Privacy Policy Cookie Policy Terms and Conditions Giacomo II d'Inghilterra - Wikipedia

Giacomo II d'Inghilterra

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Dinastia Reale Inglese
Casato degli Stuart

Giacomo I/VI
Figli
   Enrico, Principe del Galles
   Elisabetta Stuart
   Carlo I
   Roberto Stuart, duca di Kintyre
Carlo I
Figli
   Carlo II
   Giacomo II/VII
   Maria, Principessa Reale
   Enrichetta Anna Stuart
Carlo II
Giacomo II/VII
Figli
   Maria II
   Anna
   Giacomo Francesco Edoardo Stuart
Nipoti
Carlo Edoardo Stuart
Enrico Benedetto Stuart
Maria II
Guglielmo III
Anna
Figli
Guglielmo, duca di Gloucester

Giacomo VII di Scozia e Giacomo II d'Inghilterra (14 ottobre 163316 settembre 1701) divenne Re di Scozia, Re d'Inghilterra e Re d'Irlanda il 6 febbraio 1685. Fu l'ultimo monarca cattolico a regnare sul Regno di Scozia, sul Regno d'Inghilterra e sul Regno d'Irlanda. Alcuni dei suoi sudditi diffidarono della sua politica religiosa e lo sospettarono di dispotismo, guidando un loro gruppo per deporlo nella cosiddetta "Gloriosa Rivoluzione". Fu rimpiazzato non da suo figlio (anch'egli cattolico), Giacomo Francesco Edoardo, ma dalla figlia protestante, Maria II, e da suo genero, Guglielmo III, che salirono sul trono nel 1689.

Il credo che Giacomo — non Guglielmo III o Maria II — fosse il regnante legittimo, divenne noto come Giacobitismo (da Jacobus o Iacobus, latino per giacomo). Giacomo fece un serio tentativo di recuperare il suo trono, quando sbarcò in Irlanda nel 1689. Dopo la sua sconfitta nella Battaglia del Boyne, nell'estate del 1690, fece ritorno in Francia, dove visse il resto della sua vita sotto la protezione di Re Luigi XIV. Suo figlio Giacomo Francesco Edoardo (Il Vecchio Pretendente) e suo nipote Carlo Edoardo Stuart (Il Giovane Pretendente o Bonnie Prince Charlie) tentarono di ripristinare la linea Giacobita dopo la morte di giacomo, ma senza riuscirvi.

Indice

[modifica] Infanzia e giovinezza

Giacomo, secondo figlio sopravissuto di Carlo I e Henrietta Maria di Francia, nacque a St. James's Palace nel 1633 e fu eletto Duca di York nel 1644. Durante la Guerra civile inglese — nella quale suo padre lottò contro i parlamentari inglesi e i Puritani — stava a Oxford, una roccaforte reale. Quando la città si arrese nel 1646, il Duca di York fu confinato nel St James's Palace dal comando parlamentare. Nel 1648 scappò dal palazzo e andò a L'Aia protetto da un travestimento. Quando Carlo I fu giustiziato dai ribelli nel 1649, i monarchici proclamarono re il fratello maggiore del Duca di York, Carlo II. Carlo II fu riconosciuto dal Parlamento scozzese e dal Parlamento irlandese e fu incoronato Re degli scozzesi a Scone, in Scozia, nel 1651. Carlo II fu tuttavia incapace di tener salda la Corona d'Inghilterra e di conseguenza scappò in Francia.

Come suo fratello il Duca di York, tentò di rifugiarsi in Francia, entrando nell'esercito francese sotto Turenne. Nel 1656, quando suo fratello Carlo fece un alleanza con la Spagna — un nemico della Francia — si arruolò nell'esercito spagnolo sotto Luigi, Principe di Condé. Sia Turenne sia Condé lodarono il Duca di York per le sue capacità.

Nel 1660, con la morte di Oliver Cromwell, Carlo II ridivenne re d'Inghilterra e il Duca di York ritornò in Inghilterra con lui. Anche se egli era l'erede presunto, sembrò improbabile che il Duca di York avrebbe effettivamente ereditato la Corona, visto che Carlo era un uomo giovane, che poteva ancora avere figli. Nel settembre 1660 il Duca di York (che fu anche nominato Duca di Albany in Scozia) sposò Lady Anne Hyde, la figlia del primo ministro di Carlo, Edward Hyde, I Conte di Clarendon.

