La classe operaia va in paradiso
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La classe operaia va in paradiso | |
Titolo originale: | La classe operaia va in paradiso |
Paese: | Italia |
Anno: | 1971 |
Durata: | 112' |
Colore: | colore |
Audio: | sonoro |
Genere: | drammatico |
Regia: | Elio Petri |
Soggetto: | Elio Petri, Ugo Pirro |
Sceneggiatura: | Elio Petri, Ugo Pirro |
Produzione: | Ugo Tucci |
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Mario Maldesi: Direttore di doppiaggio
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Fotografia: | Luigi Kuveiller |
Montaggio: | Ruggero Mastroianni |
Musiche: | Ennio Morricone |
Scenografia: | Dante Ferretti |
Si invita a seguire lo schema del Progetto Film |
La classe operaia va in paradiso è un film del 1971, dal regista Elio Petri, assieme ad Ugo Pirro. Un film che entra nella fabbrica italiana degli anni Settanta, per raccontare il rapporto alienato degli operai con la macchina e i tempi di produzione e allo stesso tempo esce al di fuori della fabbrica. Fuori dai cancelli per accusare sia il movimento studentesco, spesso troppo distante e 'astratto' dai reali problemi degli operai, che i sindacati, spesso invece collusi con i padroni con cui concertano e decidono della vita degli operai stessi, per arrivare fin dentro le case, evidenziando come l'alienazione dell'uomo-macchina continui anche nella vita di tutti giorni contaminando i rapporti personali.
[modifica] Trama
Ludovico Massa, detto Lulù, è un uomo di trent'anni con due famiglie da mantenere e un operaio con alle spalle già 16 anni di fabbrica, due intossicazioni e un'ulcera. Sostenitore e stakanovista del lavoro a cottimo grazie al quale, lavorando a ritmi infernali, riesce a permettersi l'automobile e altri inutili beni di consumo. Lulù è amato dai padroni che lo utilizzano per stabilire i ritmi ottimali di produzione ma odiato dagli altri operai della fabbrica per il suo eccessivo servilismo. Tuttavia, non è contento della sua situazione, i ritmi di lavoro sono talmente sfiancanti che arrivato a casa riesce solo a mangiare e ad annichilirsi davanti alla televisione, nessuna vita sociale, nessun dialogo con i propri cari, non riesce neppure più ad avere rapporti con l'amante. La sua vita continua in questa totale alienazione, che lo porta a ignorare gli slogan urlati e scritti dagli studenti fuori dai cancelli, finché un giorno ha un incidente sul lavoro e perde un dito.
Così improvvisamente Lulù si sveglia dal sonno dell'alienazione per ritrovarsi nell'incubo della sua misera vita, di cui finalmente prende coscienza; così si schiera contro il ricatto del lavoro a cottimo e aderisce alle istanze radicali degli studenti e di alcuni operai della fabbrica in contrapposizione alle posizioni più moderate dei sindacati. In breve tempo il fermento nella fabbrica aumenta e si arriva all'inevitabile scontro con la polizia. Il risultato di questo cambiamento è drammatico: Lulù viene abbandonato dall'amante, licenziato in tronco dalla fabbrica e contemporaneamente abbandonato dagli studenti, che sostengono che il suo è un caso individuale e non di 'classe', ed emarginato anche dagli operai che non prendono nessun provvedimento per il suo licenziamento. Cerca, inutilmente, conforto nelle visite all'aziano Militina (un ex compagno di fabbrica) costretto a finire i suoi giorni in manicomio a causa delle sue idee politiche; ma l'unica cosa che Lulù ottiene da queste visite è la scoperta che la sua alienazione si sta trasformando il pazzia. Ormai quando tutto sembra perduto i suoi compagni, grazie al sindacato, ottengono la sua reintroduzione in fabbrica alla catena di montaggio dove Lulù urlando, per superare il rumore assordante, di nuovo in balia dei ritmi frenetici della produzione, racconta ai compagni di un muro e di una fitta nebbia oltre i quali c'è il paradiso della classe operaia.
Filmografia cronologica di Elio Petri (1929 - 1982) |
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