Comunicazione naturale con il cavallo
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Molti addestratori e istruttori in tutto il mondo stanno utilizzando ed insegnando un nuovo (o "molto antico") approccio al cavallo. All'idea ed alla pratica della comunicazione naturale con il cavallo (in inglese Natural horsemanship) sono stati dati molti nomi, ma si fondano comunque su questi assunti di base:
- l'idea tradizionale che il cavallo sia una specie di "uomo stupido" è stata sostituita da quella che il cavallo ha un'intelligenza e un sistema sociale funzionali e evoluzionisticamente efficaci, che comprendono anche un raffinato sistema di comunicazione attraverso il linguaggio del corpo
- la maggior parte o la totalità delle difficoltà di comunicazione fra uomo e cavallo possono essere ridotte o eliminate se l'uomo rispetta il cavallo per quello che è, ed apprende i suoi sistemi sociali e comunicativi
- il cavallo ha motivazioni diverse dall'uomo. Il cavallo è una specie da preda piuttosto che un predatore e questo ha effetti complessi e profondi sul suo atteggiamento nei confronti della vita. Gli uomini (gli addestratori ed i proprietari/cavalieri) devono smettere di applicare le tipiche motivazioni umane (l'ambizione e la competitività) che non hanno senso dal punto di vista equino e devono piuttosto ottenere la collaborazione del cavallo sfruttando nel corso dell'addestramento le sue motivazioni
- i cavalli non imparano bene quando sono impauriti. L'addestramento procede al meglio quando si permette al cavallo di sentirsi al sicuro
- i cavalli, come gli altri animali e come l'uomo stesso, imparano meglio con un rinforzo positivo assegnato quando agiscono correttamente piuttosto che con una punizione quando sbagliano. L'addestramento può essere programmato in modo da comportare una sequenza di passi logici, premiati da rinforzi positivi. Questa strategia è più efficace di quella basata sulla punizione perché la fiducia e la collaborazione del cavallo sono mantenute vive dall'esperienza continua e piacevole del rinforzo positivo
- l'elemento base della comunicazione naturale è il rilascio della pressione. Quando si chiede al cavallo di muovere il suo corpo in una determinata maniera con un tocco o "aiuto", occorre smettere immediatamente di applicare quello stimolo non appena il cavallo inizia ad eseguire quello che gli è stato chiesto. Questo viene interpretato dal cavallo come un "sì" ossia la conferma che quello che ha fatto o sta facendo è quello che gli è stato chiesto. Al contrario, un aiuto che continua più a lungo fa sì che il cavallo continui a cercare di capire cosa gli viene chiesto; l'aiuto quindi perde in chiarezza di comunicazione
- per pressione si intende, oltre al tocco fisico, anche il "linguaggio del corpo" indirizzato al cavallo da lontano. Ad esempio, assunto che qualsiasi pressione eseguita sulla parte posteriore del cavallo significa "vai avanti", questa pressione può essere esercitata in diversi modi e con diversi strumenti: c'è chi lancia dietro al cavallo una cordicella, chi usa un tocco di "frusta"1, ecc. In seguito, dopo adeguata sensibilizzazione, è sufficiente avanzare in direzione della parte posteriore del cavallo, o addirittura fissare il solo sguardo (come fanno fra di loro i cavalli), per lanciare un messaggio altrettanto chiaro: fissare lo sguardo è una forma pressione esercitata col linguaggio del corpo, da lontano. Una volta che il cavallo ha cominciato a muoversi come il linguaggio del corpo del suo cavaliere ha richiesto, occorre rilassare immediatamente la postura per rilasciare la pressione e dare al cavallo un "sì"
[modifica] Note
- La "frusta" di Parelli (Pat Parelli) è fatta da un manico rigido (tipo mazza da golf) chiamato "stick" cui è attaccata una corda di circa un metro e mezzo, terminante con un nastrino di cuoio. Non schiocca. Viene usata in vari modi. Il cavallo non deve averne la minima paura (ma vederla come una "estensione del braccio").