Il Duca di York fu nominato Lord Alto Ammiraglio e comandò la Marina reale durante la Seconda (1665–1667) e la Terza guerra anglo-olandese (1672–1674). In seguito alla conquista del territorio olandese di Nuova Olanda da parte degli Inglesi nel 1664, la Nuova Olanda e la città di New Amsterdam furono rinominate entrambe New York in suo onore. Anche Fort Orange, a 150 miglia a nord del Fiume Hudson fu rinominata Albany in suo onore. Il Duca di York diresse anche la Royal African Company che participò nella Tratta degli schiavi.

[modifica] Religione

Giacomo VII e II Re d'Inghilterra, Scozia e Irlanda
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Giacomo VII e II
Re d'Inghilterra, Scozia e Irlanda

Il Duca di York fu ammesso alla Chiesa Cattolica Romana nel 1668 o nel 1669, anche se questo fu tenuto segreto per qualche tempo. Comunque, il sospetto nei confronti di Giacomo e la crescente paura dell'influenza cattolica a corte, portarono all'introduzione da parte del parlamento di un nuovo Test Act nel 1673. Secondo questo atto, tutti i funzionari civili e militari dovevano prestare un giuramento (nel quale gli si chiedeva non solo di ripudiare la dottrina della transustanziazione, ma anche di denunciare alcune pratiche della Chiesa Cattolica Romana come "superstizione e idolatria") e ricevere la comunione sotto gli auspici della Chiesa d'Inghilterra. Il Duca di York si rifiutò di compiere entrambe le azioni, scegliendo invece di rinunciare all'incarico di Lord Alto Ammiraglio. La sua conversione al cattolicesimo era ora di dominio pubblico.

Carlo II si oppose alla conversione, ordinando che i figli del Duca di York venissero cresciuti come protestanti. Ciononostante, nel 1673, permise al Duca (la cui prima moglie era morta nel 1671) di sposare la Cattolica Maria di Modena. Alcuni inglesi diffidavano del cattolicesimo e consideravano la nuova Duchessa di York come un'agente del Papa.

Nel 1677, il Duca di York tentò di tranquillizzare i protestanti permettendo a sua figlia Maria di sposare il principe protestante di Orange, Guglielmo III (che era anche suo nipote). nonostante questa concessione, le paure per un monarca cattolico persistettero, intensificate dalle gravidanze fallite della moglie di crlo II, Caterina di Braganza. Un religioso anglicano sconacrato, Titus Oates, parlò falsamente di un "Complotto papista" per uccidere Carlo e mettere sul trono il Duca di York. Il complotto inventato causò un'ondata di isteria anti-cattolica che spazzò la nazione. Su ordine del re, il Duca di York lasciò l'Inghilterra per Bruxelles. Nel 1680, venne nominato Lord Alto Commissario di Scozia e prese residenza nel Palazzo di Holyroodhouse a Edinburgo.

In Inghilterra vennero compiuti dei tentativi da parte di Anthony Ashley Cooper, Conte di Shaftesbury, un ex ministro del governo e ora principale nemico di giacomo e di una successione cattolica, per far si che venisse escluso dalla linea di successione. Alcuni proposero addirittura che la corona dovesse andare al figlio illegittimo di Carlo II, James Scott, I Duca di Monmouth. Quando nel 1679, l'Exclusion Bill rischiò di essere approvata, Carlo II dissolse il Parlamento inglese (la crisi dell'Exclusion Bill contribuì allo sviluppo del sistema bipartitico inglese; i Whig erano coloro che sostenevano la legge dell'esclusione, mentre i Tory erano quelli che vi si opponevano). Due ulteriori parlamenti vennero eletti nel 1680 e nel 1681, ma vennero dissolti per lo stesso motivo.

Dopo lo scioglimento del Parlamento nel 1681, nessun altro Parlamento venne convocato. Carlo, la cui popolarità era molto alta all'epoca, permise al Duca di York di tornare in Inghilterra nel 1682. Il Complotto della Casa della Segale del 1683, una cospirazione protestante per assassinare sia Carlo che il Duca di York, fallì miseramente e incrementò la simpatia èpopolare per il re e il fratello. Il Duca di York si trovò nuovamente influente nel governo, e il fratello gli restituì l'incarico di Lord Alto Ammiraglio nel 1684.

