbi dagli Ustascia, a loro volta commisero atrocità varie contro i croati. Più tardi nella guerra, sia gli Ustascia sia i četnik collaborarono con le Potenze dell'Asse e combatterono insieme contro i partigiani.
L'esercito Ustascia venne sconfitto all'inizio del 1945 ma continuarono a combattere fino a poco dopo la resa tedesca il 9 maggio 1945. Vennero presto sopraffatti e lo Stato Indipendente di Croazia cessò di Esistere nel maggio 1945, non lontano dalla fine della guerra. L'avanzata delle forze partigiane di Tito, unite all'Armata Rossa sovietica, causò la ritirata di massa degli Ustascia.
Il complesso dei campi di concentramento di Jasenovac è stato il luogo dell'assassinio di centinaia di migliaia di persone (alcuni stimano che questo campo sia stato il terzo più grande della Seconda Guerra Mondiale. La conta dei morti viene stimata su circa 400,000 persone, ma tutte le registrazioni scritte vennero distrutte per nascondere il tutto. Alla fine della guerra la popolazione serba dell'NDH era stata ridotta al 14% della popolazione, a causa delle uccisioni o delle conversioni (ma anche parzialmente all'emigrazione in Vojvodina nel 1946-47), mentre gli ebrei croati vennero praticamente eleminati del tutto (solo uno su cinquanta sopravvisse alla guerra).
Nel maggio 1945, un grande gruppo composto di anticomunisti, Ustascia e civili, si ritirò in fuga dalle forze partigiane, dirigendosi a ovest verso l'Italia e l'Austria. Ante Pavelić si staccò dal gruppo e si diresse prima in Austria ed Italia e poi definitivamente in Argentina. Il resto del gruppo negoziò il passaggio con le forze britanniche sul confine austro-sloveno. Dopo che fu rifiutato al gruppo di passare,(cf. Operazione Keelhaul), si ritiene che i partigiani abbiano ucciso più di 50.000 persone nel Massacro di Bleiburg, dal nome del villaggio di Bleiburg dove avvenne l'esecuzione di massa, vicino al confine. Chi sopravvisse si incamminò in una "marcia della morte" verso la Jugoslavia.
La Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia cominciò la sua esistenza poco più tardi nello stesso anno.
[modifica] Capi militari dell'esercito Ustascia
- Jure Francetić
- Maks Luburić
- Rafael Boban
- Dinko Šakić
- Božidar Kavran
- Ivan Ico Kirin
- Ivica Matković
- Ljubo Miloš
- Ante (Vitez) Moskov
- Juraj Juco Rukavina
- Tomislav (Vitez) Sertić
- Vjekoslav Servetzy
- Slavko (Vitez) Stanzer
- Vjekoslav (Vitez) Vrančić
- Antun Vrban
[modifica] Leader politici dell'NDH
- Ante Pavelić
- Slavko Kvaternik
- Mirko Puk
- Andrija Artuković
- Ivan Petrić
- Lovro Šušič
- Mile Budak
- Ivica Frković
- Jozo Dumandžič
- Milovan Zanič
- Osman Kulenović
- Džafer Kulenović