Corso forzoso
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Con corso forzoso si intende la non convertibilità tra la moneta e l'equivalente in metallo prezioso (oro e/o argento, di solito) in un sistema monetario di tipo Gold standard.
La decisione di imporre il corso forzoso venne presa in Italia nel 1866 e durò fino al 1881. La Banca Nazionale venne obbligata a concedere al Tesoro un mutuo di 250 milioni di lire al tasso agevolato dell'1,5% in cambio del riconoscimento del corso forzoso per biglietti emessi dalla banca stessa.
In pratica il deficit statale viene finanziato emettendo moneta in misura superiore alle riserve di metallo prezioso possedute dall'istituto bancario senza con questo procedere alla svalutazione della moneta.
Tuttavia, il mercato reagisce con una perdita di valore della moneta ad emissioni con una percentuale minima a riserva, soltanto per controvalori molto maggiori rispetto a quelli che sono sufficienti a indurre la svalutazione legale da parte delle autorità monetarie.