Implicazione logica
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L'implicazione logica è un concetto matematico che stabilisce che, data un'affermazione, se ne può ricavare un'altra.
[modifica] Implicazione Logica
L' ”implicazione logica” è una operazione binaria tra proposizioni (o asserzioni ), viene generalmente rappresentata con il simbolo (o connettivo logico) o ( ), date quindi 2 proposizioni e il valore della nuova proposizione che si legge “a implica b”, si può definire sulla base dei valori delle proposizioni di partenza secondo la seguente tabella di verità:
falsa | falsa | vera |
---|---|---|
falsa | vera | vera |
vera | falsa | falsa |
vera | vera | vera |
Può essere vista anche come una relazione, due coppie di proposizioni sono in relazione se il risultato dell'implicazione è vero, questo aspetto è particolarmente evidente nel linguaggio comune dove l'implicazione è espressa nella forma “se A allora B”, così ad esempio ci risulta naturale la comprensione di:
“se piove allora ci sono nuvole in cielo“
e l'unica possibilità che tale affermazione sia falsa è quella di verificare che in un dato momento piova ma NON ci siano nuvole in cielo. Supponendo che sia vera questa può anche essere espressa nei seguenti modi:
- è condizione sufficiente per ;
- è condizione necessaria per ;
applicando tali modi all'esempio precedente rispetto al linguaggio comune possiamo affermare che condizione sufficiente perché in cielo ci siano nuvole e che piova, così come condizione necessaria perché piova è che in cielo ci siano nuvole. Uno sguardo più approfondito alla tabella di verità ci suggerisce tuttavia un modo per esprimere l'implicazione come risultato di espressioni logiche basate sui connettivi logici di “congiunzione” , “disgiunzione” e “negazione” : è equivalente a:
(i) ovvero (ii)
da tali notazioni emerge immediatamente che è una proposizione sempre vera indipendentemente dal valore di . La notazione quindi è di per sé superflua, ma giustificata tuttavia dall'uso frequente che ne deriva dall'attività di deduzione, in questo contesto le proposizioni coinvolte vengono chiamata ipotesi: , tesi: , e teorema: (si noti che il teorema può essere posto in altre forme si veda infatti la deduzione è un caso particolare di inferenza), provare la veridicità di quest'ultima significa verificare la veridicità della tesi (dimostrare il teorema), la formalizzazione dei teoremi in questo modo ha il nome in logica di “modus ponens”. Possiamo inoltre notare come si possa riscrivere la (i) così:
(iii) ovvero
e quindi per la (i) a (iv), questa forma viene chiamata contronominale della ed è a questa equivalente, e può essere usata nella dimostrazione dei teoremi in vece di quest'ultima. Tornando all'esempio in linguaggio naturale potremo scrivere la forma contronominale come:
“se non ci sono nuvole in cielo allora non piove“
Un'altra strada per la dimostrazione di consiste nel tentare di dedurre da una contraddizione, cioè una proposizione sempre falsa del tipo , in tale caso si parla di dimostrazione per assurdo. Se infatti otteniamo la dimostrazione di con sempre falsa e per la (iv) si ha anche dove è sempre vera perché negazione di una contraddizione, ed impone quindi la veridicità di . Riguardando la tabella di verità dell'implicazione notiamo che se è sempre falsa è sempre vera, va quindi posta particolare attenzione alle ipotesi, se sono false la dimostrazione riuscirà, ma le deduzioni che ne trarremo potrebbero essere errate. Fin dall'antichità infatti è noto come da premesse false si possa dedurre ciò che si vuole. L'operazione di Implicazione gode inoltre della seguente proprietà:
(v)
per dimostrarla possiamo usare la regola deduttiva, assumere vera la dimostrare la veridicità della (v) e quindi dedurre . Abbiamo inoltre bisogno di sapere che:
così come (vi)
per la dimostrazione delle quali possiamo valutare le rispettive tabelle di verità, o considerare la proprietà distributiva della congiunzione e disgiunzione logica e la dualità delle algebre di Boole rispetto a tali connettivi. Tornando alla (v) togliamo dall'espressione il segno di implicazione ed otteniamo:
e quindi: ovvero ed ancora
riordinando i termini e tenendo presente la (vi) arriviamo quindi a scrivere:
dove la presenza di ci dice che è sempre vera cioè è una tautologia e la nostra tesi e dimostrata.
[modifica] Equivalenza logica
Se accade che valgano contemporaneamente e cioè che sia vera la:
(iv)
allora possiamo esprimere questo fatto con un nuovo connettivo che chiameremo equivalenza logica: , potremo anche esprimerla dicendo che:
- è condizione necessaria e sufficiente per .
La tabella di verità per tale relazione è:
falsa | falsa | vera | vera | vera |
---|---|---|---|---|
falsa | vera | vera | falsa | falsa |
vera | falsa | falsa | vera | falsa |
vera | vera | vera | vera | vera |
Come ogni relazione di equivalenza che si rispetti essa gode delle proprietà riflessiva commutativa, transitiva: riflessiva perché è sempre vera come abbiamo visto, commutativa per definizione, transitiva per la (v) al punto precedente. Spesso i teoremi sono impostati su equivalenze logiche per più di 2 proposizioni:
per brevità (di dimostrazione), in tale caso si usa la seguente forma:
(vii) che le due espressioni siano equivalenti lo si deduce anche in questo caso dalla proprietà (v) dell'implicazione.