Enrico II d'Inghilterra
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Enrico II (1133 – 1189), fu incoronato come Conte di Angiò, Duca di Normandia, e come Re d'Inghilterra dal 19 dicembre, 1154 al 6 luglio, 1189), inoltre, in vari periodi, controllò parti di Galles, Scozia, Irlanda orientale e Francia occidentale.
I suoi soprannomi comprendevano anche "Mantello Corto" (per i suoi abiti corti che usualmente indossava), "Fitz Empress", e qualche volta "Leone della giustizia", che era anche il soprannome del nonno Enrico I. Fu il primo re della dinastia plantageneta (o re angiovini).
In seguito al discusso regno di re Stefano, il regno di Enrico vide un'efficiente consolidazione. Enrico II acquisì la reputazione di uno dei più grandi re medioevali d'Inghilterra.
[modifica] Biografia
Nacque il 5 marzo, 1133 a Le Mans, dall'unione dell'Imperatrice Matilda col suo secondo marito, Goffredo il Bello, detto "Plantageneto", conte d'Angiò. Lasciato l'Angiò, si recò in Inghilterra nel 1149 per aiutare la madre nella disputa del trono inglese.
Prima di salire al trono, Enrico controllava già la Normandia e l'Angiò nel continente; il matrimonio con Eleonora d'Aquitania nel 1152 pose sotto il suo dominio anche le vaste aree di Turenna, Aquitania, e Guascogna. Divenne effettivamente più potente del re di Francia — con un impero (l'Impero Angiovino) che si allungava dal Solway Firth fino al mare Mediterraneo e dal Somme ai Pirenei. Come re, volle includere l'Irlanda in questo vasto dominio. Mantenne alti anche i rapporti con l'imperatore di Bisanzio Manuele I Comneno.
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Nell'Agosto del 1152, Enrico, precedentemente occupato nella guerra contro l'ex marito di Eleonora Luigi VII di Francia ed i suoi alleati, si precipitò da lei, e trascorsero diversi mesi insieme. Verso la fine di Novembre del 1152 partì: Enrico voleva trascorrere qualche settimana con sua madre e si diresse quindi in Inghilterra, arrivando il 6 gennaio 1153.
Durante il regno di Stefano i baroni avevano sovvertito gli affari di stato per minare la presa del monarca sul reame; Enrico II vide come suo primo compito quello di ribaltare questo spostamento di potere. Ad esempio, Enrico fece abbattere i castelli che i baroni avevano fatto costruire senza autorizzazione durante il regno di Stefano, e lo scutaggio, un tributo pagato dai vassalli in sostituzione del servizio militare, divenne entro il 1159 una caratteristica centrale del sistema militare del re. La gestione delle registrazioni migliorò notevolmente allo scopo di ottimizzare la riscossione di questa tassa.
Enrico II fondò corti in diverse parti d'Inghilterra, e per primo istituì la pratica reale di concedere ai magistrati il potere di prendere decisioni legali su un'ampia gamma di questioni civili nel nome della Corona. Il suo regno vide la produzione del primo manuale legale scritto, che fornì le basi per l'odierna "Common Law".
A partire dall'Assise di Clarendon (1166), il processo giudiziario divenne la norma. Fin dalla conquista normanna, i processi davanti ad un giudice erano stati in gran parte rimpiazzati dall'ordalia e dal "duello di Dio" (che la legge inglese non abolì fino al 1819). La garanzia della giustizia e la sicurezza del territorio vennero ulteriormente rinforzate nel 1176 con l'Assize di Northampton, sviluppata sui precedenti accordi di Clarendon. Questa riforma si rivelò uno dei principali contributi di Enrico alla storia sociale dell'Inghilterra. Come conseguenza dei miglioramenti nel sistema legale, il potere delle corti ecclesiastiche svanì. La chiesa si oppose a ciò, e trovò il suo portavoce più veemente in Thomas Becket, l'Arcivescovo di Canterbury, precedentemente stretto amico di Enrico e suo Cancelliere. Enrico aveva nominato Becket all'arcivescovado proprio perché voleva evitare conflitti.
