Libido
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[modifica] La connotazione sessuale della libido in Freud
Secondo la teoria freudiana, la libido rappresenta la principale fonte di energia psichica. Essa non sarebbe solo alla base della sessualità, ma potrebbe dominare qualsiasi attività umana.
[modifica] Sublimazione della libido e/o trasformazione della libido
[modifica] La sublimazione della libido
A differenza delle altre speci viventi, la specie umana ha in parte deviato la libido dal suo scopo cosiddetto naturale per investirla in gran parte nella creazione di un nuovo mondo: il mondo simbolico che ha fatto la civiltà e la cultura.
Tuttavia già con la scelta che il padre della psicoanalisi ha adottato, del termine "sublimazione", ritiene che il movimento della libido verso la sublimazione di essa non è proprio un movimento naturale ma artificioso se prendiamo come modello il mondo naturale, visto che compare solo con la specie umana.
La sublimazione in un certo senso fa dell'uomo un animale malato.
Ovviamente Freud non si è spinto tanto in là dal considerare la cultura una malattia tuttavia là dove fa appello al dio logos ("Il disagio della civiltà") che ci liberi infine da questa croce tra natura e cultura sembra sostenere, neanche troppo tra le righe, la necessità della cultura (le pulsioni che abitano i piani alti dell'edificio psichico, per usare una metafora del medico viennese), e quindi vista da lui come semplice sublimazione di ciò che abita il pianterreno o i sotterranei dell'edificio psichico. Da realista come egli amava essere guardando in faccia la realtà senza fifa alcuna, fifa che lasciava volentieri ai benpensanti e ai nevrotici, giunge alla conclusione che comunque la cultura è quella malattia che le speci che ci hanno preceduto hanno avuto la fortuna o la sfortuna, dipende dai punti di vista, di non conoscere.
Grazie al processo di sublimazione, infatti, la libido potrebbe essere indirizzata verso oggetti differenti (come lo studio, la ricerca, l'arte, ecc.), e permettere al soggetto di superare comunque lo stato di tensione nervosa che caratterizzerebbe il normale svolgimento della vita umana.
[modifica] La connotazione di energia psichica astratta della libido in Jung
Anche altri psicologi, come Carl Gustav Jung, hanno preso in considerazione la libido e le sue sublimazioni (o trasformazioni, nel lessico junghiano), distaccandosi ampiamente dagli originali postulati di Freud.
Infatti per Jung a differenza di Freud i simboli che fanno la cultura non sono una maschera di forze "basse" e naturali, cioè sessuali, ma i simboli culturali hanno la stessa dignità di prodotti "naturali" come le pulsioni sessuali, ed è proprio per questo che, per fare un esempio la mistica che intrattiene rapporti spirituali con il suo Dio può finanche raggiungere l'orgasmo come qualsiasi donna con un uomo concreto (per esempio la scultura del Bernini che immortala Teresa d'Avila attraversata dall'orgasmo spirituale).
La libido che è stata veicolata su quell'essere spirituale procede nel suo percorso infinito senza produrre quei fenomeni di stagnazione della libido indagati dalla psichiatria che sono alla base dell'eziologia delle nevrosi e in maniera molto più complessa delle psicosi. Ecco perché Jung è restio ad usare il termine freudiano di sublimazione che a suo parere è svalutativo della funzione simbolizzatrice propria della sola specie umana, preferendo a questo termine quello di trasformazione della libido.
Il fatto poi che la stagnazione della libido quale vero agente patologico produca quello stato di disagio rappresentato da una sempre più insostenibile tensione nervosa anziché costituire come comunemente si pensa una malattia, è indice al contrario di una sostanziale sanità dell'individuo a cui il destino evolutivo concede di patire il male del mondo per risolverlo in prima persona anziché ripeterlo all'infinito demandando ad altri la capacità e la volontà di risolverlo per lui.
Questi sintomi stanno quindi invece a significare che "gli strumenti di bordo" funzionano bene e gli indicano per l'appunto che è arrivato il momento di cambiare rotta e di convertirsi verso un'altra direzione nel progetto esistenziale.
Freud riteneva l'impostazione junghiana della problematica della libido come una illusione. E Freud era uomo che non amava illudersi ma guardare in faccia la realtà. Egli riteneva in fondo che comunque il simbolo per quanto umano in ultima analisi non poteva esorcizzare le basi materiali e naturali della specie.
Infine al di là delle loro divergenze entrambi sono morti eroicamente sulla croce ma jung con la speranza in una resurrezione, Freud da realista pessimista e disilluso.
[modifica] Libido e simbolo
In psicoanalisi la teorizzazione della libido è andata di pari passo all'indagine sulla natura del simbolo e della funzione simbolizzatrice che è propria della specie umana e che fa irruzione nella più grande storia dell'universo proprio con la nostra specie e con essa, a partire dalla preistoria sopravvivendo ai tempi finiti delle generazioni umane, tesse attorno a una simbolica primitiva un mondo simbolico sempre più astratto e complesso permettendo una sempre maggiore distanza riflessiva dalla realtà immediata e particolare e divenendo sempre più oggetto di investimento libidico.
E' proprio questa realtà vivente del mondo simbolico che permette non solo la gestione dell'energia psichica astratta (Jung) o energia sessuale (Freud) o volontà di potenza (Adler) ma è esso stesso, il simbolo, produttore di nuova energia.
[modifica] Psicologia e Fisica
Proprio il dibattito psicoanalitico sull'energia psichica nei suoi rapporti con la funzione simbolica che funziona come un gradiente della libido similmente a come può funzionare lo sbarramento di una diga nel produrre nuova energia, ha avvicinato dal punto di vista energetico i discorsi che portano avanti sia pure in ambiti diversi la psicoanalisi e le teorie fisiche della termodinamica con i suoi concetti altamente esplicativi di entropia e negaentropia che stanno ad indicare la direzione di movimento di un sistema: verso un maggiore disordine (entropia) verso un'ordine maggiore (negaentropia).
Da questo punto di vista la libido nell'investire il simbolo che media il suo rapporto con l'oggetto nel desiderio di realizzare infine il suo desiderio inappagato di unione definitiva del soggetto all'oggetto quale fantasia simbiotica pre-umana naturale, crea quello che è il mondo propriamente umano altro da quello naturale: il mondo creativo della cultura e degli oggetti culturali, in una parola il mondo dei simboli o nuovo universo simbolico in cui ormai tutti siamo completamente immersi.
Nel creare il simbolo che la rappresenta, la libido devia il suo movimento naturale entropico in una nuova direzione appunto negaentropica che è la direzione culturale e creativa che sventa che la libido possa rivolgersi distruttivamente contro il soggetto dando luogo a quelle sintomatologie che sono le spie di una stagnazione della libido: nevrosi, isteria, ansia, depressione, ossessività, fobie, psicosi.
Se tuttavia per chi vive queste sintomatologie esse sono vissute come "male" se non "il male" esse invece a ben guardare sono indicatrici della sostanziale sanità di un individuo in quanto gli stanno ad indicare che nel suo modo di orientarsi nel mondo c'è qualcosa che non va e che pertanto deve operare una conversione e riorientarsi. Ovviamente non basta che gli strumenti di bordo indichino che c'è qualcosa che non va, bisogna farsene qualcosa di queste indicazioni. Come disse lo psichiatra svizzero Jung convertitosi alla psicoanalisi: "Non siamo noi a guarire dalla nevrosi bensì è la nevrosi che ci guarisce."
[modifica] Bibliografia
- "La libido: simboli e trasformazioni" 1912, Carl Gustav Jung