[modifica] Regno

Statua di Giacomo II a Trafalgar Square, Londra. È datata 1686 ed è attribuita alla scuola di Grinling Gibbons. E' una della uniche due statue del monarca esposte in pubblico di cui si abbia notizia; l'altra si trova all'Università di Oxford.
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Statua di Giacomo II a Trafalgar Square, Londra. È datata 1686 ed è attribuita alla scuola di Grinling Gibbons. E' una della uniche due statue del monarca esposte in pubblico di cui si abbia notizia; l'altra si trova all'Università di Oxford.

Carlo morì sine prole legitima (senza figli legittimi) nel 1685, convertendosi al Cattolicesimo Romano sul letto di morte. Gli successe al trono suo fratello che regnò in Inghilterra e in Irlanda con il nome di Giacomo II e in Scozia come Giacomo VII. Giacomo fu incoronato nell'Abbazia di Westminster il 23 aprile 1685. Inizialmente vi fu poca opposizione aperta al nuovo sovrano. Il nuovo Parlamento che si riunì nel maggio 1685 sembrò favorevole a Giacomo, accettando di assegnarli un grosso appannaggio.

Giacomo comunque, affrontò la ribellione di Monmouth (guidata dal figlio illegittimo di Carlo II, il Duca di Monmouth). James Scott, I Duca di Monmouth si dichiarò re il 20 giugno 1685, ma venne successivamente sconfitto nella Battaglia di Sedgemoor. Monmouth venne giustiziato nella Torre di Londra.

I giudici del re—in particolare, George Jeffreys, I Barone Jeffreys (detto il "Giudice Impiccatore")—punirono brutalmente i ribelli. Le Assisi insanguinate del giudice Jeffreys portarono alcuni storici a ritrarre il re come un governante crudele, ma suscitarono pochi commenti all'epoca, e vennero viste da molti come una risposta appropriata ad una ribellione armata. Per proteggersi da ulteriori ribellioni, Giacomo cercò di istituire un grosso esercito permanente. Ponendo dei cattolici alla guida di diversi reggimenti, il re si trascinò inun conflitto con il parlamento. Il Parlamento venne rinviato nel novembre del 1685 e non si sarebbe più riunito durante il regno di Giacomo.

La tensione religiosa si intensificò nel 1686. Paul Barillon, l'ambasciatore francese in Inghilterra, era forse nel giusto quando dichiarò che il re, "era deciso a non governare precariamente". Nel collusivo caso di Godden contro Hales, un gruppo di giudici della Corte di King's Bench dichiarò che il re poteva dispensare le restrizioni religiose imposte dai Test Acts. Avvantaggiandosi dei poteri dispensatori, Giacomo permise controversialmenta ai cattolici di occupare le cariche più alte del regno. Egli ricevette alla sua corte il nunzio apostolico Ferdinando d'Adda, primo rappresentante di roma a recarsi a Londra fin dal regno di Maria I. Il confessore gesuita di Giacono, padre Edward Petre, fu particolare bersaglio delle ire dei protestanti. Queste politiche fecero si che il re perdesse il sostengo di molti dei suoi ex alleati, i Tories.

Giacomo ordinò quindi la sospensione di Henry Compton, l'anti-cattolico Vescovo di Londra, e altri funzionari politici anglicani vennero licenziati. Nella Dichiarazione di indulgenza (1687), nota anche come la "Dichiarazione per la libertà di coscienza", egli sospese le leggi che punivano i cattolici e i protestanti dissidenti. (Non è chiaro se Giacomo emanò la dichiarazione per ottenere il supporto politico dei dissidenti, o se era veramente impegnato nel principio della libertà di religione.) Giacomo inoltre sciolse il Parlamento nel 1687, riformando in seguito il governo al fine di ridurre il potere della nobiltà.

Il re provocò l'opposizione anche con le sue politiche relative all'Università di Oxford. Egli offese gli anglicani permettendo ai cattolici di detenere posizioni importanti a Christ Church e nello University College, due dei college più grandi di Oxford. In modo ancor più impopolare, licenziò i fellow protestanti del Magdalen College, nominando al loro posto dei cattolici, tra cui il vescovo Parker. Con una scelta controversa, Giacomo accreditò il nunzio apostolico e concesse incarichi pubblici a quattro vescovi cattolici.

Giacomo concesse a tre londinesi e al cattolico della Virginia George Brent, i diritti di libertà religiosa per l'insediamento di ugonotti francesi sui 30.000 acri (121 km²) di Brenttown (Brenton) nella vecchia Prince William County, in Virginia, nel 1687. Richard Foote, nipote di Nicholas Hayward (uno dei fondatori), si insediò a Chotank nella King George County, sempre in Virginia, per gestire il progetto.

