Obizzo II d'Este
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«e quell'altro ch'è biondo / è Opizzo da Esti, il qual per vero / fu spento dal figliastro sù nel mondo»
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(Dante Alighieri, Inf. XII, 110-113)
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Obizzo II d'Este (1247 circa - 1293) fu Signore di Ferrara e della Marca Anconetana.
Fu proclamato signore a vita di Ferrara nel 1264, signore di Modena nel 1288 e di Reggio nel 1289. Con la sua acclamazione si concludeva il periodo comunale a Ferrara e iniziava ufficialmente la Signoria.
La sua morte avvenne forse per mano del figlio Azzo VIII d'Este.
I cronisti dell'epoca non sono affatto concordi e si trovano tracce della vicenda anche nell'Inferno in Dante Alighieri.
Il poeta fiorentino colloca Obizzo tra i tiranni nel 1° girone dei violenti, sommerso fino agli occhi nel sangue bollente del Flegetonte.
Dante, per bocca del centauro Nesso, fa dire che "per vero", cioé in verità, egli fu ucciso dal figliastro. Questa affermazione che sa di rivelazione di chi sa come si sono svolti i fatti, parla di un "figliastro" quindi si può intendere sia come "figlio degenere", sia come figlio illeghittimo, accusando ulteriormente Azzo che nel frattempo era succeduto al padre.
L'affermazione del poeta è particolrmente coraggiosa se si pensa che Azzo fino al 1308 era in vita e che se davvero colpevole e/o illegittimo a regnare egli avrà fatto tutto il possibile per mascherare le carte.
Obizzo è forse citato indirettamente anche nel Canto XVIII, quando Venedico Caccianemico racconta come facesse prostituire sua sorella Ghisolabella presso il marchese di Ferrara, sperando di avere un appoggio politico. Questo passo ptrebbe anche riferirsi a Azzo.