Basile et Sophia
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Basile et Sophia, (letteralmente Basilio e Sofia) è un romanzo di Paul Adam pubblicato nel 1901 a Parigi.
Romanzo storico, altrimenti catalogabile nel sottogenere del Romanzo Bizantino, Basile et Sophia narra in chiave romanzata la vicenda di Basilio I di Bisanzio, che da prigioniero dei bulgari diviene soldato, e da soldato Imperatore romano d'Oriente in seguito all'assassinio di Michele III di Bisanzio: destino questo, a cui Basilio si scopre indirizzato tramite una mistica profezia che giunge alle orecchie di un monaco, che svolge l'attività di ostiario presso una delle tante basiliche di Bisanzio. Romanzo molto ricco dal punto di vista storico e descrittivo, in esso vi sono presenti spunti interessanti, quali la figura leggendaria della Kyria Damelis, vedova e matrona, alcuni passi riguardanti l'eresia dei Pauliciani, diffusasi nell' Impero Romano d'Oriente a partire dall'VIII secolo, le descrizioni accuratissime degli ambienti e di alcuni riti misterici a sfondo eretico - cristiano ma di chiara derivazione greco - pagana la cui partecipazione era riservata alle sole donne. Di quest'opera è attualmente disponibile soltanto un esiguo numero di copie dell'edizione originale francese.
Indice |
[modifica] I capitoli dell'opera
- 1 Damelis
- 2 Les Jardins
- 3 Sophia
- 4 Les Pauliciennes
- 5 L'Eveque d'Hermapolis
- 6 Adonai
- 7 Les Marchands
- 8 L'Etalon
- 9 Les Perroquets
- 10 L'Initiation des Pures
- 11 L'Invoquè marche
- 12 Le Troc
- 13 Le Palais
- 14 Euphrosyne
- 15 L'Apelate
- 16 Mort de l'Ivrogne
[modifica] La profezia dell'incipit e il ritratto di Basilio
"Fai entrare l'uomo che vedrai addormentato dinnanzi alla porta: è un Imperatore!" Il monaco si destò dal suo giaciglio. In un primo momento credette che il freddo dell'alba gli avesse provocato un incubo. Sotto l'immensità della chiesa vuota, si dissolveva il bagliore dei lampioncini pendenti dalle corone dorate. Al suo sguardo non appariva alcun segno di vita, salvo la luce dei mosaici posti a coprire le antiche immagini sante per ordine degli imperatori seguaci dell'Iconoclastia. Il padre guardiano richiuse i suoi occhi devoti: adorava la benedizione del mattino. Ma un soffio aspro sfiorò nuovamente il suo volto. Alzate le palpebre, non percepì alcuna presenza corporea tra le ombre azzurognole dei pilastri in prospettiva. Grossa come la testa di un saraceno, l'agata prodigiosa sormontava una sottile colonna tortile in diaspro verde davanti alla soglia dell'ambone, ancora velato di ombre notturne. Gli parve che da quella pietra, la stessa voce del vento gridasse, per la seconda volta: "Fai entrare l'uomo che vedrai addormentato dinnanzi alla porta: è un Imperatore!"
[...] Il battente scarlatto lasciò passare la frescura del mattino, e il monaco effettivamente vi trovò un povero soldato addormentato. Una cicatrice recente, ancora rossastra, ne mostrava la sofferenza attraverso un profondo solco lungo la fronte, la tempia e la guancia. Per il dolore la ferita gli manteneva le labbra aperte, e i denti scoperti. Dei cenci color del fango avvolgevano le sue membra vigorose. Aveva delle calzature fatte di legno e di corda, e un pettorale con lamine di bronzo ossidato.
(Da: Basile et Sophia, Société d'éditions littéraires et artistiques, Paris, 1901, capitolo I)
[modifica] Scene dai misteri eretici
[Sofia] marciò lungo una stada fatta di crocifissi e sacrificatrici. La paura la segnò per un poco. Lo scalpitare di una folla femminile in vesti di lino, in veli blu, seguiva, a suo esempio, le croci dei diaconi, le mitre dei vescovi, le tiare degli officianti, le dalmatiche di porpora [...] Il corteo andò verso i tre incendi, simulacri della Trinità originale, che segnavano i vertici di un triangolo. Al centro dello spazio ella notò la nudità di un siriano dai lunghi capelli, attaccato alla croce dell'altare ovale.
(Da: Basile et Sophia, Société d'éditions littéraires et artistiques, Paris, 1901, capitolo X)