[modifica] La gloriosa rivoluzione

Moneta da mezza corona di giacomo II, 1686. L'iscrizione è IACOBUS II DEI GRATIA (Giacomo II per grazia di Dio)
Moneta da mezza corona di giacomo II, 1686. L'iscrizione è IACOBUS II DEI GRATIA (Giacomo II per grazia di Dio)
Per approfondire, vedi la voce Gloriosa Rivoluzione.

Nell'aprile 1688, Giacomo ripropose la Dichiarazione di Indulgenza, ordinando in seguito ai membri del clero anglicano di leggerla nelle loro chiese. Quando l'Arcivescovo di Canterbury William Sancroft e sei altri vescovi (noti come i sette vescovi) sottoposero una petizione in cui si richiedeva di riconsiderare le politiche religiose del re, vennero arrestati e processati per "diffamazione sovversiva", ma vennero prosciolti. L'allarme pubblico aumentò con la nascita del figlio ed erede cattolico di Giacomo, giacomo Francesco Edoardo, nel giugno 1688. (Alcuni accusarono che il figlio fosse "presunto", essendo stato sostituito ad un bambino nato morto). Minacciati da una dinastia cattolica, diversi influenti protestanti entrarono in trattativa con Guglielmo, Principe di Orange, che era genero di Giacomo. Guglielmo venne salutato come campione dei protestanti, avendo combattuto contro il potente re cattolico di Francia, Luigi XIV.

Il 30 giugno 1688 — lo stesso giorno in cui i vescovi erano stati prosciolti — un gruppo di nobili Protestanti, noti come i Sette Immortali, chiesero al Principe di Orange di portarsi in Inghilterra con un esercito. A Settembre, era ormai chiaro che Guglielmo si preparava all'invasione; ciò nonostante, Giacomo rifiutò l'aiuto di Luigi XIV, per timore che gli Inglesi si sarebbero opposti a un intervento Francese. Inoltre, Giacomo credeva che il proprio esercito si sarebbe dimostrato adeguato allo scontro: una sicurezza senz'altro eccessiva, dato che quando il Principe di Orange arrivò in Inghilterra, il 5 novembre 1688, molti ufficiali Protestanti del Re disertarono. La stessa figlia di Giacomo, Anna, lasciò la corte, causando considerevole preoccupazione al Re. L'11 dicembre, Giacomo tentò di fuggire in Francia, dopo aver gettato il Gran Sigillo del Regno nel Tamigi; venne però catturato nel Kent. Non volendo fare di Giacomo un martire, il Principe di Orange lo lasciò fuggire il 23 dicembre; Giacomo venne poi accolto da Luigi XIV, che gli offrì un palazzo e una generosa pensione.

Quando Giacomo era fuggito, il Parlamento non era in seduta. Normalmente, il Parlamento poteva essere convocato dal legittimo monarca, ma il Principe di Orange convocò una Convenzione Parlamentare (la procedura per la convocazione di una Convenzione era già stata usata in casi in cui il diritto alla successione era disputato: per esempio, era stata una Convenzione Parlamentare a rimettere Carlo II sul trono dopo la guerra civile Inglese). Il 12 febbraio 1689 la Convenzione dichiarò che la tentata fuga di Giacomo dell'11 dicembre costituiva un'effettivo atto di abdicazione, e che il trono andava considerato vacante (anziché ratificare la successione del figlio di Giacomo II, James Francis Edward). Maria, figlia di Giacomo, venne dichiarata Regina, e avrebbe esercitato il potere congiuntamente con il marito Guglielmo. I possedimenti scozzesi si adeguarono l'11 aprile dello stesso anno.

Guglielmo e Maria in seguito diedero il loro assenso a un'Atto del parlamento noto come la Dichiarazione dei Diritti. L'atto confermava la precedente Dichiarazione della Convenzione (sull'interpretazione della fuga di Giacomo come abdicazione e sulla successione al trono). L'Atto inoltre incriminava Giacomo II per aver abusato dei suoi poteri; fra le altre cose, criticava la sospensione delle leggi discriminatorie nei confronti dei Cattolici (i Test Acts), l'incriminazione dei sette Vescovi per aver solo presentato una petizione alla Corona, la creazione di un'esercito permanente, e l'imposizione di punizioni crudeli e inconsuete. L'Atto stabiliva anche che nessun Cattolico avrebbe potuto occupare in futuro il trono d'Inghilterra, e che nessun monarca Inglese poteva sposare un consorte Cattolico. Infine, veniva stabilito il nuovo ordine di successione al trono. Eredi alla Corona sarebbero stati gli eventuali figli di Guglielmo e Maria, seguiti dalla Principessa Anna e dai suoi figli, e infine dai figli di Guglielmo nati da eventuali successivi matrimoni.