Il conflitto iniziò per una disputa sul caso in cui una corte secolare avrebbe potuto processare un ecclesiastico che avesse commesso un reato. Enrico tentò di assoggettare Becket e gli altri prelati facendogli giurare di obbedire ai "costumi del reame", ma la controversia si sviluppò attorno a cosa costituisse tali costumi, e la chiesa si mostrò riluttante a sottomettersi. A seguito di un acceso scambio alla corte di Enrico, Becket lasciò l'Inghilterra per la Francia nel 1164, per sollecitare di persona l'appoggio di Papa Alessandro III, che si trovava in esilio in Francia a causa di dissensi tra il collegio dei cardinali ed il re Luigi VII di Francia. A causa della sua posizione precaria, Alessandro rimase neutrale nel dibattito, anche se Becket rimase in esilio sotto la protezione di Luigi e di Papa Alessandro fino al 1170. Dopo una riconciliazione tra Enrico e Thomas in Normandia, nel 1170, Becket fece ritorno in Inghilterra. Becket si confrontò di nuovo con Enrico, questa volta circa l'incoronazione del Principe Enrico (si veda più avanti). La molto citata, ma probabilmente apocrifa frase di Enrico II rieccheggia nei secoli: "Chi mi libererà da questi preti turbolenti?" Anche se i violenti attacchi di Enrico contro Becket nel corso degli anni sono ben documentati, questa volta quattro dei suoi cavalieri presero il re alla lettera (in quanto egli avrebbe voluto ciò, anche se in seguito negò) e si recarono immediatamente in Inghilterra, dove assassinarono Becket nella Cattedrale di Canterbury, il 29 dicembre 1170.
Come parte della penitenza per la morte di Becket, Enrico accettò di inviare denaro agli Stati crociati in Palestina, che i Cavalieri Ospedalieri ed i Templari avrebbero difeso fino al momento in cui Enrico vi fosse giunto, per impiegarli in un suo pellegrinaggio o in una crociata. Enrico ritardò la sua crociata per molti anni ed, alla fine, non partì mai, nonostante una visita da parte del Patriarca Eraclio di Gerusalemme nel 1184 e l'offerta della corona del regno di Gerusalemme. Nel 1188 introdusse la decima del saladino per pagare una nuova crociata: il cronista Giraldus Cambrensis suggerì che la sua morte fu una punizione divina per la tassa, imposta per raccogliere denari per una fallita crociata per la riconquista di Gerusalemme, che era caduta nelle mani di Saladino nel 1187.
Il primogenito di Enrico, Guglielmo, Conte di Poitiers, era morto nell'infanzia. Nel 1170 il figlio quindicenne di Enrico ed Eleonora, anch'egli chiamato Enrico, venne incoronato re, ma non governò mai realmente e non compare nella lista dei monarchi d'Inghilterra; egli divenne noto come Enrico il giovane, per distinguerlo dal nipote Enrico III d'Inghilterra.
Enrico e sua moglie, Eleonora d'Aquitania, ebbero cinque figli e tre figlie: Guglielmo, Enrico, Riccardo, Goffredo, Giovanni, Matilda, Eleonore, e Giovanna. I tentativi di Enrico di strappare il controllo delle sue terre ad Eleonora (e al loro erede Riccardo) portò ad un confronto tra Enrico da una parte e sua moglie e i suoi figli legittimi dall'altra.
La notoria relazione di Enrico con Rosamunda Clifford, la "bella Rosamunda" della leggenda, probabilmente ebbe inizio nel 1165, durante una delle sue campagne gallesi, e continuò fino alla morte di lei nel 1176. Comunque, non fu solo nel 1174, attorno all'epoca della sua rottura con Eleonora, che Enrico riconobbe Rosamunda come sua amante. Quasi simultaneamente, egli iniziò a negoziare il divorzio da Eleonora. Dal 1169, a seguito della pace di Montmirail aveva la custodia della novenne Alice, figlia di Re Luigi VII di Francia, promessa al figlio Riccardo. Enrico fece di questa fanciulla la sua concubina in una relazione che continuò per alcuni anni e apparentemente ebbe da lei un figlio illegittimo.