[modifica] Gli ultimi anni

Con un esercito francese dalla sua parte, Giacomo sbarcò in Irlanda nel marzo 1689. Il parlamento irlandese non seguì l'esempio del parlamento inglese; dichiarò che Giacomo restava il Re. Su pressante richiesta di Giacomo, il parlamento irlandese votò un Atto per la Libertà di Coscienza che garantiva la libertà religiosa a tutti i cattolici e i protestanti in Irlanda. Il re venne comunque sconfitto nella Battaglia del Boyne da Guglielmo III, il 1 luglio 1690. Giacomo scappò in Francia dopo la sconfitta, partendo da Kinsale. La sua presunta codardia portò alla dissoluzione di gran parte del supporto di cui godeva e gli fece guadagnare in Irlanda il soprannome di Séamus á Chaca ("Giacomo la Merda").

In Francia a Giacomo venne permesso di vivere nel castello reale di Saint-Germain-en-Laye. Venne fatto un tentativo di riportarlo sul trono assassinando Guglielmo III nel 1696, ma il complotto fallì. Nello stesso anno, l'offerta di Luigi di fare eleggere Giacomo come Re di Polonia, venne respinta, poiché giacomo temeva che l'accettazione della corona polacca potesse (nelle menti del popolo inglese) renderlo incapace di essere Re d'Inghilterra. In seguito Luigi cessò di offrire assistenza a Giacomo; la sua decisione venne formalizzata dal Trattato di Ryswick (un accordo con Guglielmo III) nel 1697. Durante i suoi ultimi anni, Giacomo visse come un austero penitente. Morì per una emorragia cerebrale nel 1701 a Saint-Germain-en-Laye, dove venne sepolto.

[modifica] Successione

la figlia minore di Giacomo, Anna, succedette al trono quando Guglielmo III morì nel 1702. (Maria II era morta nel 1694). Un Atto del parlamento del 1701 stabilì che, qualore la linea di successione definita nella Dichiarazione dei Diritti si fosse esaurita, la Corona sarebbe andata a una cugina Tedesca, Sofia, Elettrice di Hanover, e ai suoi eredi Protestanti. Così, quando Anna morì nel 1714 (meno di due mesi dopo la morte di Sofia), la Corona passò a Giorgio I, figlio di Sofia, nuovo Elettore di hanove e secondo cugino di Anna.

Il figlio di Giacomo II, Giacomo Francesco Edoardo Stuart (noto ai suoi partigiani come "Giacomo III e VIII" e ai suoi avversari come "il Vecchio Pretendente" (ma l'originale Inglese si presta anche a essere interpretato come "il Vecchio Impostore"), sostenne a sua volta la causa giacobita. Si pose a capo di un'insurrezione in Scozia nel 1715, poco dopo l'ascesa al trono di Giorgio I, ma venne sconfitto. Successivi tentativi d'insurrezione vennero repressi allo stesso modo; la rivolta del 1745 capeggiata da Carlo Edoardo Stuart fu l'ultimo serio tentativo di riportare gli Stuart sul trono. Singoli individui aderiscono al Giacobitismo anche ai giorni nostri.

A Giacomo Francesco Eduardo, morto nel 1766, successe il figlio maggiore Carlo Edoardo Stuart (chiamato dai suoi partigiani "Carlo III" e dagli avversari "il Nuovo Pretendente" o "il Nuovo Impostore"). A Carlo successe poi il fratello minore Enrico Benedetto Stuart, un Cardinale della Chiesa Cattolica. Enrico fu l'ultimo discendente legittimo di Giacomo II. Alla sua morte, nel 1807, le pretese giacobine passarono al discendente più anziano di Re Carlo I, ovvero al Re di Sardegna Carlo Emanuele IV di Savoia. A oggi, l'erede di Giamoco II è Francesco, Duca di Baviera. Sebbene quest'ultimo non abbia reclamato il trono, i Giacobiti lo chiamano "Francesco II".