Enrico ebbe anche diversi figli illegittimi da altre donne ed Eleonora vide diversi di questi allevati nella nursery reale assieme ai suoi. Alcuni rimasero a far parte della famiglia anche in età adulta. Tra questi ci furono Guglielmo di Longespee, III Conte di Salisbury, la cui madre era Ida, Contessa di Norfolk; Goffredo, Arcivescovo di York, figlio di una donna di nome Ykenai; Morgan, Vescovo di Durham; e Matilda, Badessa di Barking.
Il tentativo di Enrico II di dividere i suoi titoli tra i figli, ma di mantenere il potere ad essi associato, provocò il tentativo di questi di prendere il controllo delle terre ad essi assegnate (si veda Rivolte del 1173-1174), il che equivaleva al tradimento, almeno agli occhi di Enrico. Gerald del Galles riporta che quando Re Enrico diede il bacio della pace a suo figlio Riccardo, gli disse dolcemente, "Possa il Signore non permettermi di morire finché mi sarò preso la giusta vendetta su di te."
Quando i figli legittimi di Enrico si ribellarono contro di lui, ebbero l'aiuto del re Luigi VII di Francia. Enrico il giovane morì nel 1183. Goffredo di Britannia morì calpestato da un cavallo (1158—1186). Il terzo figlio di Enrico, Riccardo cuor di leone (1157—1199), con l'assistenza di Filippo II Augusto di Francia, attaccò e sconfisse Enrico il 4 luglio, 1189; Enrico morì nel castello di Chinon il 6 luglio, 1189 e oggi giace nell'Abbazia di Fontevraud, vicino Chinon e Saumur nella regione dell'Anjou. Il figlio illegittimo di Enrico, Goffedo, arcivescovo di York, restò con lui tutto il tempo e fu l'unico figlio ad essere presente alla morte di Enrico.
Riccardo cuor di leone diventò allora re d'Inghilterra. Gli succedette re Giovanni, il figlio più giovane di Enrico II, lasciando da parte i reclami dei figli di Goffredo, Eleonora e Arturo di Britannia.
[modifica] L'aspetto fisico
Pietro di Blois lasciò una descrizione di Enrico II nel 1177: "...il re ha avuto finora i capelli di color rosso, salvo che con l'arrivare a tarda età i capelli grigi si alternano con quel colore. La sua altezza è media, cosìcchè non appaia grande ai piccoli nè piccolo ai grandi... gambe storte, grande torace, ed i compagni d'arme lo ritengono un uomo forte, agile e ardito... non si siede mai, a meno che non mangi o monti un cavallo... In un solo giorno, se necessario, può fare l'equivalente di quattro-cinque giorni di marcia scombinando così i piani dei suoi nemici, schernisce frequentemente i piani con i suoi arrivi a sorpresa... Nelle sue mani c'è sempre l'arco, la spada, la lancia e le frecce, a meno che non sia a dormire o abbia in mano un libro."
[modifica] Stemma Reale
Lo stemma reale di Enrico II è rosso con un leone rampante (sfondo rosso con un leone d'oro alzato sulle zampe posteriori).
Predecessore: Stefano I |
Re d'Inghilterra 1154–1189 |
Successore: Riccardo I |
Duca di Normandia 1150–1189 |
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Goffredo V | Conte d'Angiò con Enrico il Giovane 1151–1189 |
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Conte del Maine con Enrico il Giovane 1151–1189 |
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Luigi e Eleonora | Duca d'Aquitania con Eleonora 1152–1189 |
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Conte di Poitiers con Eleonora 1152–1189 |
Guglielmo |