[modifica] Titolo e Blasone

Il titolo ufficiale di Giacomo II era "Giacomo Secondo, per Grazia di Dio, Re d'Inghilterra, Scozia, Francia e Irlanda, Difensore della Fede, ecc." (le pretese Inglesi sul trono di Francia erano solo teoriche, e vennero asserite da tutti i Re Inglesi da Edoardo III a Giorgio III, indipendentemente da quanto territorio Francese fosse effettivamente sotto il loro controllo). Il suo blasone reale era: Inquartato, I e IV controinquartati, d'azzurro con tre gigli d'oro (indicante la Francia) e di rosso con tre leoni illeoparditi fissanti ordinati in palo d'oro; (indicante l'Inghilterra) II d'oro con leone rampante con doppia cinta fiorita e controfiorita di gigli di rosso; (indicante la Scozia) III d'azzurro con arpa d'oro cordata d'argento (indicante l'Irlanda). Giacomo fu creato "Duca di Normandia" da Re Luigi XIV di Francia il 31 dicembre 1660, pochi mesi prima della restaurazione di suo fratello Carlo II sul trono Inglese e Irlandese (Carlo II era già Re di Scozia dal 1651), probabilmente come mossa politica per supportare Giacomo — giacché altrimenti Carlo avrebbe avanzato le sue pretese anche sul titolo di "Duca di Normandia".


[modifica] Discendenza

Nome Nascita Morte Note
da Anna Hyde
Carlo, Duca di Cambridge 22 ottobre 1660 5 maggio 1661  
Maria II 30 aprile 1662 28 dicembre 1694 sposata nel 1677 con Guglielmo III, Principe d'Orange; senza prole
Giacomo, Duca di Cambridge 12 luglio 1663 22 maggio 1667  
Regina Anna 6 febbraio 1665 1 agosto 1714 sposata nel 1683 con il Principe Giorgio di Danimarca; nessun figlio sopravvissuto
Carlo, Duca di Kendal 4 luglio 1666 20 giugno 1667  
Edgardo, Duca di Cambridge 14 settembre 1667 15 novembre 1669  
Enrichetta 13 gennaio 1669 15 novembre 1669  
Caterina 9 febbraio 1671 5 dicembre 1671  
da Maria di Modena
Caterina 10 gennaio 1675 3 ottobre 1675  
Isabella 28 agosto 1676 2 marzo 1681  
Carlo 7 novembre 1677 12 dicembre 1677  
Elisabetta 1678 c. 1678  
Carlotta 16 agosto 1682 16 ottobre 1682  
Giacomo, Principe di Galles 10 giugno 1688 1 gennaio 1766 sposato nel 1719 con Maria Sobieski; con prole
Luisa 28 giugno 1692 20 aprile 1712  
da Arabella Churchill
Henrietta FitzJames 1667 3 aprile, 1730 sposata con Henry Waldegrave, primo Barone Waldegrave; con prole. Sposata in seconde nozze con Piers Butler, terzo Visconte Galmoye; senza discendenza.
James FitzJames, primo Duca di Berwick 21 agosto, 1670 12 giugno, 1734
Henry FitzJames, primo Duca di Albemarle Agosto 1673 Dicembre 1702
Arabella FitzJames 1674 7 novembre 1704 prese il velo; nessuna discendenza.
da Catherine Sedley
Catherine Darnley c. 1681 13 marzo 1743 sposata con James Annesley, terzo Conte di Anglesey con prole. Sposata in seconde nozze con John Sheffield, primo Duca di Buckingham e Normanby con prole.

[modifica] Varie

Giacomo fu l'ultimo re a ordinare importanti lavori al Palazzo di Whitehall prima della sua distruzione in un incendio.

[modifica] Riferimenti

[modifica] Collegamenti esterni


Predecessore:
Carlo II
Re d'Inghilterra
Successore:
Guglielmo III e II e Maria II
Re di Scozia
Re d'Irlanda
Predecessore:
Pretendente giacobita
Successore:
Giacomo VIII e III
Predecessore:
Vacante
Primo Lord dell'Ammiragliato
1660–1673
Successore:
Re Carlo II
Predecessore:
3° Conte di Winchilsea
Lord Guardiano dei Cinque Porti
1660–1673
Successore:
John Beaumont
Predecessore:
HM Re Carlo II
Primo Lord dell'Ammiragliato
1685–1688
Successore:
HM Re Guglielmo III
Predecessore:
Nuova Creazione
Duca di York e Albany
Successore:
Corone riunite


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